CRISTIANESIMO NUOVO

By Gabriele Cingolani
Pubblicato il 31 Maggio 2023

Col cambiamento d’epoca molte cose stanno cambiando. Persino ciò che fu sempre considerato naturale o immutabile, non conviene insisterci più di tanto. Trasformiamo anche la natura umana, perché no? Si può cambiare modo di nascere, modo di essere femmina o maschio, progettare un nuovo tipo di umanità. Questo processo è in corso, propagandato dai media e insegnato nelle scuole, su comando della Comunità Europea. È il cambiamento culturale che si sta imponendo senza molte reazioni. Ma che dire del rapporto tra questa impostazione di vita e la dottrina della chiesa, dove la tradizione è una delle basi della norma di fede e la legge naturale, insieme alla rivelazione, è il cardine della norma morale?

Rimandiamo ad altre sedi e ad altre competenze la discussione su questi temi, contando su interventi opportuni di chi ci guida. Per quanto riguarda la nostra vita quotidiana di credenti, proponiamo un atteggiamento che può lasciarci sereni. Puntare su ciò che nella tradizione cristiana è perenne novità, il Vangelo così come suona.

Tradizione significa trasmissione di ciò che ci è stato consegnato dall’inizio, cioè la bella notizia che resta sempre bella. Che Dio si è fatto umano e si è legato con noi in un rapporto personale di conoscenza e amore. Dopo aver donato la vita per amore nella morte di croce, resta come risorto nella storia sino alla fine dei tempi, vicino a ogni persona e all’umanità tutta insieme. Se questa è una bella notizia vale la pena di ascoltarla. Può generare convinzioni razionali e reazioni emotive, soprattutto produce esperienze di fede.

Il modo nuovo di accogliere la bella notizia è stato proposto da papa Francesco come programma del suo ministero: vivere il Vangelo come gioia. È utile tornare a quell’inizio dopo dieci anni di cammino più o meno accidentato, in questo inizio di millennio di impreviste sciagure e inquietanti prospettive. In questo periodo la Chiesa è concentrata sul tema della sinodalità, in vista del sinodo del prossimo ottobre, ma fa bene rinfrescare il clima della vita bella nel Vangelo. In una società in cui la maggior parte della gente è insoddisfatta e infelice perché affranta dalle troppe cose che vanno male, pensate che impressione farebbe una comunità di persone che non si lamenta, che lotta per migliorare le situazioni, aiuta chi ne ha bisogno, diffonde serenità e equilibrio perché i suoi componenti sono carichi dentro, trovano senso nei limiti umani e nelle ferite della storia.

Vivere il vangelo nella gioia è il Cristianesimo nuovo della novità perenne, ma che bisogna costruire di nuovo per l’oggi difficile che viviamo. Non è il tentativo di consolare l’umanità nelle tribolazioni di questa valle di lacrime, né l’ingenuità di fuggire i problemi rifugiandosi in elucubrazioni pseudo mistiche. È la capacità interiore di percepire nei successi e nei fallimenti della vita e della storia la presenza del Crocifisso Risorto che dà senso compiuto agli eventi e colma le attese della persona. È la gioia del Vangelo come esperienza di vita.

è stare nella società senza polemizzare sulla scelta dei valori, ma restando fedele ai propri. Ognuno oggi ritiene di stare bene con le proprie convinzioni: con altra religione, senza religione, contro ogni religione. Va bene. Il cristiano nuovo non si lascia rubare la gioia. La vita dimostra chi sta bene davvero.

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