CHI LA COMBATTE L’ INFLAZIONE?
Dalle ultime rilevazioni economiche e statistiche che svolgiamo da anni, al fine di informarci e informare sull’andamento della nostra economia, abbiamo ahimè constatato come prosegua in maniera perniciosa l’aumento dei prezzi e delle tariffe dei beni e dei servizi di mercato che incidono in misura determinante sulla qualità della vita delle nostre famiglie e dei nostri cittadini. Siamo subissati da rincari ovunque. Da quelli dei trasporti pubblici e privati, treni e aerei, a quelli dei ristoranti e degli alberghi; dai mutui ai prestiti contratti per il credito al consumo, sino agli aumenti che pesano di più e che attengono all’alimentazione, cioè a quella funzione determinante e fondamentale del mantenimento e della nostra riproduzione.
In poche parole si sopravvive male, ogni spesa da affrontare pesa sul bilancio familiare, persino una semplice uscita al ristorante o in pizzeria. Il dover effettuare poi “tagli” nell’alimentazione, in quantità e qualità, è la spia di una situazione molto negativa della nostra economia e del relativo potere di acquisto delle famiglie. Tutto ciò non ha solo ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche un’incidenza importante sulla intera filiera produttiva, dalla produzione dei beni sino alla loro intermediazione finale. Ma la cosa che ci sconvolge è che, a fronte di una fase in cui registriamo cadute di prezzo delle materie prime e dei costi energetici, non vi sia coerentemente nel nostro mercato un adeguamento al ribasso dei prezzi, mantenendoli ancora del tutto ingiustificatamente elevati. Così operando si drenano risorse dai redditi fissi, lavoratori e pensionati, dirigendoli verso profitti sempre più elevati, sino a quando avverrà inevitabilmente l’inversione sulla quantità di acquisto dei beni di consumo. Ed è ciò che sta avvenendo in misura preoccupante in questi ultimi mesi.
D’altra parte, vogliamo essere espliciti, non è solo l’inflazione a determinare tutto ciò, ma la persistente caduta del valore del reddito fisso di lavoratori e pensionati, l’aumento endemico della povertà e delle diseguaglianze sociali che alimentano una situazione sociale così caratterizzata negativamente e che può diventare devastante in mancanza di interventi necessari per una sua profonda modifica. Urgono, allora, decisioni rapide soprattutto in tema di investimenti per dare lavoro e sviluppo, perché ciò significa un automatico aumento del potere di acquisto delle famiglie. Inoltre andrebbe messa in campo una capillare ed efficace azione di contrasto e recupero dell’evasione fiscale che oggi si attesta, vergognosamente, a oltre 150 miliardi di euro annui. Ciò consentirebbe di realizzare una maggiore detassazione a chi le tasse le paga correttamente. A partire dal taglio al cuneo fiscale, che deve però essere attuato in maniera strutturale e non temporanea e con risorse ben più ampie di quanto già deciso in questa fase dal Governo.
Infine, cosa di non poco conto, c’è bisogno di un serio intervento di verifica e controllo delle speculazioni in atto, in tutti i settori e in tutte le filiere produttive del mercato. Avendo però particolare occhio a quei prodotti di massa e di largo consumo delle famiglie italiane.