La bella e singolare storia di Chantal, la giovane titolare di un apprezzato allevamento di Golden Retrivier, dove non esistono box e recinti… E quando è libera dal lavoro si presenta, con uno dei suoi inseparabili cani, in casa di anziani bisognosi per condividere AFFETTO ED emozioni positive…
Compagno di scuola, compagno per niente ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu? Recita così il celebre cantautore romano Antonello Venditti nel famoso brano Compagno di scuola, dove racconta magistralmente gli ideali traditi che spesso accompagnano l’ingresso alla vita adulta… L’irrequietezza che anima il cuore degli adolescenti, pronti a “combattere” contro il mondo adulto e le regole non scritte di una società distante dalla loro visione e che spesso chiama a compromessi… Chantal de Anna, 28 anni, è una di quelle che si è “salvata”. Dopo il diploma in ragioneria e uno stage in banca, senza giri di parole ha detto no ha un futuro “comodo” tenendo fede a quello che era il suo sogno da bambina. Vivere nella natura e dividere la sua quotidianità con gli animali. In particolare con i cani, gli amici a quattro zampe più fedeli. Nel suo caso con i Golden Retriever, figli di una meravigliosa razza di origine inglese. Pelo soffice color crema, sguardo dolcissimo, carattere fantastico e intelligenza da vendere. Insomma, più di un amico… Da alcuni anni ha preso in mano le redini dell’allevamento La Porta dei Berici, un centro di assoluto pregio per la selezione di questa incantevole razza. Una superficie di 6 mila metri quadrati, ai piedi dei Colli Berici, nel vicentino, dove dodici esemplari, undici femmine e un maschio, sono liberi di giocare, correre, riposare. Sempre a contatto con la natura, e naturalmente con la loro amata padrona di casa. Avete capito bene, liberi in tutti i sensi. Una delle particolarità dell’allevamento, infatti, è che non esistono limitazioni alla libertà degli ospiti a quattro zampe. Cosa dico ospiti, componenti della famiglia allargata…. “Viviamo insieme, non potrei mai pensare di rinchiuderli in un recinto o peggio ancora in un box. Adesso, ad esempio, mentre stiamo parlando sono in cucina con me… In questi giorni di gran caldo preferiscono riposare al fresco della casa. Ovviamente non è così per tutta la giornata, amano giocare, rincorrersi nei grandi spazi all’aperto e naturalmente ricevere coccole”.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo alla fine degli anni novanta, quando già all’età di quattro anni la piccola Chantal spiava di nascosto il suo papà mentre accudiva i cani. “La mia passione è ‘colpa’ sua… Militare dell’esercito, lavorava nel settore cinofilo. Dopo il congedo si è infatti aperto un allevamento di cani. Così sin da bambina lo seguivo di nascosto in tutte le sue attività, soprattutto quando si dedicava all’addestramento. Un giorno, poi, all’età di sei anni, gli feci vedere cosa ero riuscita a insegnare al mio cane di nome Simba. Un addestramento un po’ così…, ma sufficiente a fargli capire che non poteva più tenermi lontana da quella che era diventata una grande passione”. Conoscendo sacrifici e rinunce che quella professione comportava, suo padre aveva provato in tutti modi a tenerla alla larga, anche se nell’intimo sapeva che la strada era segnata… Tant’è che genitori hanno preso atto della sua scelta di vita, assecondandola e supportandola in ogni momento. “Mi hanno dato una grandissima mano, non smetterò mai di ringraziarli. Sarò loro sempre riconoscente”.
Da quel giorno, dunque, la piccola Chantal iniziò a seguire il papà in ogni sua attività. Assisteva ai parti, alla preparazione del cibo, alle cure e a ogni singola fase dell’addestramento. Suo padre allevava Labrador, poi con il passare degli anni, aiutato da sua moglie, si è dedicato sempre più alla gestione di un Pet schop, un negozio di animali lasciando spazio alla figlia nella gestione dell’allevamento. “All’epoca – racconta Chantal – avevo anche un cavallo, ma alla fine ho dovuto fare una scelta in quanto entrambi erano impegnativi. Mi sono innamorata così del Golden Retriever, una razza fantastica che mi ha cambiato la vita. Gli animali mi hanno dato tanto, soprattutto nella fase adolescenziale quando è facile perdersi lungo strade pericolose…”.
Chantal oggi è una donna particolarmente determinata, con le idee ben chiare e pienamente realizzata. E soprattutto un’innamorata della bellezza della natura e quindi della vita. Sa dove vuole arrivare e cosa occorre per riuscirci. Un’energia pazzesca e coinvolgente. Per sua ammissione, come capita a tanti, gli effetti “collaterali” dell’adolescenza l’avevano resa insicura, eccessivamente timida. Ogni nuova esperienza diventava una sfida e le situazioni apparivano piene di problematiche. “Io sono sempre stata una ragazza particolarmente timida e la cosa mi causava dei problemi. Grazie alla vicinanza dei cani, però, sono riuscita a vincerla, quanto meno a migliorarla. Ad esempio se dovevo andare in un posto che mi creava imbarazzo, facendolo con un cane al guinzaglio mi aiutava a superare le difficoltà. Sembra una stupidaggine ma posso assicurare che non è così. Il cane riesce a trasmetterti una forza incredibile e una sicurezza che senza di lui non avresti. Un amico che ti aiuta con la semplice presenza. E poi si adatta a qualunque situazione. Vuoi fare una passeggiata in montagna? Ti segue senza problemi. Vuoi trascorrere la giornata sul divano? Eccolo sdraiato accanto a te. Desideri fare un giro in macchina? è già a bordo con lo guardo interessato…”.
Come dicevo, l’allevamento di Chantal ha tante particolarità. Un’altra riguarda la scelta del sesso dei cani: solo femmine… “Perché su dodici cani ho solo un maschio? La scelta, che sia chiaro non ritengo essere un dogma, nasce dalla convinzione che selezionare vuole dire poter attingere a più strade per poter creare qualcosa di migliore ogni volta. Detto ciò, crediamo che avere maschi propri sia vincolante nella selezione mentre avere femmine e dover ricercare ogni volta, secondo una giusta compatibilità genetica, il giusto maschio che goda delle caratteristiche positive magari carenti nella femmina, sia la strada giusta per ottenere ciò che riteniamo più in linea con la nostra visione di Golden Retriever. Il tutto ovviamente rispettando sempre ciò che lo standard impone”. Una scelta sicuramente lodevole che comporta però inevitabilmente un aumento di costi per cercare e raggiungere un maschio con determinate caratteristiche. Oltre alla somma di denaro da corrispondere al proprietario del futuro papà… “Con un maschio di proprietà – osserva ancora Chantal – tutto quanto ciò si evita, ma non è certo la strada che per noi va percorsa per una giusta selezione. Non sempre la comodità e l’ economicità sono sinonimi di qualità superiore”. C’è da dire, inoltre, che con i cani completamente liberi e avendo più maschi nel gruppo sarebbe alto il rischio di cucciolate non programmate. A proposito di cucciolate. Anche in questo caso è fuori dal coro… “Il nostro non è un cucciolificio. Abbiamo dodici cani, qualcuno con diversi anni sulle spalle, altri invece molto giovani, quindi abbiamo pochi esemplari destinati alla riproduzione. Come dicevo vivono tutti in casa con noi e sarà così fino alla fine dei loro giorni. A differenza di alcuni allevatori che in presenza di un cane anziano, solitamente bisognoso di un costo elevato in termini di cure, lo danno tranquillamente via… In un anno faccio un paio di cucciolate, solo un anno ne ho avute tre”.
Dogma o no, la gestione dell’allevamento ha offerto e offre risposte altamente lusinghiere. Nonostante frequenti da pochi anni il mondo dei concorsi di bellezza, le soddisfazioni per Chantal e i suoi amici sono arrivate copiose. “Ho vinto diversi premi e ottenuti vari riconoscimenti. Purtroppo a causa del Covid siamo stati fermi un anno e mezzo. Alcune settimane fa, però, ho partecipato nuovamente a una gara e il risultato è stato soddisfacente. Inoltre ho avuto l’onore di qualificarmi al prestigioso Crufts dog show di Birmingham, in Inghilterra, la manifestazione canina più grande del mondo a cui partecipano oltre 20 mila esemplari. Mi sono qualificata con la mia Blanca. Essere lì significa aver raggiunto il top e anche i giudizi ricevuti dalla mia femminuccia sono stati altamente positivi”.
Ma com’è la giornata lavorativa di Chantal? “La mattina mi alzo presto, li faccio mangiare e ci gioco un po’. Poi vado a lavorare nel Pet shop. Il nostro negozio di tolettaura e animali, situato ad Altavilla Vicentina, è tra i più storici della nostra zona. Quest’anno ha compiuto 32 anni di vita… L’allevamento, invece, è un po’ più fuori, nella campagna di Vicenza a circa 10 km dal centro. Ovviamente quando sono al lavoro i cani sono liberi di vivere negli spazi esterni oppure in casa. Soprattutto si riposano aspettando il mio ritorno. Io ho una grande passione anche per la tolettatura, mi piace da matti, quindi i cani me li godo nella pausa pranzo e poi la sera al ritorno. Li porto a fare delle camminate oppure d’estate, ad esempio, ne carico qualcuno in macchina e vado a trovare un torrente dove farli bagnare”.
Praticamente Chantal vive in simbiosi con i suoi dodici amici a quattro zampe. I giorni del calendario per lei sono tutti uguali… “Alla fine è proprio così. Non ritengo concepibile, infatti, rinchiudere il cane in un box per rivederlo casomai dopo qualche giorno. Devo averli sempre sotto controllo. Ad esempio c’è quello che sta male, quello che deve partorire, quello che ha bisogno di acquisire maggiore sicurezza… Insomma devi essere una presenza costante”.
Inevitabilmente tutto ciò obbliga a lasciare qualcosa per strada… Ad esempio la vita sociale. A meno che non decidi di fare le serate insieme uscendo con un camioncino… Chantal ne è consapevole, ma zero pentimenti. “Non sono una ragazza da aperitivi, da feste, da movida per capirci. A volte esco con un’amica, però gran parte del tempo lo trascorro con i miei cani. Fin quando vai a scuola hai il tuo giro di amicizie e frequentazioni, quando inizi a lavorare, però, cambia tutto. Nel mio caso, poi, trovi anche qualcuno a cui dà fastidio il pelo, oppure quello che non gradisce l’invadenza del cane che invece vuole semplicemente giocare o ricevere una coccola. Inoltre i miei orari non sono quelli da cartellino, torno a casa alle otto di sera e mi aspetta dell’altro lavoro. Inevitabilmente, dunque, con una vita del genere ho perso diverse amicizie. Diciamo che quelle attuali si contano su una mano. Forse neanche… Per non parlare poi di viaggi, feste, eccetera…”.
Tanti no che alla fine hanno un prezzo. Direi anche alto, ma visto con gli occhi e il cuore di Chantal non sono per nulla paragonabile alla gioia che le regalano i suoi inseparabili amici. “Non potrei vivere senza di loro, piuttosto rinuncio a qualche frequentazione. Mia madre è originaria del Trentino e abbiamo una casa in montagna, a 1400 metri dove non c’è veramente niente. Quando ho necessità di staccare un po’ la spina, carico un paio di cani e vi trascorro qualche giorno. Sembra di vivere come Heidi. Senza rumori, senza televisore, fino a qualche anno fa non c’era neanche l’energia elettrica e non potevi neanche ricaricare il telefonino… Perduta tra i monti con i miei cani. Questa è la vita che voglio. Sicuramente è una vita sacrificata e piena di rinunce, ma non la cambierei con nessun’altra… Sono pienamente soddisfatta”. Come darle torto? Da sempre l’uomo è alla disperata ricerca di sensazioni ed emozioni in grado di farlo star bene e appagarlo. In una parola cerca la felicità. E chi la trova si sente più libero e spontaneo ed è in grado di trasmettere una sensazione di benessere anche alle persone vicine. Proprio come Chantal che nei momenti “liberi” porta i suoi amici dal pelo lungo color crema da chi ha bisogno di un’emozione positiva. Una pet therapy spontanea e non legata ad alcun tornaconto materiale. Solo a quello del cuore.
“Quando ho un po’ di tempo disponibile mi piace aiutare le persone bisognose. Se vengo ad esempio conoscenza di qualche anziano che vive da solo o di persone alle prese con qualche problema particolare, mi presento a casa con uno dei miei cani e trascorro qualche ora con loro. Sono momenti molto belli e in quel caso si percepisce quanto un cane sia in grado di trasmettere in termini di affetto e compagnia. Lo faccio per una soddisfazione mia e di chi sta attraversando un momento particolare della vita. Inoltre cerco di dare un mano anche nei Centri estivi dei bambini, in particolare dove c’è la presenza di qualche problematica specifica o disabilità. Porto i miei cani e tutti insieme trascorriamo momenti spensierati, di gioia pura. All’inizio si ha un po’ di timore dell’animale, ma subito dopo è una gara a chi deve spazzolarlo, portarlo al guinzaglio, dargli la ciotola dell’acqua, accarezzarlo, giocarci… In quel caso il senso di appagamento è enorme. Purtroppo credo che a volte i bambini crescano con questa sorta di ritrosia nei confronti dei cani perché trasmessa loro dai genitori. Il pelo, la pulizia, la pericolosità… Invece non sanno cosa si perdono. Sono tanti, infatti, i ragazzi che dopo aver vissuto da vicino questo tipo di esperienza hanno convinto i genitori a prendersi un cucciolo in casa. Sono animali che non ti chiedono nulla ma ti danno tanto”.
Proprio in questa direzione il lavoro svolto nell’allevamento La Porta dei Berici pone un’attenzione particolare. Crescere cioè un cucciolo nel migliore dei modi, senza tralasciare alcun aspetto. “Noi ci mettiamo tanto amore e serietà. Le cucciolate le seguiamo dalla mattina alla sera, quando sono assente ci pensano i miei genitori. Cerchiamo di dare alle famiglie cani che siano a posto sia dal punto di vista sanitario che mentale. Desideriamo che una volta nella nuova casa non sia un problema, bensì una risorsa. Anche a livello caratteriale cerchiamo di lavorare con meticolosità. Se hai ad esempio un cucciolo un po’ più timido o pauroso fai in modo di farlo socializzare di più portandolo al livello degli altri fratelli. Cerchi di dare a tutti un segno giusto. E dalle testimonianze dei proprietari la strada percorsa sembra quella giusta”.
Terminiamo la nostra chiacchierata con una aneddoto che la dice lunga sull’intelligenza e la sensibilità dei nostri amici a quattro zampe e sulla straordinarietà della natura e quindi dell’opera del buon Dio. “Un giorno – racconta Chantal – un cane che aveva partorito da una settimana venne a cercarmi in casa iniziando ad abbaiare in maniera continua. Sul momento non capivo cosa volesse dirmi, poi però indicandomi la strada e seguitando ad abbaiare mi condusse dai cuccioli. Uno di loro era caduto nella ciotola dell’acqua e di lì a poco sarebbe morto. La cosa sorprendente sta nel fatto che avrebbe potuto toglierlo lei dalla ciotola, prendendolo con la bocca, invece aveva chiesto il mio aiuto. Quello di una persona di cui si fida… Un episodio che non scorderò mai”.
Cosi come sarà difficile che passi inosservata una scelta di vita cosi netta e coraggiosa, per non dire improponibile in questo nostro tempo. Ovviamente pandemia a parte. Nella nostra vita c’è sempre un momento in cui il peso della quotidianità si fa sentire e la persona che vediamo riflessa nello specchio non sempre corrisponde a quella che nei nostri sogni avevamo immaginato. Per Chantal non è così. Il suo sorriso e il suo sguardo luminoso riflettono la felicità di chi ha sognato e concretizzato il proprio progetto di vita.