BUFALE INDIGESTE…
“Ci troviamo di fronte a un’abbondanza di fonti senza precedenti, – osserva Silvana Hrelia, professore ordinario di Biochimica e direttore del Master in Nutraceutici, Fitoterapici e Integratori Alimentari – chiunque è libero di scrivere una notizia sui social E condividerla con un numero di persone molto ampio, fino a farla diventare virale”. VERO O FALSO PER ALIMENTI E DIETE
Con l’estate alle porte il bombardamento mediatico su diete e cibi “miracolosi” si fa ancor più incessante. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. La rete, con il suo continuo sviluppo, in generale ha meriti indiscutibili, in questo caso, però, è il caso di parlare di gravi colpe visto il moltiplicarsi di notizie ingannevoli che disorientano il consumatore. Non ci riferiamo solo ai consigli per la cosiddetta prova costume, ma anche ai regimi alimentari e alle credenze scientificamente infondate dure da scacciare nell’immaginario collettivo. Menzogne belle e buone che mettono a grave rischio la nostra salute. Stiamo parlando delle Nutrition fake, una inarrestabile valanga social di false notizie sull’alimentazione e perdita di peso cui nessuno, o quasi, può sottrarsi. Visibilità e condivisione raggiungono sul web picchi incredibili, con effetti collaterali deleteri. Come ad esempio la vendita di prodotti dagli effetti strabilianti per un fisico perfetto e una salute blindata. Proliferano sempre più, infatti, i cosiddetti cyber criminali che prospettano una realtà artefatta e miraggi alimentari. Un inganno che, ahinoi, coinvolge anche la medicina e quindi la cura di varie patologie, compreso lo scottante tema dei vaccini… Una recente indagine del Censis, ad esempio, ha stimato che oltre il 94,4% dei navigatori del web effettua ricerche su malattie specifiche… Si cammina, insomma, su un terreno minato dove è sempre più difficile distinguere il confine tra verità e menzogna.
Si sa, l’alimentazione è da sempre uno dei fattori che più incide sull’accrescimento, lo sviluppo fisico e mentale e sulla produttività degli uomini. Un fattore culturale e di sviluppo di interi popoli. Sapere cosa mettere nel piatto, dunque, diventa fondamentale. Non a caso Ippocrate, il padre della medicina, aveva fissato un concetto illuminante: Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo. E in questa direzione, purtroppo, oggi siamo letteralmente sommersi da una disinformazione a gettito continuo. Quale argine porre, allora? La cosa che non dovremmo mai dimenticare, ripetono gli uomini di scienza, è che le poche certezze sono figlie della ricerca.
Ben vengano, allora, iniziative come il recente Festival della Scienza Medica di Bologna nel corso del quale sono stati dedicati tre appuntamenti al tema delle fake news che, come hanno sottolineato gli autorevoli esperti, in campo alimentare e medico possono avere un effetto deflagrante. Nella quattro giorni organizzata dall’università, tra i tanti illustri relatori che si sono avvicendati c’era anche Silvana Hrelia, professore ordinario di Biochimica presso l’università di Bologna. La stimata docente insegna nei corsi di studio della Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie dell’università di Bologna. È il direttore del Master in Nutraceutici, Fitoterapici e Integratori Alimentari. I suoi temi di ricerca riguardano la biochimica della nutrizione con particolare attenzione rivolta al ruolo dei componenti nutraceutici nella protezione della salute e prevenzione delle patologie cronico degenerative, dalle cardiovascolari alle neurodegenerative. È autrice di oltre 170 lavori pubblicati su riviste internazionali e capitoli di libri nonché coordinatrice del Gruppo Nutrizione e Ambiente della Società italiana di Biochimica e Biologia Molecolare. Insomma, un luminare a tutto tondo a cui abbiamo chiesto di farci da guida nel tentativo di fare luce su argomenti così importanti ma spesso manipolati. Professionista dal grande sapere, nonostante la fitta agenda di impegni con grande disponibilità ha accettato la nostra richiesta aiutandoci, così, a fissare dei paletti ben saldi contro il dilagare della disinformazione e la mancanza di approfondimenti. Ascoltiamola.
Fake news e sicurezza alimentare: come siamo messi professoressa?
Le Nutrition fake rappresentano un vero e proprio bombardamento di false notizie sull’ alimentazione. Siti web pubblicano novità imperdibili sul binomio alimentazione/salute, i social ne aumentano la visibilità e la condivisione, amplificandone il loro effetto. Le bufale hanno un impatto maggiore sui comportamenti alimentari rispetto a notizie dello stesso ambito ma con evidenza scientifica. Prima di internet le notizie provenivano dai giornali e dalle televisioni. Per questo motivo potevano essere condivise solamente attraverso la propria cerchia sociale. Ora ci troviamo di fronte a un’abbondanza di fonti senza precedenti. Chiunque è libero di scrivere una notizia sul blog o sui social media. Quel che è peggio è che può anche condividerla con un numero di persone molto più ampio rispetto a un paio di decenni fa. Quando una bufala viene condivisa con più persone, queste possono a loro volta condividerla fino a farla diventare virale.
In che numero sono stimati gli italiani che partecipano a community, blog o chat in Internet centrate sul cibo?
Il 70% degli italiani dichiara di informarsi attraverso Internet, di questi più del 30% si informa su Facebook o Twitter. Tra i più giovani al primo posto si colloca Facebook mentre stanno prendendo piede anche le app per smartphone!
Quanti sono, invece, quelli che si preoccupano di ciò che mangiano?
Da una indagine della Nielsen Shopper Trends risulta che in concomitanza di un acquisto di prodotti alimentari il 60% degli italiani legge le etichette e il 50% presta attenzione alla provenienza delle materie prime. Il 33% dichiara di leggere con attenzione articoli riguardanti l’alimentazione e la salute.
Come difendersi dall’allarmante diffusione di notizie false che circolano sui media? Non sempre, infatti, si è nella possibilità di verificare l’attendibilità di una fonte…
Io dico che è possibile… Basta risalire all’articolo originale che viene citato e controllare il curriculum dell’autore!
Naturalmente occorre combattere anche le fake news mediche, penso ad esempio a chi abbandona le cure tradizionali o a quanti evitano di vaccinare i propri figli…
Qui il pericolo è sempre in agguato, ormai il (Dottor Google) sta sempre più assumendo importanza… A proposito delle fake news mediche, segnaliamo la campagna di stampa promossa dagli ordini dei medici che sottolinea non solo l’inutilità, ma soprattutto la pericolosità di certi atteggiamenti. È indispensabile creare una sinergia tra comunità medico-scientifica e media al fine di combattere le false credenze.
Entriamo nello specifico professoressa, facendo subito chiarezza su un punto fondante: esiste un alimento in grado di causare o evitare una malattia?
No, non esiste alcun alimento miracoloso o nocivo in quanto tale.
Quindi come possiamo distinguere i vari alimenti?
Tutti gli alimenti, assunti nelle giuste quantità e proporzioni concorrono al benessere e alla protezione della nostra salute.
Di cosa si occupa la Nutraceutica?
È una scienza relativamente giovane che si occupa di individuare quei componenti degli alimenti che hanno un ruolo protettivo per la nostra salute e sono in grado di tutelare il nostro ben-essere.
In che modo ci viene in aiuto?
Suggerendoci che, per esempio, consumando 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, di 5 colori diversi (giallo, bianco, rosso, verde, blu/viola) riusciamo a introdurre una quantità di nutraceutici ad ampio spettro di azione in grado di influenzare positivamente le nostre difese antiossidanti e di proteggere la nostra salute. Solo la sinergia tra questi componenti ci assicura il miglior effetto protettivo. Ecco perché, ribadisco, dovremmo cercare di consumare abitualmente alimenti che rispecchino tutti i colori per garantirci la maggior assunzione di tutti i nutraceutici.
Facciamo luce ora su una serie di alimenti che da sempre alimenta un acceso dibattito… Partiamo dal latte: consumarlo fa male?
Assolutamente no, anzi è un alimento indispensabile per apportare le giuste dosi di calcio al nostro organismo in tutte le età della vita. In alcune situazioni, quali le dislipidemie, è ovviamente consigliato il latte parzialmente scremato.
È vero che l’ananas brucia i grassi?
È un mito da sfatare che deriva dal fatto che l’ananas contiene bromelina, un enzima proteolitico (in grado cioè di degradare le proteine) che nulla ha a che vedere con il catabolismo dei grassi e che è abbondante nel gambo nell’ananas! Ciò non toglie che l’ananas sia un alimento a basso impatto calorico, ricco di minerali quali il potassio e vitamine quali la vitamina C e pertanto consigliato nei regimi ipocalorici.
Eccoci alla tanto discussa carne rossa: l’International Agency for Research on Cancer l’ha inserita nell’elenco delle sostanze “potenzialmente cancerogene”. Qualcosa da eccepire?
Il World Cancer Research Fund ha stimato che un consumo elevato di carni rosse lavorate aumenta del 17% il rischio individuale di ammalarsi di cancro del colon. Si tratta però del cosiddetto rischio relativo, che va cioè rapportato al rischio reale (rischio assoluto) del singolo individuo, pertanto valido per soggetti con importanti fattori di rischio per il cancro del colon (malattia infiammatoria dell’intestino o elevata familiarità).
Qual è la soglia massima di consumo di carne in una settimana?
Il consumo di carne rossa al di sotto dei 500 grammi alla settimana non costituisce un pericolo per la salute.
C’è differenza tra i vari tipi di carne?
Certo, le cosiddette carni bianche, indicate anche nella piramide alimentare, quali le carni avicole e cunicole, presentano un apporto di grassi saturi e di colesterolo significativamente inferiore rispetto alle carni rosse.
I grassi vanno completamente banditi dalle nostre tavole?
Assolutamente no, sono indispensabile nel rapporto del 30% delle calorie totali della dieta. Vanno ovviamente preferiti i grassi monoinsaturi (quali l’olio di oliva) e polinsaturi (quali quelli derivati dal pesce) ai grassi saturi presenti negli alimenti di origine animale
Quando si parla di kamut, il riferimento è a un’antica varietà di cereali?
Kamut è un marchio registrato, di proprietà dell’azienda americana Kamut, fondata nel Montana. Si tratta di frumento di tipo Khorasan, appartenente al genere Triticum, che prende il nome dalla provincia dell’Iran dove è coltivato ancora oggi.
Meglio le farine raffinate o quelle integrali?
Ovviamente quelle integrali, nelle quali, oltre al maggior apporto di fibra alimentare, è possibile ritrovare componenti nutraceutici di natura fenolica dotati di attività antiossidante e antiinfiammatoria. La raffinazione comporta la perdita di questi importanti componenti bioattivi.
Le banane sono effettivamente ricche di potassio?
Certo, ne contengono circa 380 mg/100 g, anche se non sono l’alimento in assoluto più ricco di potassio. Ad esempio ne troviamo di più negli spinaci, nella rucola, nei cavolini di Bruxelles e nel kiwi.
Intolleranza al lattosio: quali accorgimenti?
Evitare alimenti contenenti lattosio quali latte e derivati. Ricordiamo però che la stagionatura prolungata di molti formaggi, quali il parmigiano reggiano, porta alla degradazione del lattosio, per cui tali prodotti possono essere consumati anche dai soggetti intolleranti.
Lo zucchero di canna è più salutare: è una fake news?
Sì, è una fake news. In entrambi i casi, infatti, si tratta di saccarosio e il procedimento industriale a cui vengono sottoposti i due prodotti è simile.
Tutti prodotti alimentari rispettano le stesse regole nell’ambito della Comunità Europea?
La politica dell’UE per la sicurezza alimentare riguarda l’intero ciclo della fattoria alla tavola dei consumatori. Come precisa la Coldiretti. In Italia ci sono regole più rigorose nei confronti della produzione di prodotti alimentari, dal divieto di usare grano tenero per produrre pasta a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi, fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri paesi dell’Unione Europea. Basti pensare allo champagne la cui produzione può prevedere l’aggiunta di zucchero!
I prodotti del contadino sono meno controllati rispetto a quelli della grande distribuzione?
Assolutamente no, tutti i prodotti alimentari in vendita in Italia devono rispettare le stesse regole e devono superare analoghi controlli.
Cuocere il cibo compromette la qualità degli alimenti?
Ricordiamo che tutte le vitamine sono termolabili e che i minerali si disperdono nell’acqua di cottura, per cui dipende dal tipo di cottura. Meglio preferire, quando possibile, cotture al vapore rispetto a cotture esaustive e ad alte temperature.
Sul fronte delle diete, invece, da quali bufale occorre assolutamente girare alla larga?
Dalle diete miracolose che promettono risultati eclatanti senza fatica e sacrifici, dalle diete ad esclusione (senza glutine se non siete celiaci), dalle diete “fantasiose” tipo la dieta alcalina o la dieta dei gruppi sanguigni che non sono basate su comprovate evidenze scientifiche. Prima di intraprendere una qualsiasi dieta, consultate il medico e non il (Dottor Google)…
Come evitare i rischi di una dieta che causa tristezza e in taluni casi anche depressione?
Una dieta non deve essere un regime punitivo, il lato edonistico e quello salutistico non sono necessariamente in contrapposizione. Non occorre, infatti, stravolgere le proprie abitudini alimentari, ma semplicemente mangiare un po’ di meno e muoversi un po’ di più. Una ricetta antica, ma l’unica che funzioni veramente. L’attività fisica è alla base della piramide alimentare ed è indispensabile per un corretto stile di vita, ottimizzando le funzionalità cardiocircolatoria, respiratoria e metabolica.
Delle cosiddette tisane brucia grassi c’è da fidarsi?
Assolutamente no! L’unico metodo affidabile per bruciare i grassi, ripeto, è fare attività fisica aerobica. Infatti i grassi bruciano unicamente al fuoco dell’ossigeno. La camminata, la corsa (o jogging), il ciclismo, il nuoto a bassa intensità, la cyclette e il tapis roulant possono essere praticate da tutti, senza particolari limiti, seguendo i consigli del proprio medico e calibrando gli sforzi in base a età, peso, condizioni di salute. L’attività aerobica, con la sua bassa intensità, permette di “bruciare” i grassi di deposito.
Gelato sì, gelato no?
Gelato sì. È il vero Fast Food all’italiana e rappresenta un pasto equilibrato. Se poi consideriamo il gelato alla frutta, è anche ricco di preziosi nutraceutici. Occorre sottolineare, però, che il gelato va inteso come vero e proprio sostitutivo del pasto e non come un dessert!
In merito al regime alimentare più idoneo lei ha coniato il neologismo Dieta Meditaliana. In cosa consiste?
Nel seguire la dieta Mediterranea, patrimonio mondiale Unesco dell’umanità, utilizzando i prodotti tipici dell’agroalimentare italiano, dalla pasta all’olio extravergine di oliva. Prodotti sani, sicuri e ad alto valore aggiunto per la nostra salute, riscoprendo ricette tradizionali e coltivando la convivialità.
I dati di vari osservatori specializzati attribuiscono circa il 70% dell’insorgenza di un tumore all’alimentazione e il restante ad altri fattori tra i quali l’inquinamento in primo piano. È così?
Esattamente, l’alimentazione è e resta il principale fattore di rischio per l’insorgenza di alcune tipologie di cancro, tra cui quello al colon-retto, alla mammella e alla prostata.
Essendo allora l’ultimo anello, e quindi quello più debole della catena alimentare, il consumatore che mezzi ha per proteggersi o limitare i danni?
Seguire la dieta mediterranea, diffidare la proclami fantascientifici, ricordare che se una notizia è troppo bella per essere vera, probabilmente non lo è. Inoltre occorre tenere in mente che non esistono ricette miracolose per tutelare al meglio la nostra salute, ma semplici regole che si basano sul suggerimento di seguire un corretto stile di vita, che comprende una alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, e una costante attività fisica.
In conclusione professoressa, esiste un segreto per aumentare l’aspettativa e la qualità della vita?
Esiste ancora un gap tra aspettativa di vita e aspettativa di vita in buona salute, e questo gap può essere colmato incominciando fin da piccoli a nutrirci in maniera equilibrata e svolgendo attività fisica. A questo sono tese le numerose campagne di educazione alla salute e di educazione nutrizionale rivolte a fasce di popolazione che vanno dai bambini agli anziani. Inoltre ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il ben-essere come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”. Definizione che contempla non solo l’assenza di patologie ma lo stato complessivo di buona salute fisica, psichica e mentale. Quindi, come dicevano gli antichi, mens sana in corpore sano…