ARRIVARCI È UNA SFIDA

By Domenico Lanci
Pubblicato il 28 Febbraio 2023

Il santuario della Madonna del Rocciamelone, situato a 3.538 metri sul livello del mare, è il più alto d’Europa. Siamo in Piemonte, tra la Valle di Susa e la Valle di Viù

Nell’immaginario collettivo, i luoghi sacri, come i santuari, si trovano ordinariamente sulle alture. Difatti, quando si nomina Dio e il Paradiso lo sguardo si volge istintivamente al cielo.

Il santuario che visitiamo questa volta non solo sta in alto, ma poggia, come un nido di aquile, su una vetta a 3.538 metri sul livello del mare. Non per nulla, vanta la peculiarità di essere il santuario più alto d’Europa.

Ma come mai a quell’altitudine? La devozione, quando è sincera, non ha confini, né paura. Le origini del santuario risalgono al XIV secolo. In pieno Medioevo. All’epoca i monti che superavano i 3.000 metri venivano ritenuti sede di presenze inquietanti. Ma al signor Bonifacio Rotario (Roero), sincero devoto di Maria Santissima e promotore del santuario, certe credenze non lo scalfivano affatto.

La sua vicenda è molto intrigante e ha dello straordinario. Ma andiamo per ordine. Bonifacio Rotario, un mercante e nobile cittadino di Asti, negli anni 1344/48 partecipò alle crociate di Smirne, in Turchia. Arrestato dai turchi, si legge in una cronaca, “fece un voto alla Madonna, supplicandola per la propria liberazione. Al suo rientro in patria, avrebbe portato una sua icona sulla cima della prima montagna che si sarebbe presentata ai suoi occhi. E così avvenne”. Il monte avvistato per primo è stato quello che sovrasta la città di Susa. Ben presto, l’ex crociato di Asti si impegna ad adempiere il voto promesso alla Vergine Maria.

Il 1° settembre 1358, accompagnato da alcuni servi, sale sul monte chiamato Mons Romuleus, oggi Rocciamelone. Dopo la lunga e faticosa scalata, finalmente giunge sulla vetta. Depone a terra il trittico mariano di ottone dorato che ha fatto incidere nelle Fiandre. Quindi trova un incavo ben riparato nella roccia e vi sistema devotamente la preziosa effige. Nel Trittico sono raffigurati, secondo gli studiosi, la Madre di Dio col Bambino in braccio al centro, mentre nell’anta alla sinistra di chi guarda, san Giorgio a cavallo e nell’anta di destra, san Giovanni Battista. In ginocchio, il committente dell’opera, Bonifacio Rotario.

Per tre secoli la Madonna del Rocciamelone fu oggetto di venerazione di numerosi pellegrini che salivano fin lassù, per implorarle aiuto e per ringraziarla delle grazie ricevute. Il pellegrinaggio più affollato, comunque, si faceva soprattutto il 5 agosto, festa della Madonna della Neve.

Eppure qualcosa di strano si verificò anche in quell’incantevole luogo alpestre. Il 5 agosto 1673 il prezioso Trittico venne trafugato. Ma non per motivi sacrileghi. Il racconto del bizzarro furto lo riprendiamo da un attento cronista: “Nell’agosto del 1673, un tale Giacomo Gagnor, soprannominato il ‘matto di Novaretto’, fece un pellegrinaggio sul Rocciamelone e si portò via il famoso trittico dalla vetta, recapitandolo poco tempo dopo al castello di Rivoli, (una delle residenze sabaude in Piemonte, a 15 km da Torino, (oggi, Museo d’arte contemporanea, ndr) convinto di fare un piacere al Duca di Savoia Carlo Emanuele II, affinché potesse ammirarlo con la sua corte senza doversi sforzare nella faticosa ascesa. Successivamente il trittico venne portato in pellegrinaggio a Susa e, dopo alterne vicende, venne collocato nella cattedrale di San Giusto”.

Verso la fine del XIX secolo una copia del Trittico è stata riportata in cima alla montagna, dove campeggia un santuario-rifugio dedicato alla Madonna del Rocciamelone. Nel 1895 il parroco di San Giusto, don Antonio Tonda, maturò l’idea di collocare sulla cima di quella montagna una grandiosa statua della Madonna. L’opera fu realizzata dallo scultore torinese Antonio Giovanni Stuardi. “Dopo soli quattro anni, nel 1899, la statua in bronzo, alta quattro metri e pesante 650 kg, era pronta. Per consentire il trasporto da Milano a Susa, il simulacro venne diviso in otto pezzi. Quindi, nella città di Susa venne provvisoriamente rimontata e benedetta il 15 giugno. A trasportarla sulla vetta furono gli alpini del battaglione locale. Alle 10 del 28 luglio 1899 la Madonna arrivò a quota 3.538 metri. L’inaugurazione ebbe luogo il 28 agosto, alla presenza di monsignor Tonda e numerosi fedeli”.

Da lassù la Madonna del Roccia-melone, con il suo cuore materno, segue, benedice e protegge non solo le sottostanti popolazioni di Val di Susa, ma tutti i suoi figli sparsi per il mondo.

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