PRESTANZA FISICA O SERENITÀ?

By Luciano Verdone
Pubblicato il 28 Febbraio 2023

Dobbiamo renderci conto che non solo il corpo e la mente si ammalano ma anche lo spirito. Che c’è una stretta relazione tra i valori che abbiamo assimilato e il benessere interiore. E che l’oscuramento dei valori genera, come qualsiasi malattia, malessere individuale e sociale.

Per la verità, ci sembra d’essere ancora immersi, come sassi nel fiume, in un clima cristiano. Ma la crisi del sistema valoriale tradizionale è evidente. E il ritorno, a una cultura molto simile a quella che precedette il cristianesimo, crea in noi conflitti e disorientamento. C’è, infatti, una mentalità dominante – edonista, relativista, calcolatrice – che, in misura diversa, avvolge e condiziona tutti, sempre che non reagiamo ad essa con gli antidoti di una riflessione critica.

Sottoponiamoci, allora, a una sorta di test rivelatore. Prendiamo, ad esempio, un pensiero di Blaise Pascal, filosofo e scienziato del Seicento: “Vi sono – egli scrive – tre ordini di grandezze: la grandezza dei corpi o delle realtà fisiche; la grandezza intellettuale o del genio; la grandezza morale o della bontà”. Esaminando questa frase, tocchiamo con mano la differenza che c’è tra sistema valoriale cristiano e pagano. A differenza della cultura greco-romana, o di quella attuale, che mette al vertice la superiorità fisica e intellettuale, l’ethos cristiano favorisce la bontà e i valori morali: la disponibilità, lo slancio affettivo, l’ottimismo, la semplicità, la tranquillità interiore. Per Pascal, e per i cristiani, una vecchietta analfabeta che sorride con atteggiamento di comprensione, oppure un bambino che coglie nel prato le margherite per la mamma, sono superiori all’intellettuale che comunica, con evidente compiacimento, concetti sublimi, o allo scienziato che fa una nuova scoperta più per gloria o lucro, che per il bene degli altri. Torna alla mente una sentenza famosa: “C’inchiniamo di fronte all’ingegno ma c’inginocchiamo dinanzi alla bontà”.

È evidente che le tre tipologie di grandezze tendono ad ignorarsi, a vivere di vita autonoma. Così, ad esempio, un uomo di cultura potrebbe considerare con sufficienza il campione olimpionico incolto o l’attrice bella ma frivola. E viceversa. Ciò è sbagliato. Verità, bontà, bellezza, saggezza, sono sistemi bisognosi d’integrazione reciproca, per il benessere individuale e sociale. Non devono escludersi ma completarsi, ponendosi però all’interno di una scala gerarchica. Ma, è necessario che l’insieme dei talenti sia ancorato ad un valore fondamentale, assoluto, qualcosa che non finisce.

Ammettiamolo. Non per tutti è facile convincersi che una madre che stringe sorridente il suo bambino, una persona che si mostra solidale con chi è nel bisogno, o che si consuma in un’attività sociale con spirito ideale, incarni valori più profondi di un calciatore che vince un campionato o di un cantante che trionfa in un festival.

Per fortuna, nella vita quotidiana, ci accorgiamo che tra la nostra gente vi sono persone serene, pacifiche, dotate di una saggezza naturale. Quando parliamo con loro, sembra di trovarci di fronte ad una maturità umana rilassante, tanto simile alla santità. Luciano Verdone

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