A SCUOLA CON IL CAPPOTTO…

By Stefano Pallotta
Pubblicato il 2 Novembre 2014

Sono encomiabili gli sforzi di quegli organi d’informazione, compreso il nostro, che hanno smesso da tempo il depressivo ritornello della crisi per imboccare, invece, una più ottimistica strada della valorizzazione delle eccellenze abruzzesi: intraprendenti privati che in tempo di crisi riescono a emergere con iniziative e prodotti innovativi, ma anche piccole e medie industrie che sono state capaci di reggere il tremendo urto della depressione. Direttori coraggiosi che hanno scelto la strada dell’ottimismo, perché consapevoli che in economia l’aspetto psicologico è un elemento decisivo per spingere verso la ripresa. Come non condividere questa scelta e valorizzare fino al parossismo l’affacciarsi della nostra regione sul proscenio delle più alte cariche costituzionali con l’elezione a vicepresidente vicario del Consiglio superiore della magistratura (Csm) di Giovanni Legnini, politico che ha fatto della sobrietà e della competenza la sua distintiva cifra caratteriale. Qualcuno definirebbe la condotta di Legnini come “basso profilo”, ma che diventa “alto profilo” in un panorama politico di affabulatori e di venditori di fumo, di magliari e di apprendisti stregoni e per usare una vecchia definizione “evergreen”, di nani e ballerine. Come non dare il dovuto risalto ad alcuni comparti produttivi, come il manifatturiero, che si sono incamminati strutturalmente verso la strada della ripresa. E poi tanti micro-esempi positivi di brio imprenditoriale e d’immaginazione produttiva.

Nonostante gli sforzi di questi illuminati direttori dei nostri organi d’informazione, però, nel panorama regionale altro di positivo non si riesce a intravvedere: forse qualcosina nel mondo della cultura e dello spettacolo, ma poca roba. Al contrario, invece, la cosa stupefacente è che, nonostante il momento richieda che tutti ci si rimbocchi le maniche per aiutare l’Abruzzo a uscire dalla crisi, si continua ad assistere al festival delle negatività. È spiacevole doverlo costatare, ma la fatica del mondo della comunicazione di accelerare, sia pure virtualmente, l’uscita dal tunnel della crisi cozza contro una realtà fattuale che non si sogna lontanamente di gettare alle ortiche vecchie pratiche che hanno fortemente contribuito a determinare la situazione in cui ci troviamo.

Contravveniamo, allora, solo per un momento, a questa sana tendenza editoriale, quella cioè di puntare sulle cose positive per dare una mano alla ripresa, e proviamo a elencare quelle, nuovissime, quasi fresche di giornata, provenienti dal mondo degli inferi, ossia quelle negative, senza commentarle più di tanto. Vogliamo partire dal mondo della burocrazia amministrativa che, senza grandi sforzi, riesce sempre a dare un’eloquente immagine di sé? L’arresto, lo scorso 30 settembre, dell’ennesimo dirigente della Regione Abruzzo con l’accusa di corruzione. Vogliamo proseguire con il mondo dell’informazione? La chiusura della storica edizione abruzzese del quotidiano Il Tempo e l’annunciata chiusura della redazione aquilana de Il Messaggero. Vogliamo solo per un attimo – anche se ormai non costituisce più notizia – parlare dell’ultimo annuncio di chiusura di una fabbrica in Abruzzo? La cartiera di Avezzano (oltre 200 lavoratori), la seconda realtà industriale della Marsica. Vogliamo proseguire con l’ambiente? Un altro orso (dei circa 50 esistenti in Abruzzo) ucciso a colpi di fucile ma non dai bracconieri questa volta, bensì da un semplice cittadino che voleva difendere i suoi polli, con conseguenti demenziali discussioni (si fa per dire) tra innocentisti e colpevolisti sulla rete.

Ma quella che più di tutte merita a caratteri cubitali il titolo “senza parole” è la notizia che il Comune di Pescara, “senza soldi “, vuole risparmiare anche sul riscaldamento dei bimbi delle scuole materne. Facciamo altri debiti, ma evitiamo di fare indossare il cappottino ai bimbi a scuola: icona che da sola basterebbe a dare una mazzata letale agli sforzi di speranze e di ottimismo.

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