“NON C’È COSA PIÙ BELLA CHE SERVIRE IL SIGNORE”

La professione perpetua di Nicola D’Ettorre
By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 1 Novembre 2022

Si chiama Nicola D’Ettorre, ma tutti lo chiamano Nicolino. È nato a Frisa (CH) 52 anni fa e lo scorso 1 ottobre ha emesso la professione perpetua nelle mani del padre provinciale Luigi Vaninetti. Con la professione perpetua, il religioso entra nella congregazione in modo definitivo, come si comprende anche dalle parole pronunciate dal Provinciale una volta ricevuta la professione dei voti: “D’ora innanzi tutto sarà in comune tra noi”.

Il suo cammino, però, non è terminato perché per i religiosi candidati al sacerdozio, la professione perpetua è propedeutica ai successivi passi: quello delle ordinazioni diaconale e, almeno sei mesi dopo (cf. CIC 1031 § 1), presbiterale.

Alla celebrazione hanno partecipato tanti fedeli, molti venuti appositamente dal piccolo centro della provincia teatina. Tra gli altri, il padre spirituale – già parroco di Frisa – don Alessandro Lucci, la zia suora Maria Concetta De Santis, le sorelle Lucia e Fiorella tanti parenti e amici e anche l’autorità civile, nella persona del consigliere comunale Romano Mattioli, per l’occasione vestito di fascia tricolore.

Confratel Nicola, in una video intervista pubblicata sul canale youtube e sulla pagina facebook de L’Eco di San Gabriele, ci aveva raccontato di aver conosciuto i passionisti e desiderato di abbracciare questa vita già da fanciullo per aver incontrato i religiosi della congregazione impegnati in una missione nel suo paese. Ci aveva raccontato delle difficoltà scaturite dalla contrarietà della famiglia e dell’incoraggiamento ricevuto da mamma Maria Concetta che gli disse che se fosse stata volontà di Dio avrebbe trovato il modo di realizzarla.

Passano gli anni e Nicolino studia all’alberghiero di Villa Santa Maria, e lavora nella ristorazione per anni. Finalmente, all’età di 46 anni, arriva il momento in cui Dio dispone la sua entrata in convento tra i passionisti a Morrovalle (MC) dove inizia il percorso verso la consacrazione: “Il Signore ha spianato la strada davanti a me”, dice confratel Nicola.

Dopo tanti anni, quindi, si torna a studiare: latino, greco, ebraico, filosofia, teologia. Materie nuove, ma affrontate con il piglio di chi sa che è necessario per adempiere la vocazione che Dio gli fece sentire in gioventù e che ora si va concretizzando.

A sostenerlo c’è l’esempio del santo tanto amato, Gabriele dell’Addolorata, che imita nella risoluzione per cui “Ciò che piace a Dio, piace anche a me” e nel sentimento di gioia che sperimenta a vivere tra le mura della casa religiosa: “Non cambierei un quarto d’ora tra queste mura con tutte le gioie del mondo”.

Confratel Nicola è un uomo sensibile e facile alla commozione. Non sorprende quindi vederne gli occhi diventare lucidi mentre alla fine della celebrazione ricorda i suoi genitori che, ormai in paradiso, avrebbe voluto e comunque sente vicini a sé. Eppure le sue parole sono ferme e risolute quando rivolgendosi ai giovani li incoraggia a scoprire che “non c’è cosa più bella che servire il Signore”.

Caro confratel Nicola, ci sei riuscito: oggi, come san Gabriele sei passionista per sempre, e come san Gabriele sei candidato al sacerdozio. Ti auguriamo di poter presto giungere a spezzare il pane dell’Eucaristia e della Parola per i tanti devoti che visitano il santuario di San Gabriele.

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