Un volo di circa 16.000 km e mi sono trovato in Australia, per incontrare migliaia e migliaia di italiani, abruzzesi e non, che continuano a ricordare e festeggiare san Gabriele dell’Addolorata. E per celebrarla con solennità, come è ormai tradizione, i devoti del santo chiedono la presenza di un padre passionista del santuario di San Gabriele.
Quest’anno sono stato io l’inviato, anche se novello sacerdote da nemmeno tre mesi. Avevo molto timore prima di partire, ma tutte le paure sono svanite in un attimo appena ho incontrato i primi italiani in Australia e i confratelli passionisti che mi hanno accolto nella comunità di Templestowe, sobborgo di Melbourne nello stato del Victoria. Mi sono sentito subito come a casa. Ho letto sui volti degli italiani caparbietà, perseveranza, fede e italica fierezza. Mi è venuto spontaneo paragonare la loro decisione di emigrare in Australia in cerca di un futuro migliore alla scelta di san Gabriele di lasciare la famiglia per diventare passionista.
Questo accostamento tra la vita di san Gabriele e quella dei nostri compatrioti in Australia mi ha accompagnato durante tutto il periodo della mia permanenza nel continente australiano. Tre le tappe: 13-21 febbraio Melbourne; 21-28 febbraio Urrbrae, sobborgo di Adelaide nello stato del Sud Australia; 28 febbraio – 7 marzo a Marrickville, sobborgo di Sydney nello stato del Nuovo Galles del Sud. I comitati di san Gabriele hanno lavorato con passione per preparare la festa, in particolare la parte religiosa, che a Melbourne e ad Adelaide è stata preceduta da un triduo. A Sydney si è svolta come di consueto nello splendido scenario del santuario di Berrima, che dista circa 120 km dalla capitale.
Con altrettanta passione e gusto è stata organizzata a Melbourne e Sydney la parte ricreativa della festa che, in qualche modo, ha riproposto per qualche giorno in Australia un angolo d’Italia, con tanto di carabinieri in alta uniforme, alpini, donne in costume tradizionale, cori, eccetera. Particolare cura ha richiesto l’allestimento della parte culinaria con immancabili porchette e prelibatezza italiane. È stato bello costatare come gli italiani siano riusciti a inserirsi nel nuovo Paese, a farsi onore, conservando la fierezza e la fedeltà alla loro fede e alle loro tradizioni.
Ero partito con timore e preoccupazione, sono tonato a casa con gioia, arricchito, lieto di aver potuto fare questa esperienza di fede tra i nostri connazionali e grato per l’accoglienza, l’ospitalità, anzi la fratellanza, sia tra i nostri connazionali che nelle comunità passioniste in cui sono stato ospite.
San Gabriele continui a essere per tutti il compagno e protettore che il buon Dio ha messo lungo il nostro cammino.