“TORNERÒ A CUBA QUANDO FINIRÀ LA DITTATURA”

 

È cubano, attore, regista e produttore cinematografico. Credente, cattolico, tre figlie femmine e un maschio, la stessa moglie da 34 anni. Non stupisce che alla soglia dei suoi sessant’anni, perfettamente portati, la Campari l’abbia scelto come testimonial del suo amaro. Nonostante la svolta storica dello scorso marzo, quando dopo 88 anni di contrasti, l’Avana ha accolto il presidente Usa Barack Obama, lui, Andy Garcia ha recentemente detto: “Il problema non è Obama, è Cuba. Quel regime deve cambiare. Non importa quello che avviene all’esterno finché non cambia la situazione interna, la stessa da 55 anni: dittatura”.

A chi gli ha domandato se tornerà a vedere come va nel suo paese, Garcia ha risposto: “No. Non metterò piede a Cuba finché nel mio paese non ci sarà libertà”. Con cinquanta film all’attivo, una nomination all’Oscar per Il Padrino III come attore non protagonista, Andy Garcia è una vera macchina da cinema che quest’estate ritroveremo nelle sale per il reboot di Ghostbusters. Nello spot della Campari interpreta don Salvatore, saggio siciliano che dispensa consigli di vita in una cornice conviviale mediterranea, calda e rassicurante, dove recita in italiano. Nato nei Caraibi, a Cuba, a sud degli Stati Uniti, a cinque anni e mezzo si è trasferito a Miami. Dopo l’università è andato a Los Angeles, nel sud della California. “Il south side è anche un modo di essere – ha commentato in un’intervista – credo che la cultura cubana e quella italiana siano molto simili. La famiglia, l’apprezzamento per la vita, il buon cibo e gli amici, le passioni per arte, musica e letteratura”. E così dopo 26 anni da Il Padrino III Garcia è tornato a Palermo “con qualche chilo in più”. Ma d’altronde “il mio stomaco è italiano”, ha ammesso.