SIAMO PRIMI IN EUROPA MA NON DICIAMOLO (è per la corruzione!)

una ricerca che fa riflettere
By redazione Eco
Pubblicato il 1 Marzo 2014

OGNI ANNO QUESTO REATO PRODUCE 120 MILIARDI DI EURO, LA METÀ DEI QUALI VIENE PRODOTTA IN ITALIA. LA COMMISSIONE UE NON BACCHETTA SOLO IL NOSTRO TIPO DI INCLINAZIONE, SE LA PRENDE SOPRATTUTTO CON LA CLASSE POLITICA CHE L’ALIMENTA, L’INCORAGGIA, E CON ESSA SI FORAGGIA Primi nell’Unione Europea. Era ora che svettassimo in qualcosa, ma questo primato è meglio non gridarlo. Anzi: non ne parliamo proprio, perché si tratta della corruzione. Da noi produce 60 miliardi all’anno, qualcosa simile a tre leggi finanziarie, il 4 per cento del Prodotto interno lordo (Pil), la metà di quanto viene prodotta da tutti gli altri paesi membri dell’Ue messi insieme. Nessuno stato al mondo ne è immune, quindi il concetto di onestà va adattato alla percentuale di corruzione: è “onesto” quel paese in cui la corruzione è più bassa. La Danimarca, per esempio, o la Finlandia. Noi siamo alla parte opposta, veniamo ritenuti più corrotti della Grecia, della Bulgaria, della Romania. Praticamente siamo tra i più devoti a quella che recentemente papa Francesco ha chiamato “dea tangente”.

A dirlo non sono le solite malelingue straniere o gli italiani scoraggiati dalle tante inchieste che ci consegnano imprenditori che ridono per il terremoto perché faranno affari d’oro smistando bustarelle; oppure presidenti di Regione che si fanno rimborsare anche un paio di mutande a tono con la bandiera del partito. A dirlo è la Commissione europea degli affari interni, della quale facciamo parte, che ha sviluppato il primo report sulla corruzione. Ogni anno questo reato produce 120 miliardi di euro, la metà dei quali viene prodotta in Italia. Se di sorpresa possiamo parlare, certo essa riguarda la proporzione, perché quanto a esempi di corrotti ne abbiamo da esportare nei cinque continenti. Dalla ricerca risulta, infatti, che ben il 97 per cento (!!!) degli italiani è convinto che la corruzione dilaghi, alla faccia di una stagione interminabile come quella di mani pulite. Nonostante i saponi, sono sempre molto sporche. La percentuale è superiore di ben 21 punti alla media europea. D’altronde, un’altra ricerca indica che l’88% pensa che corruzione e raccomandazione siano il mezzo più semplice per accedere ai servizi pubblici, ottenere un posto, una licenza, un permesso, qualsiasi cosa ci serva, anche se ci spetta (quante mazzette sono scivolate per far valere diritti sacrosanti?).

La Commissione Ue non bacchetta solo il nostro tipo di inclinazione, se la prende soprattutto con la classe politica che l’alimenta, l’incoraggia, e con essa si foraggia. Nella relazione che accompagna il report, presentata di recente dal commissario Cecilia Malmström, si legge: “In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione”. E giù bordate sulle leggi ad personam, su quella relativa al falso in bilancio eccetera. Il bello è che siamo i primi a dire che occorre combatterla. Addirittura nel 1999, su spinta della solita Ue, costituimmo un’apposita autority, destinata, come tante altre, a non funzionare: l’acronimo era Civit. Non funzionò e se ne fece un’altra, che ora si chiama Anac, ma con lo stesso risultato. L’importante è averla, poi… ognuno se la gira come vuole all’insegna dell’italico motto “tengo famiglia”. Un’altra ricerca dice che il 2% degli italiani ha ricevuto almeno una volta la richiesta di una tangente, percentuale che un rapporto di Libera (la rete di associazioni di don Luigi Ciotti) fa salire addirittura al 12%.

Ma, al termine di questa dissertazione, resta appeso un interrogativo: nei 60 miliardi sono considerati anche gli stipendi pagati da enti pubblici a segretarie assunte per essersi impegnate con l’assessore a… “incontrarlo” almeno due volte a settimana? O quelli di elette, e loro sorelle, assunte dopo aver pernottato in hotel con il governatore di turno che, a sua volta, avrebbe fatto la cresta anche sul rimborso (pubblico) della stanza?

Comments are closed.