RITORNO DEI SINDACATI

Per la scalata al potere Renzi ha spesso scelto l’attacco ad avversari ancora di gran nome e prestigio ma di forza calante: gruppi interni al Pd di residua matrice comunista, componenti del centro-destra di matrice FI, i sindacati confederali, accusati di irrimediabile conservatorismo. E tra questi, in particolare la Cgil, più esposta dalle denunce e dalle strategie parolaie di Landini e dall’immobilismo ideologico della Camusso. La scelte politiche del presidente del Consiglio hanno avuto, sin’ora, successo; quella relativa ai sindacati potrebbe, invece, fallire. E se questo accadesse sarebbe un bene per l’Italia. Come i partiti, infatti, i sindacati sono una tra le componenti essenziali di una moderna democrazia rappresentativa. A condizione (come per i partiti) che sappiano adeguare il proprio modo di essere e di operare al costante mutare delle situazioni socio-economiche, politiche e istituzionali in Italia, in Europa e nel mondo. Per Cgil, Cisl e Uil, infatti, dopo un periodo di stanca sul terreno delle analisi e delle iniziative richieste dalla crisi socio-economica e finanziaria che ha investito il mondo a partire dal 2008 (periodo di stanca accentuato dalla demagogia dei metalmeccanici Cgil, e in parte della Uil, nei confronti del realismo di quelli della Cisl sulle risposte  alle iniziative della Fiat di Marchionne) l’elezione di Anna Maria Furlan, nell’ottobre del 1914, a segretaria generale della Cisl (che ha nel suo Dna la contrattazione decentrata e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese) ha favorito l’avvio di un nuovo responsabile impegno delle tre confederazioni sui problemi vitali del paese, che per una adeguata soluzione richiedono anche significative modifiche nei modi dei sindacati di  affrontarli.  Impegno che si è concretato a metà gennaio in un documento comune che riguarda: una innovativa considerazione del contratto nazionale; contrattazione aziendale e territoriale legata alla produttività e alla qualità del servizio;  partecipazione dei lavoratori a momenti essenziali nella vita delle imprese produttive private e pubbliche e in quelle di servizio.  Sono esigenze imposte dalle eccezionali trasformazioni indotte negli apparati produttivi e nelle strutture dei servizi delle società avanzate dell’Europa e dell’Occidente dal crescente ruolo economico, finanziario, commerciale e politico di grandi paesi dell’Asia, dell’America Latina, dell’Africa, e dalla costellazione di paesi arabi del Medio-Oriente. In sintesi estrema, i punti essenziali del documento dei tre sindacati sono: a) La riaffermazione del valore insostituibile del contratto nazionale per quanto riguarda la definizione degli orari, la sicurezza nel lavoro, la tutela della previdenza e della salute. b) Ruolo incisivo alla contrattazione di secondo livello territoriale e aziendale. Incentrata non solo sulla produttività ma anche sulla realizzazione di politiche aziendali (caratterizzate da una sistematica contrattazione e dal ruolo attivo dei lavoratori nella gestione delle strutture e dei programmi che ne derivino) volte ad una adeguata corrispondenza alle nuove esigenze di vita, di lavoro, di qualificazione professionale e di istruzione dei lavoratori  e delle loro famiglie. c) La realizzazione anche nella pubblica amministrazione (per la quale tuttavia, vergognosamente, da sei anni i governi non rinnovano il contratto di lavoro) della contrattazione di secondo livello. Con la quale – dice la Furlan – si può accrescere la qualità del servizio pubblico e le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti, puntando comune per comune, regione per regione, Asl per Asl alla migliore gestione dell’organizzazione del lavoro e della flessibilità degli orari. In una situazione politico-istituzionale spesso dominata da calcoli elettorali più che da reale attenzione ai problemi vitali del paese, il documento dei sindacati potrebbe dunque essere un persuasivo richiamo a parlamento, governo, partiti e parti sociali a tornare a misurarsi, con determinazione e concretezza su quei problemi.

L'ECO di San Gabriele
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