LA RIVINCITA dell’INTERIEZIONE
Con un’attenta ricerca su ben 12 lingue (tra cui l’italiano, il mandarino e il russo) tre psicolinguisti dell’istituto di Nimega hanno vinto lo speciale premio IgNobel per la letteratura. Si noti, non il Nobel, ma un surrogato molto ambito che gioca sulla parola ignobile.
Creato nel 1991 quasi come uno scherzo, questo premio va a coloro che pubblicano scoperte tra lo strano, l’incredibile e il faceto ma che, come dice la formula del premio, “prima fanno ridere e poi fanno pensare”. Qual è stato dunque il lampo di genio dei tre luminari? Attraverso un puntiglioso studio sui linguaggi di tutti i continenti hanno scoperto nel suono eh? l’interiezione universale che viene ripetuta almeno ogni sei minuti. Insomma, in ogni lingua del pianeta un interlocutore che non comprende qualcosa nella conversazione emette il suono interrogativo eh? o uno simile. Avviene almeno ogni sei minuti. Chissà se anche in altri pianeti.
È la rivincita della interiezione, troppo spesso ignorata o bistrattata dalla grammatica e dagli insegnanti. Ma, si sa, gli insegnanti sono di tre categorie: quelli che motivano, quelli che non motivano, quelli che demotivano. I primi sono oggi eroici, i secondi hanno scelto l’insegnamento come un ripiego. Gli ultimi andrebbero cacciati a pedate dalla scuola.
Per sicurezza, io ho sempre cercato di motivarmi da solo, tenendo ben in mente la norma secondo cui un articolo bello è sempre troppo corto e un articolo brutto è sempre troppo lungo. Urca, devo sbrigarmi altrimenti con questo pezzo mi do la zappa sui piedi. Non posso tacere però che quanto a motivazioni ho ammirato Flavia Pennetta. La campionessa italiana, dopo la strepitosa vittoria agli Us Open di New York, ha annunciato il suo ritiro: “Sono felice, ma lascio il tennis e cambio vita, voglio scoprire chi sono. Sono stanca di competere ogni settimana, voglio dedicare un po’ di tempo a me stessa”. Faro l’idea, come diceva Giosuè Carducci.
Non sono invece un patito fan del rapper Fedez, idolo dei giovanissimi. Dell’osannato cantautore mi indispone soprattutto il suo discutibile comportamento. Riconosce lui stesso d’essere ignorante e ne mena vanto: “Io non sono un giurista, ho la terza media, ma faccio ragionamenti logici”. Mica tanto, spesso vai di pancia, con ragionamenti a pera. Come quando ti dichiari “completamente ateo” e poi spari incaute sentenze su chiesa e dintorni. Oppure quando affermi che con il successo “sono cambiato sia in meglio che in peggio” e ritieni di poter discettare anche sui massimi sistemi.
Buone motivazioni trova invece l’attrice pescarese Sara Serraiocco, neo-star in ruoli insoliti. Le pesa il ruolo d’essere giudicata attrice di assoluta grandezza? “All’inizio sì, un po’ me la sentivo questa specie di obbligo di avere sempre successo. Ma quando ho capito che la faccenda stava prendendo una brutta piega per il mio equilibrio psichico, mi son detta: no Sara, così non va, niente ossessione. Se un premio arriva, se c’è una nomination, bene. Se no, amen”. Amen.
pierinodieugenio@yahoo.it