LA GRANDE ILLUSIONE

By Teodora Poeta
Pubblicato il 1 Marzo 2014

Durante la guerra del 1914-18 due aviatori francesi prigionieri, un aristocratico e un proletario, sono inviati in un castello trasformato in campo di concentramento, comandato da un asso dell’aviazione tedesca. Alcuni prigionieri evadono. Un capolavoro di Jean Renoir e dell’umanesimo al cinema. La verità dei fatti, dei personaggi, dell’atmosfera si fa poesia in un accorato messaggio pacifista più che antimilitarista che non trascura le differenze sociali. Scritto da Renoir con Charles Spaak, possiede una generosa ricchezza ideologica che nasce dalla sua ambiguità. Grande galleria di personaggi: Pierre Fresnay, Jean Gabin, Erich von Stroheim e Marcel Dalio. Nel film, intitolato La grande illusione ci sono molte sequenze memorabili tra cui la più famosa è quella dei prigionieri francesi, travestiti da donna che cantano la Marsigliese. Premiato a Venezia, fu proibito in Italia e Germania. Insieme a La passion de Jeanne d’Arc (1928) di Carl Dreyer, è il solo film francese che figura stabilmente nelle classifiche dei “dieci migliori film della storia del cinema”. Col medesimo titolo The Great Illusion nel 1910 uscì un libro dell’inglese Norman Angell, amico di Bertrand Russell, che s’interrogava sui vantaggi che i vari paesi europei avrebbero ricavato da una guerra tra loro. In uscita al cinema il 3 marzo.

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