EFESO CASA DELLA MADONNA
Io penso che non tutti i cristiani a Capodanno, frastornati dai botti e dai tradizionali cenoni, facciano caso che in quel giorno si celebra la memoria di Maria madre di Dio. Una festa antica, recentemente collocata al primo gennaio, ma che trae origine dal concilio di Efeso del 431, quando Maria fu proclamata la Theotokos, ossia madre di Dio. Una celebrazione strettamente legata al Natale.
Efeso si trova presso Smirne sulla costa occidentale dell’odierna Turchia e costituisce uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo. Si pensi alla biblioteca di Celso, al tempio di Artemide, noto come una delle sette meraviglie del mondo, ai siti che testimoniano la presenza della Madonna e degli apostoli Giovanni e Paolo. Tuttavia il luogo che più interessa a noi è il santuario di Meryem Ana = madre Maria, posto in cima al Bülbül Dag = collina dell’usignolo.
Ma si può veramente dire che a Efeso ci sia la casa della madre di Dio? La risposta c’è ed è stupefacente. Nel vangelo di Giovanni leggiamo: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv 19,25-27). È documentato che l’evangelista Giovanni svolse il suo apostolato a Efeso. Ora, non è pensabile che il discepolo prediletto dal Signore se ne sia andato a predicare il vangelo senza portare con sé la madre di Gesù. Gli Atti degli apostoli fanno sapere che dopo il martirio di santo Stefano “scoppiò una violenta persecuzione contro la chiesa di Gerusalemme” (At 8,1). Un attento commentatore osserva che Maria, come consanguinea di un uomo condannato a morte e i cui seguaci erano perseguitati, non poteva restare a Gerusalemme.
Sulla presenza di Giovanni a Efeso hanno scritto illustri storici e padri della chiesa: Ireneo, Policarpo, Policrate, Papia di Gerapoli, Ippolito, Clemente, Origene. Lo storico Eusebio scrive tra l’altro che Giovanni è morto a Efeso. Circa poi la presenza di Maria nella celebre città esiste un documento di singolare importanza. È la lettera che il concilio di Efeso inviò a Costan-tinopoli, dove era vescovo Nestorio, il sostenitore dell’eresia che nega la divina maternità di Maria. La lettera contiene questa frase: “Nestorio, il rinnovatore dell’eresia empia, dopo essere giunto nella terra degli efesini, là dove erano giunti il teologo Giovanni e la Theotokos vergine, la santa Ma-ria… dopo una terza convocazione è stato condannato”. Maria visse gli ultimi anni della vita in quella sede. Ma in quale casa? Ci sono ancora delle tracce?
Per sciogliere l’enigma ci viene incontro una mistica tedesca, suor Anna Caterina Emmerick. Una religiosa che ha ricevuto da Dio carismi straordinari. Nacque l’8 settembre 1774 a Flamsche, presso Dülmen in Vestfalia e morì a Dülmen il 9 febbraio 1824. Nel 1802 entrò nel convento delle agostiniane ad Agnetenberg (Dülmen).
Nel 1818 il famoso scrittore e poeta Clemens Maria Bren-tano, uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco, incuriosito dai fenomeni mistici della Emmerick volle andare a visitarla. Intendeva trattenersi pochi giorni. Invece, non se ne andò più. Rimase a Dülmen sei anni, per collaborare alla missione di Anna Caterina. Dopo di che morì, secondo la predizione della suora.
Le visioni erano del tutto particolari: “Lei si separava dal corpo dopo essere stata chiamata dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terrasanta dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento. Il giorno dopo li descriveva a Brentano”. Sulla base delle sue descrizioni è stata ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Il rinvenimento del sito ha suscitato enorme interesse non solo presso le persone semplici ma anche presso illustri studiosi. Riporto qui alcuni brani dell’articolo Maria è stata a Efeso? del noto biblista Ignazio De La Potterie. Lo studioso scrive: “La Vita di Maria (del Brentano) venne tradotta anche in francese, e una copia arrivò nel convento dei padri lazzaristi di Smirne… Uno di loro, Eugène Poulin, ironizzò a lungo con i confratelli su questa stramberia. Poi, per curiosità, organizzò una spedizione per esaminare la montagna e vedere se c’era un posto che corrispondesse alla descrizione fatta dalla Emmerick. Sorprendentemente, lo trovarono: in una foresta sul monte Solmisso, tra Efeso e il mare, scoprirono un punto che concordava perfettamente con la descrizione offerta dalla mistica tedesca. Si vedeva la città vecchia di Efeso e, nel mare, le due isole che la fronteggiano. E c’era una sorgente d’acqua che scendeva dal fianco della montagna. E proprio lì, sul pendio del monte, in un punto da cui si vedeva il mare, trovarono le rovine di una casa. È facile immaginare il loro stupore quando più tardi, chiedendo a dei contadini del posto cosa fossero quelle rovine, si sentirono rispondere che era la casa della madre Maria. Gli archeologi avevano infatti individuato che il vestibolo di quella piccola costruzione risaliva al VII secolo, l’abside al IV, e la parte centrale era stata trasformata in cappella in un’epoca imprecisata. Ma sotto la chiesa è stata trovata una casa molto più antica. Le ricerche archeologiche avevano infatti rivelato una casa risalente al I secolo dopo Cristo”.
Nell’estate del 2006 un furioso incendio distrusse 1200 ettari di bosco, ma le fiamme si arrestarono a un metro dal santuario. La testimonianza è di un frate che poté constatare personalmente il fenomeno. La gente grida al miracolo. Oggi il santuario viene visitato da quasi due milioni di pellegrini l’anno. Tra i più illustri nominiamo i papi Paolo VI nel 1967, Giovanni Paolo II nel 1979 e Bene-detto XVI nel 2006.