DESTINAZIONE FELICITÀ

By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 28 Ottobre 2020

Al santuario non è insolito incontrare motoraduni o autoraduni, ma forse è la prima volta che mi capita di incontrare un raduno di camperisti. Sì, ogni tanto di camper sul piazzale se ne vedono. In questo anno segnato dal covid, poi, i camper sono stati più numerosi del solito. Tuttavia non si vedono di frequente 9 camper parcheggiati uno accanto all’altro dalle nostre parti…

Così, mi avvicino incuriosito e incontro Roberto seduto su una sedia di tela davanti ad uno dei camper. L’accoglienza è subito calorosa. Mi spiega che il loro gruppo si chiama Camperisti Gioiosi. Hanno una pagina su Facebook con oltre mille iscritti. È là che si organizzano le uscite di gruppo. Uno lancia una proposta e chi vuole aderisce.

La proposta di venire a San Gabriele è venuta da Angelo, che è di Giulianova. Ha descritto il posto come interessante e proposto alcune specialità della gastronomia locale da provare.

Pronti? Via! Sono partiti da varie parti d’Italia e si sono dati appuntamento sul piazzale.

Oltre ad Angelo, solo Carla racconta di essere stata già a san Gabriele. Ma diversi anni fa, quando era incinta della prima figlia. “Mi sono riportata una statuetta di san Gabriele mi dice con cui ho continuato a pregare e ringraziarlo, ma qui non c’ero più stata. Così, quando è stata proposta questa meta, ho aderito subito con gioia”.

Il gruppo è variegato. Ci sono due ragazzi, Manuel e Lorenza, tanti adulti, e anche qualcuno con più primavere. Non avendo mai vissuto l’esperienza del camper sono curioso di fare loro qualche domanda.

Intanto: perché in camper? Non è meglio un hotel? “Con il camper si può fare una vacanza alla settimanadice Letizia, che aggiunge – in hotel la spesa sarebbe proibitiva!”. Ma vuoi mettere il confort? Il camper ha uno spazio limitato. Come fa una famiglia? Letizia non ha dubbi: “Ma se prenoti un hotel e il posto non ti piace che fai? Io invece metto in moto e mi sposto…”.

Poi mi mostra l’interno del suo camper: letto matrimoniale, cucina con frigo e angolo cottura, bagno con doccia, tv… E dietro al camper trova spazio anche, su quello che normalmente chiameremmo un portapacchi, una sorta di piccolo garage: i ragazzi ci caricano le biciclette. Quel giovanotto di Aurelio, invece, ci ha messo il monopattino con cui la sera prima – scambiandolo per un ragazzino – l’ho visto sfrecciare sul piazzale del santuario.

Letizia mi dice: “Ci sono camper che possono ospitare fino a 7 persone…”.

Ma la vita da camper è veramente così “semplice”? Cosa fate quando il tempo è cattivo?

“Quando il tempo è cattivo siamo al riparo. E se durante un viaggio ci sono difficoltà, accostiamo senza problemi perché abbiamo al seguito tutto il necessario”, mi dice Letizia. Roberto aggiunge: “La pioggia non è mai un problema. Più complicato è il vento. Stanotte, per esempio, ha soffiato forte agitando i camper e svegliandoci. Ordinariamente, però, il camper non presenta grandi difficoltà”.

È una bella giornata autunnale e i nostri amici camperisti consumano il pasto dietro i loro mezzi usando tavolini e sedie da campeggio oltre, naturalmente, ad alcune delle panchine in cemento del parco alberato. Il clima è di grande allegria.

I ragazzi giocano, i grandi parlano di vari argomenti. Qualcuno parla anche del proprio rapporto con Dio, coi santi, della propria vita di preghiera. Non manca chi racconta di aver ricevuto grazie in momenti importanti della propria vita. Aurelio e Letizia ancora si commuovono al solo ricordo.

A un tratto si sente un tonfo.

Liliana è caduta, battendo la schiena mentre giocava con Manuel e Lorenza. Tutti si adoperano per alleviarne il dolore. C’è chi prende una bottiglia fredda, chi corre in camper a prendere del ghiaccio: bisogna raffreddare la zona per limitare l’ematoma. Per fortuna, però, sembra essere nulla di grave. Il pranzo termina con alcuni liquori fatti in casa. Angelo è particolarmente orgoglioso della sua genziana e ne ha ben motivo: è ottima.

Un istante e i tavoli e le sedie usati per il pranzo spariscono. Tutto torna pulito e ordinato e, visto che per molti è la prima volta al santuario, facciamo una visita ai luoghi di san Gabriele ripercorrendo i tratti salienti della sua vita.

Finita la visita è già quasi ora di ripartire. Il tempo di una benedizione e, dopo i saluti, si accendono i motori per fare ritorno a casa magari già pensando alla meta per il prossimo weekend. Perché come è scritto dietro uno di quei camper: “La vita è un viaggio e ogni mattina si parte. Destinazione felicità”.

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