Il mio parroco ha detto che sono l’espressione dell’esasperazione dell’individualismo assai diffusa oggi, a suo dire, tra i giovani. Questo perché gli ho detto che credo in Dio ma non nelle istituzioni della Chiesa… La fede, a mio avviso, non c’entra niente con le “costrizioni” dell’istituzione Chiesa. Il rapporto con Dio è una cosa intima e tale deve restare. Per non parlare poi di certe liturgie interminabili che come unico effetto sui fedeli è quello di annoiarli… Manuel
Credo che l’individualismo sia come l’aria che respiriamo: la respiriamo tutti! Ma tutti sappiamo che non siamo soli, non ci facciamo da soli e abbiamo bisogno degli altri perché l’amore che ci apre alla vita, ci apre al mondo dell’altro. Però l’amore, anche l’amore per il Signore, ha bisogno dei suoi gesti, dei suoi simboli. Diversamente la nostra umanità rimane semplicemente coartata ed impoverita. Le liturgie (laiche e/o religiose) e le istituzioni corrispondono a dei bisogni di socialità, di identificazione, di partecipazione, eccetera. Possono essere lunghe, noiose, emozionanti, contestabili secondo il nostro stato d’animo e il nostro pensiero. Credo che sia bene, quindi, esaminare sé stessi e il senso di appartenenza. Si appartiene non solo col cuore, ma anche col corpo e con i segni della nostra umanità. Diversamente siamo solo degli alienati dal contesto relazionale.