Un raffinato studioso come Saverio Vertone, scomparso nel 2011, sosteneva che il centro in politica equivaleva allo zero. E che il centrismo ne rappresentasse solo una declinazione. Tanto educata da essere priva di mordente e persino di passione. Insomma, bisognava avere delle idee forti. Non era più tempo di sfumature. Ovviamente la sua era una provocazione lanciata nel momento in cui il sistema politico, dopo la stagione referendaria dell’inizio degli anni Novanta, si avviava a un bipolarismo molto imperfetto. In virtù di una legge elettorale che avrebbe preso il nome dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Mattarellum aveva il pregio di offrire due alternative secche di governo. La sera stessa del voto tutti sapevano chi avrebbe gestito il potere. C’era però la consapevolezza che l’eterogeneità delle coalizioni avrebbe reso l’esecutivo molto fragile. Per le formazioni centriste e moderate si trattava di scegliere da che parte stare.
Da qui l’inesistenza dello zero in politica. Però è anche vero che se abolissimo lo zero in matematica nulla funzionerebbe e nulla avremmo capito della complessità della vita terrena. E, dunque, le posizioni centriste e moderate possono apparire deboli e persino inutili (vi ricordate tutta la polemica sprezzante verso i tanti cespugli tipici dei sistemi proporzionali?) ma in realtà sono in molti casi il lievito della prudenza e della saggezza. Anche perché tendono a contenere e spuntare le spinte estremiste di destra e di sinistra. Certo dipende dai valori. La tradizione cattolica in politica (che ormai si è sciaguratamente persa e non si vede un nuovo don Luigi Sturzo) è di centro per definizione. E se leggiamo quello che ha scritto il filosofo bulgaro Cvetan Todorov (scomparso nel 2017), allora capiamo che per essere moderati ci vuole molto coraggio. Il moderato non è un debole. Un po’ come la virtù teologale della prudenza non è la paura di agire, bensì la determinazione di compiere delle scelte necessarie usando il discernimento, il pragmatismo.
Scendendo spericolatamente alla politica nostrana di questi ultimi mesi dobbiamo notare la scomparsa un po’ ingloriosa del terzo polo. Aveva due dioscuri Carlo Calenda e Matteo Renzi che hanno fatto come i polli di Renzo. Purtroppo senza un’anima centrista, qualificata e influente, l’opposizione non può nemmeno sperare di essere competitiva con l’attuale coalizione di governo. Abbiamo assistito invece alla forza attrattiva esercitata da Forza Italia sulle posizioni centriste dell’opposizione. È avvenuto l’opposto di quello che dovrebbe accadere in una situazione normale, specialmente tenendo contro della trazione a destra della maggioranza meloniana. Tutto merito di chi governa. Tutto demerito di sta all’opposizione e di chi ha coltivato troppe illusioni personali.
Lo zero in politica in questo caso è certamente esistito e aveva ragione Vertone.