Un santo per amico

Quando i tempi si fanno duri e le situazioni insostenibili chi non sospira ci vorrebbe un santo in paradiso? Per questo è provvidenziale avere sempre un santo per amico. I santi sono amici di Dio e amici nostri. Amici che Dio pone sul nostro cammino per farci sentire la sua vicinanza e bontà. Loro compito è aiutarci in qualsiasi situazione della nostra vita, soprattutto nel vivere in amicizia con Dio e con il prossimo e conseguire la felicità eterna. Sono i nostri migliori intercessori presso Dio, al Quale chiedono, a nome nostro, grazie, aiuti, anche miracoli. Sono generosi ma non si sostituiscono alla nostra pigrizia. Si potrebbe dire che il loro motto è aiutati che Dio ti aiuta.

I santi erano persone come noi, con gli stessi problemi, limiti, tentazioni e tuttavia sono riusciti a mettere in pratica in modo radicale il Vangelo. Quindi i santi sono una prova che il Vangelo non è un ideale impossibile, ma è un progetto di vita fattibile per tutti. I santi sono le persone più realizzate di questa terra e quindi erano sereni, gioiosi. Dimostrano che vivere secondo il Vangelo dà gioia, nonostante le difficoltà e le sofferenze che la vita riserva a tutti.

Ci sono santi in tutte le categorie e mestieri umani, di tutte le età, uomini, donne, sposati e non, sani, malati, religiosi, preti, vescovi, papi. È un’ulteriore conferma che la santità è alla portata di tutti, non solo di pochi privilegiati. San Giovanni Paolo II diceva: “La santità è la misura alta ma ordinaria della vita cristiana”. È una gara per tutti e tutti possono vincere mettendoci tutto l’impegno possibile.

Sono molti i santi, non solo quelli che la Chiesa dichiara come tali. Quindi ognuno può scegliersi il “suo santo in paradiso”, secondo i propri gusti, la tradizione di famiglia, l’affinità spirituale, o anche la particolare grazia da chiedere, perché abbiamo “specializzato” anche i santi, i quali, ovviamente, non sono gelosi l’un l’altro.

Noi de L’Eco tifiamo (scusate la parola) per san Gabriele dell’Addolorata. Ci piace perché è giovane e anche da santo mantiene la creatività, vivacità, generosità giovanile verso i suoi amici. Perché è il santo del sorriso. Perché dopo le normali debolezze e indecisioni adolescenziali, a 18 anni ha preso una rincorsa da campione verso la santità, bruciando i tempi.

Gabriele è patrono dei giovani, degli studenti che incoraggia con l’esempio della sua vita al senso del dovere, a superare i momenti di crisi, di scoraggiamento, a non rinviare le decisioni importanti, a pensare in grande, a formarsi all’altruismo e alla solidarietà. È il protettore della vita nascente, soprattutto delle giovani coppie (al suo santuario la sala degli ex voto è un trionfo di oggetti e foto che si riferiscono a neonati e bambini). Gli abruzzesi lo riconoscono come loro speciale patrono, ma lui aiuta tutti, anche quelli che non lo conoscono, che solo per caso scoprono che era lui che era loro apparso in sogno. Sì, perché gli piace usare come mezzo di comunicazione anche il sogno.

Amiamo Gabriele perché è il santo della porta accanto: non ha fatto nulla di eccezionale (non ne ha avuto nemmeno il tempo), ma ha fatto eccezionalmente bene quello che doveva fare. In questo, infatti, consiste la santità, fare bene il proprio dovere (non vale tanto quello che fai, ma come lo fai, cioè la passione per Dio e gli altri che metti nella tua vita). Lo amiamo per la sua spiritualità mariana che ci fa sentire sotto il mantello protettivo di Maria, la madre di Gesù. Lo amiamo perché è un intercessore potente e generoso, perché è un santo taumaturgo, che cioè, in nome di Dio, opera prodigi, miracoli. Che bello avere un amico così in paradiso!

L'ECO di San Gabriele
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