Si smontano ormai le ultime tende mentre qualcuno continua ancora a ballare, cantare e suonare. Cala il sipario sulla 34esima Tendopoli di San Gabriele, che anche quest’anno ha richiamato quasi cinquecento ragazzi provenienti da tutta Italia e, come tradizione vuole ormai da qualche anno, anche un gruppo di ragazzi venezuelani. Il tema della Tendopoli Periferie, grembo della tenda di Dio, trae spunto da una riflessione di papa Francesco. “Per presentare questa Tendopoli che si è appena conclusa – ha spiegato padre Francesco Cordeschi, ideatore e anima della Tendopoli – l’icona che mi affascina di più è la vergine Maria: una donna di periferia che è diventata grembo di Dio. Nazareth era infatti una destinazione assolutamente sconosciuta sulle cartine geografiche bibliche. Una periferia estrema, che è diventata significativa proprio in seguito a questa scelta di Dio. Ma Maria donna di periferia è diventata grembo, perché ha reso possibile alla tenda di Dio (l’amore) che accompagnava l’uomo nel cammino del tempo di trovare ospitalità nel suo grembo. Da allora è diventata madre della vita e speranza del mondo. Ecco allora il messaggio che questa Tendopoli ha voluto lanciare ai giovani: solo vivendo le periferie si salva l’uomo. Piantare la tenda nelle periferie dell’uomo è trasformare la periferia in grembo, il deserto in oasi, la morte in vita, il pessimismo in speranza, la disperazione in gioia”. E il tema della periferia, in questa 34esima edizione è stato affrontato da diverse angolature: spirituale, sociale, politico ed economico.
Com’è tradizione il saluto di benvenuto è stato portato ai tendopolisti dal vescovo di Teramo-Atri Michele Seccia, presente in mezzo ai ragazzi per l’intera Tendopoli, che ha concelebrato anche la messa conclusiva con il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano. A dare il via ufficiale alla 34esima Tendopoli l’arrivo della Fiaccola della speranza, benedetta e accesa da papa Francesco a Roma e portata poi in staffetta da un gruppo di podisti di Montorio al Vomano.
I ragazzi hanno affrontato l’impegnativa tematica con il contributo di personalità significative del mondo della cultura e della religione: da don Michele Falabretti, direttore del servizio nazionale per la pastorale giovanile a don Antonio Rizzolo, direttore della rivista Jesus, da don Daniele Simonazzi al giovane imprenditore Claudio Loccioni, dal commercialista Marco Ginanneschi al professore Massimiliano Cordeschi. Da Sergio Tanzarella a Claudia Koll, con il suo musical La bottega dell’orefice della Compagnia Star Rose Academy. Una breve pièce teatrale in tre atti scritta in Polonia nel 1960 da Andrzej Jawen (pseudonimo proveniente dalla letteratura polacca di Karol Wojtyla, allora giovane vescovo di Cracovia) sul tema dell’amore coniugale.