Notre-Dame e le ghiandaie

La cattedrale di Parigi dopo l’incendio è stata riedificata grazie al contributo di molti: ingegneri e architetti, maestranze e finanziatori. A loro sono andati i giusti encomi solenni, qualcuno fuori dal coro ha però fatto presente che meritava una menzione anche la ghiandaia (garrulus glandarius). Uccello dalle striature azzurre sulle ali e becco robusto, cibo preferito le ghiande e la tendenza esagerata al loro immagazzinamento sotto terra (anche oltre 20 km dal punto di raccolta). Lo stoccaggio superiore alle necessità invernali ha come effetto la piantumazione di querce.

L’associazione Quercus et Garrulus ha stimato che il 60% delle giovani querce francesi hanno messo radici grazie a tale pratica e a tal ragione ritiene che la maggior parte delle piante servite per tetto e guglia non erano state piantate dall’uomo. Per mantenere inalterata la struttura gotica del XII secolo si è usato legno proveniente da 2 mila querce secolari, ad alcune contestazioni, rispetto al danno al patrimonio forestale, l’International Oak Society ha spiegato che le emissioni di carbonio erano più contenute rispetto all’utilizzo di acciaio e cemento.

Per favorire le ghiandaie nella semina è stato ideato il sistema SAGE Jay- Assisted Seeding, contenitori riempiti di ghiande sistemati in punti strategici.

L'ECO di San Gabriele
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