La condizione degli edifici scolastici è un aspetto da non trascurare per il sistema educativo. Prima di tutto, per una questione di sicurezza degli studenti e di chi vi lavora, ma anche perché dalla manutenzione e dal rinnovamento delle scuole passa la stessa qualità della didattica offerta
Dopo il crollo del solaio della scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia nel 2002, in Molise, dove persero la vita 27 bambini e una maestra, il nostro Paese prese una serie di misure e di iniziative, come la riclassificazione del territorio nazionale in base alla pericolosità sismica – eliminando le zone non classificate – e la previsione di un fondo dedicato alle verifiche sismiche e agli interventi urgenti per le scuole. Provvedimenti a cui sono poi seguite altre linee di finanziamento nel corso degli ultimi 20 anni. Fino ad arrivare ai più recenti investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo, tra gli altri aspetti, stanzia 3,9 miliardi di euro per la messa in sicurezza delle scuole e 800 milioni (cifra successivamente innalzata sopra il miliardo) per la costruzione di nuovi edifici.
L’Osservatorio sulla povertà educativa #conibambini ha realizzato, tramite Openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, una raccolta di dati per verificare la realizzazione degli interventi disposti con il fondo per le verifiche sismiche messe in atto negli ultimi 20 anni.
Il fondo per gli interventi straordinari, incrementato con la legge di bilancio 2008 per le annualità successive, ha finanziato 225 interventi, stando ai dati aggiornati al febbraio 2022. Interventi destinati a un programma di adeguamento strutturale e antisismico delle scuole e per la costruzione di nuovi edifici scolastici. Questo programma è stato disciplinato da una serie di ordinanze e decreti della presidenza del Consiglio, assegnando anche una quota di competenza regionale in base ai livelli di rischio sismico del territorio.
In gran parte si tratta di interventi di adeguamento strutturale e antisismico: 195 edifici su 225 (86,7%). Vi sono poi 29 nuove costruzioni, per quei casi in cui il costo dell’adeguamento dell’edificio esistente sarebbe stato eccessivo rispetto alla costruzione ex novo. In un caso, in Toscana, l’intervento riguarda il miglioramento di un edificio sottoposto a vincolo. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento, a febbraio 2022 risulta concluso l’89,3% degli interventi (201 in totale). Altri 13 sono in cantiere, mentre 6 sono in fase di progettazione o di appalto. Sono 5 quelli in corso di avvio.
Lo stato di avanzamento varia molto tra i diversi territori. In 7 regioni risultano conclusi tutti gli interventi finanziati. Parliamo di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto. In altri 4 la quota dei conclusi raggiunge o supera il 90% degli interventi: Sicilia, Emilia-Romagna, Calabria e Marche. In 2 regioni sono stati conclusi circa due terzi dei progetti: Campania (68,4%) e Molise (66,7%).
Diversa è la situazione rispetto agli interventi contro il rischio idrogeologico, nonostante il ripetersi di fenomeni di notevole intensità e con gravi conseguenze. I dati (Elaborazione Soluxioni SRL su Open data del ministero dell’Istruzione e del merito e pubblicati da Cittadinanzattiva) attestano che il 21,4% dei 40.133 edifici scolastici, ossia oltre 8.600 scuole (di cui 1944 in Emilia Romagna, 1745 in Toscana, 1163 in Lombardia, 1136 in Veneto), frequentate da circa 1.550.000 studenti, sono situate in aree a pericolosità idraulica; di queste, il 3,1% (1.420 scuole) si trova in aree a pericolosità/probabilità elevata, il 6,2% (2854) in zone a pericolosità/probabilità media e il 9,6% (4.372) in situazione di pericolosità/probabilità bassa.
Dati allarmanti che devono dar luogo a interventi mirati preventivi a opera delle istituzioni preposte e all’adozione di procedure e comportamenti adeguati sia nelle scuole che tra i cittadini, sostiene Cittadinanzattiva.