È stato come un pugno all’occhio. Mi riferisco a uno degli slogan usato in questa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Abruzzo. “Verde come le idee”, è scritto a fianco del candidato. Ora, è del tutto evidente che il medesimo aspirante allo scranno regionale si riferisca al suo impegno per l’ambiente, ma se ci pensate un po’ vedrete che si presta a diverse ironie. Il detto restare al verde una volta si riferiva al colore della parte più bassa delle candele dove non c’era più stoppino e quindi a quel punto restava un mozzicone di sego inservibile. È come dire di rimanere a corto di denaro ma anche di idee. O no? Non solo. Si potrebbe aggiungere, per rimanere in tema di natura, che se le idee dovessero germogliare come le piante, allora campa cavallo. Allora mi sono detto vediamo un po’ come se la cavano gli altri candidati in fatto di appeal elettorale. È stato allora che mi è venuta un’idea veramente verde. Quella di promuovere, con una petizione popolare, un organismo nazionale per il perseguimento degli slogan elettorali ingannevoli, come la pubblicità televisiva. Non dico con il risultato sanzionatorio del panettone beneficante, ma insomma una cosa del genere. Leggete e giudicate.
Uno ha scritto “impegno continuo”. Ci mancherebbe pure un impegno istituzionale, come quello di consigliere regionale, in maniera discontinua. Con uno stipendio di oltre 7 mila euro al mese di base, dovrebbe accamparsi con una tenda canadese in Consiglio regionale. Andiamo avanti. In un altro c’è scritto il verbo “scelgo” e il nome del candidato. Il fatto si è che aver scelto questo verbo davanti al suo cognome sembra studiato a posta per inconsulte reazioni apotropaiche. E poi, “Cuore e coraggio”, forse il riferimento è letterario. Alla morale del libro che ha fatto commuovere generazioni di italiani: ogni tanto, le cose bisogna anche guadagnarsele, niente è dovuto. A costo di finire come la coraggiosa piccola vedetta. Impallinato. E a proposito di generazione che ne pensate di questo “Generazione competente”? L’aspetto del candidato (non serve specificare il genere, ovviamente) non sembra estremamente giovanile. Ergo, il riferimento non è alla generazione “Z”, nemmeno a quella “X”, forse ai Millennial, quindi generazione “Y”.
Insomma, c’è da perdere la testa a stabilire di quale si stia parlando e prima di decifrarla le elezioni sono passate. Non mancano ovviamente sottili riferimenti alle parabole evangeliche, “Gli ultimi per primi”. Manca il seguito: “i primi saranno gli ultimi”. Come dire: signori adesso basta, vi mando tutti a casa. Una pretesa-desiderio destinata probabilmente a rimanere tale. Un altro slogan recita: “Per l’Abruzzo sempre”. E con chi se no, visto che ci si candida per il Consiglio regionale dell’Abruzzo? Forse per il Molise o la Lombardia. Quanta ingenuità, e non aggiungiamo altro. Poi ci sono quelli che l’Abruzzo non vorrebbero farlo fermare. Chi lo vorrebbe più efficiente. Ma c’è anche chi lo vorrebbe nelle sue buone mani. Ci sarebbe da concludere con un Amen se non avesse il significato di “in verità”. Ma concludiamo lo stesso per carità degli abruzzesi.