FANTASIE BUGIE E REALTà

[dropcap]S[/dropcap]iamo nel pieno di una campagna elettorale do-minata da tensioni, strumentalizzazioni e rancori (ideologici, politici e personali) creati dalla fine di un ciclo, quasi ventennale, di vicende internazionali, politiche, istituzionali, economiche e sociali che hanno mutato (in bene e in male) il volto dell’Europa e dell’Italia. Una campagna elettorale caratterizzata purtroppo dalla tendenza di alcuni protagonisti a usare parole d’ordine e argomenti a effetto, al fine di convincere che vi siano soluzioni rapide (e a pochissimo prezzo) per problemi e fatti complessi, che hanno radici profonde nella società, nelle istituzioni e nella politica del nostro paese. E che oggi, inoltre, subiscono, per la loro soluzione, pesanti condizionamenti dalla realtà europea e mondiale.

Problemi e fatti, dunque, che agli elettori dovrebbero essere proposti, con grande coraggio e grande chiarezza, al fine di dare loro soluzioni adeguate. Considerati soprattutto i tempi non brevi e i sacrifici che comportano per tutti (sia pure proporzionati alle possibilità di ciascuno). È questo un dovere inderogabile per i candidati di partiti, movimenti e gruppi che le previsioni indicano destinati a governare, oppure a controllare e stimolare dall’opposizione le proposte e le decisioni dei primi. Perché tutti sanno che non si risolvono usando la bacchetta magica problemi, per esempio, come: l’evasione fiscale e l’attuale (ormai insopportabile) peso di tasse, imposte e balzelli vari su famiglie e imprese; lo spreco di risorse pubbliche nella gestione delle istituzioni e delle strutture operative dello stato, delle regioni e degli enti locali; l’inaccettabile costo della politica; la lentezza della amministrazione della giustizia (di quella penale che colpisce in particolare le persone e di quella civile che, oltre alle persone, colpisce le imprese, frenando lo sviluppo e l’occupazione); l’eccessivo costo dell’energia per le imprese italiane rispetto alle concorrenti degli altri paesi dell’Ue; gli sprechi e le disfunzioni della sanità; le carenze della scuola e dell’università; il peso della disoccupazione (in particolare per i giovani e le donne); il dissesto del suolo.

Gli elettori dovranno poi guardarsi da quanti affermano che i problemi dell’Italia si risolverebbero, prima e meglio, rinunciando all’euro; e magari mettendoci in Europa alla testa di una grande crociata antitedesca, per non diventare sudditi della Germania che ci sfrutterebbe. La politica economica e finanziaria della Germania, mostra indirizzi e realizzazioni di assoluto valore (per essa e per il continente), ma presenta certamente distorsioni e forzature sul terreno di una necessaria solidarietà, primo fattore per la vita e lo sviluppo dell’Unione Europea. Ma distorsioni e forzature si possono superare solo lavorando per dare poteri politici sempre più incisivi al parlamento europeo, autorevolezza e strumenti efficaci al governo dell’Unione e della Banca centrale europea. Al fine di realizzare, innanzitutto, una politica estera e politiche dell’energia, della ricerca, fiscale e sociale comuni. Obiettivi per i quali varrà la pena di battersi – chiunque vinca le elezioni – nell’interesse  dell’Italia.

Infine, soprattutto gli elettori attratti da facili slogan propagandistici contro l’euro e contro l’Europa, sarebbe bene riflettano che fuori dalla moneta unica e dall’Unione l’Italia sarebbe travolta nella competizione economico-finanziaria e socio-politica continentale e mondiale. Perché dominata dallo scontro in atto tra giganti tradizionali (quali gli Usa e il Giappone) e nuovi (quali Cina, India, Brasile, Russia, gli aggregati di potenze petrolifere del Medioriente). Basterebbe che riflettano prima di votare anche solo a fatti come questi: In Cina, la linea ferroviaria ad alta velocità Pechino-Shanghai (oltre 1000 chilometri) è stata costruita in 4 anni, la Cina detiene una enorme percentuale dei titoli del debito pubblico degli Stati Uniti ed è diventata la seconda potenza economica al mondo; la maggiore produttrice di acciaio in Europa è una società indiana; la Russia sta costruendo il più grande gasdotto al mondo, di cui beneficeranno le imprese europee e quelle italiane in particolare; la produzione e le vendite della Fiat in Brasile sono superiori a quelle in Italia.

Oltre a molti altri, sono questi i fatti (e non le chiacchiere) con cui dovranno fare i conti vincitori e vinti alle elezioni.

L'ECO di San Gabriele
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