È TEMPO DI TASSE!

SIAMO UN POPOLO POCO INCLINE A PAGARE I TRIBUTI E AMMIRIAMO CHI RIESCE A EVITARE QUESTA ANGUSTA OPERAZIONE. GLI ULTIMI DATI RELATIVI AI REDDITI 2012 (QUINDI LA DICHIARAZIONE FATTA LO SCORSO ANNO) INDICANO CHE I DIPENDENTI GUADAGNANO PIÙ  DEI DATORI DI LAVORO, UN CAMERIERE PIÙ DEL RISTORATORE E COSÌ VIA… È un periodo particolare questo di primavera avanzata: non riusciamo a godere appieno del bel tempo che avanza perché occorre scovare dagli angoli più angusti il maggior numero di pezze d’appoggio per aumentare le detrazioni fiscali. Già, proprio adesso ci si prepara alla tortuosa e poco simpatica dichiarazione dei redditi. Per chi ha poco o paga tutto il dovuto è senza dubbio il peggior periodo dell’anno; per gli altri il “dolore” è alleviato dalle furbate che consentono loro di eludere o evadere il tributo, e qualche sorrisetto sotto i baffi se lo fa. Ci sono poi alcuni che sghignazzano in quanto della dichiarazione dell’Irpef – che interessa 41,7 milioni di italiani – non gliene…importa un fico secco. Loro non la fanno e basta. Ogni tanto qualcuno viene scoperto, ma sono rischi che si corrono volentieri.

Siamo un popolo poco incline a pagare i tributi e ammiriamo chi riesce a evitare questa angusta operazione. Siamo sempre convinti che ci siano milioni di furbi, e a volte i dati ci danno ragione. Per esempio, gli ultimi dati relativi ai redditi 2012 (quindi la dichiarazione fatta lo scorso anno) indicano che i dipendenti guadagnano più dei datori di lavoro, un cameriere più del ristoratore e così via.

Altra “singolarità” è che il 5% dei contribuenti “Paperoni” dichiara complessivamente più di quanto faccia la metà dei contribuenti, quelli più poveri. Il reddito medio degli imprenditori rimane vistosamente più basso di quello dei lavoratori dipendenti: 17.470 euro contro 20.280 euro. L’80% degli autonomi dichiara meno di 20.000 euro. Divari che rimangono anche a livello territoriale: i lombardi guidano la classifica dei redditi dichiarati – in media 23.320 euro e superano i calabresi, ultimi in classifica di oltre 10.000 euro – ma al momento di pagare sanno utilizzare meglio sconti e abbattimenti vari: così i contribuenti del Lazio fanno il sorpasso e guidano la classifica dell’Irpef versata: 5.970 euro, 140 euro in più dei lombardi.

Il reddito medio fiscale si è attestato nel 2012 a 19.750 euro, ma la metà dei contribuenti dichiara un reddito complessivo inferiore a 15.654 euro. Le dichiarazioni dei redditi Unico e 730 ai fini Irpef sono state presentate da 41,4 milioni di contribuenti, ma tra imponibile ridotto e abbattimenti con deduzioni e detrazioni, sono molti quelli che non pagano l’imposta regina del fisco italiano e sono oltre 10 milioni quelli che non versano un euro d’Irpef (31,2 milioni di soggetti pagano in media un’Irpef netta di 4.880 euro). Il 5% dei contribuenti con i redditi più alti dichiara il 22,7% del reddito complessivo, una quota maggiore di quella dichiarata da metà contribuenti, quelli con i redditi più bassi. Da segnalare, poi, che sopra la soglia dei 300.000 euro, in pratica al livello che si vuole portare il tetto per i manager pubblici, c’è sono solo lo 0,07% dei contribuenti. Suddividendo i contribuenti per 20 fasce di reddito si scopre che circa l’80% degli imprenditori in contabilità ordinaria e circa l’80% dei lavoratori autonomi dichiarano un reddito inferiore a 20.000 euro. Se si guarda a dipendenti e pensionati a dichiarare sotto questa soglia sono circa il 60 e il 70%.

Se si guarda ai redditi dichiarati, la “guerra” tra categorie vede i lavoratori autonomi dichiarare in media 36.070 euro, i dipendenti 20.280 euro e gli imprenditori 17.740 euro, poco sopra i pensionati (15.780 euro). Ma il confronto, anche se indicativo, non sempre è corretto. Il dato degli imprenditori considera solo ditte individuali che, spesso, non hanno dipendenti: sbagliato pensare che due persone in una stessa ditta invertano la gerarchia dei redditi. I ‘‘poveri’’ imprenditori risentono poi delle molte classificazioni: quelli che hanno contabilità ordinaria e quelli semplificata. In ogni caso – i dati indicati dal ministero dell’Economia – non contengono autonomi e imprenditori in perdita, che pure ci sono. Ammonta a circa 23 miliardi di euro il patrimonio immobiliare all’estero dei cittadini italiani (sono 113 mila). Sono invece 130 mila coloro che dichiarano attività finanziarie all’estero, per 28 miliardi. Infine, tra il 2008 e il 2012 sono scesi i redditi medi dei lavoratori dipendenti (4,6%), degli autonomi (14,3%) e degli imprenditori (11%), mentre è salito solo quello dei pensionati (4,6%).