DUNE PARTE DUE, C’È ANCORA TEMPO PER LA PACE?

Denis Villeneuve prosegue la sua opera portando il secondo episodio della saga Dune sul grande schermo, in base all’epopea letteraria pensata e scritta da Frank Herbert a partire dagli anni 60. La storia di Dune è incentrata sulla figura di Paul, nobile della casa Atreides, che con la sua famiglia reale si trasferisce dal pianeta natio Caladan, sul pianeta desertico di Arrakis. Qui l’acqua è un bene prezioso perché molto limitato. Nella vita della popolazione locale i Fremen, esso diventa oggetto di religione insieme a una venerazione per le mostruose creature che abitano il sottosuolo del deserto.

Su Arrakis (che per gli abitanti del pianeta è semplicemente Dune) vivono giganteschi vermi delle sabbie, creature che passano la maggior parte del tempo immerse nell’arida sabbia, e che ritornano in superficie soltanto per trovare qualche preda che incautamente li avverte della sua presenza attraverso le vibrazioni del suolo.

Nel primo film, Paul era stato cacciato dalla Rocca imperiale, suo padre ucciso, i luogotenenti più forti della casata dispersi o massacrati in una guerra lampo messa in atto dagli Harkonnen, altra casata nobile in perenne contrasto con gli Atreides.

Questo secondo film copre i fatti rimanenti del primo libro della saga (The Dune 1965). Paul riesce a fuggire nel deserto con sua madre Lady Jessica, una seguace dell’ordine delle Bene Gesserit. Grazie ai suoi poteri e ai piani che l’ordine aveva inculcato da secoli nel popolo Fremen, Jessica riesce ad appropriarsi della leadership religiosa succedendo alla reverenda Madre in fin di vita, e a dare compimento alla profezia di un messia che avrebbe salvato i Fremen dalle minacce esterne, cioè dai Sardaukar imperiali e dagli Harkonnen.

Tale messia è proprio Paul, che unisce alla vendetta per il padre la dimensione di capo religioso e politico dei Fremen. Inizia la rivincita sull’antico avversario, che lasciamo alla visione di voi amici lettori.

Qui ci poniamo la domanda su come sia possibile fermare una guerra. Nel film di fantascienza in oggetto, il protagonista assumendo una speciale droga, il melange, pur riuscendo a prevedere i possibili futuri del conflitto in base alle diverse strategie dei nemici, sembra porre l’idea che il conflitto sia inevitabile, e che l’unico punto modificabile sia il tempo che ci separa dalla battaglia e il numero delle vittime.

Sembra che la lezione sia la medesima della storia reale cioè che gli Stati non possano fare a meno di mostrare i muscoli all’avversario, e che l’animo dell’uomo sia inevitabilmente corrotto. Nei libri successivi al primo, Herbert percorrerà fino in fondo il paragone religioso/politico, mostrando come la logica al rialzo porta all’apocalisse, e cioè che il male perpetrato nei confronti dei Fremen su Dune sarà moltiplicato (a rovescio) per tutto l’impero galattico, trasformando le vittime in carnefici, e la religione locale in mito fondamentalista.

La lezione che dobbiamo apprendere è che se vogliamo conservare per i nostri nipoti “un mondo che verrà”, non è più possibile ricorrere all’aumento della potenza di fuoco come deterrente, e ancor meno parlare di “guerra giusta” o “preventiva”.

La fantascienza ci lascia una speranza, e il lettore o cinefilo, che avrà la pazienza di continuare la lettura o la visione dell’epopea (attendiamo il seguito del lavoro di Villeneuve…), vedrà la discendenza di Paul riparare gli errori paterni, ponendo una riflessione più personale sulla scelta della violenza come azione lecita.

Negli ultimi anni l’Europa ha visto nascere un conflitto tra Ucraina e Russia. A ottobre 2023 un altro conflitto è stato riacceso in Terrasanta. Forse ci siamo abituati a pensare che questa situazione sia “normale”, ma spero che queste piccole provocazioni spronino a domandarci come costruire una vera e duratura pace, magari a partire dalla nostra piccola tribù locale! marco.staffolani@gmail.com

L'ECO di San Gabriele
Panoramica privacy

Questo sito utilizza cookies per migliorare l'esperienza di navigazione.

I cookies sono piccoli files di testo salvati nel tuo browser per facilitare alcune operazioni. Grazie ai cookies, se torni a visitare il sito potrai essere riconosciuto non dovendo dare nuovamente il consenso al trattamento dei dati personali e saranno ricordale le preferenze già espresse.

Per gli sviluppatori, i cookies indicano le pagine più apprezzate dai visitatori al fine di un ulteriore sviluppo del sito.