COME TUTELARE LA PACE FAMILIARE?

Io e mia moglie, quando si tratta di negare o assecondare un’iniziativa di un figlio, reagire ai capricci di quella più piccola o alle crisi di quello adolescente, la pensiamo sempre in maniera diversa. Ciò crea molte tensioni tra noi genitori e i figli. Padre, ci dia dei buoni consigli per cercare di andare d’accordo. Grazie di cuore. Roberto (Foligno)

La sintonia nell’educazione tra genitori, a volte, è così difficile che sembra un traguardo irraggiungibile. L’opinione diversa dell’altro a volte sembra una minaccia. Non vogliamo cedere su alcune posizioni che riteniamo giuste. In questo caso l’unico obiettivo che riusciamo a ottenere è che i figli approfittano della divergenza dei genitori per “ottenere” quello che desiderano. L’altro obiettivo è quello di aumentare le tensioni in famiglia. Per pervenire a una “comunione educativa” sono necessarie tempo e fiducia! Ci vuole impegno per investire tante energie nel dialogo per poter dare il meglio di sé e come genitori e come educatori. Questo esercizio serve anche a realizzare la coppia. Anche se il dovere di educare i figli è senz’altro il compito più importante dei genitori, non va però dimenticato il fine del matrimonio che è la “carità coniugale”. Essa, infatti, è “il terreno fertile” dove le piantine, che sono i figli, possono crescere e sviluppare fino alla maturazione. La diversità di sensibilità, di cultura e di esperienza, non deve scoraggiare anche se determina modi diversi di rapportarsi ai figli. Queste sono ricchezze che vanno messe a disposizione dei figli i quali possono acquisire una conoscenza diversa dell’aspetto formativo. Condividere, partecipare e dialogare devono essere verbi continuamente coniugati dai coniugi. Solo così si possono ottenere buoni risultati nella formazione dei propri figli. Concludo dicendo che i genitori non devono mai smettere di confrontarsi e dialogare sul loro ruolo e sulla finalità del matrimonio. La grazia del sacramento farà il resto.