CI VUOLE CORAGGIO

Le indagini demoscopiche rivelano che solo il 3 per cento dei cittadini apprezza i politici. E le cose che accadono da mesi nelle forze politiche lo confermano. Il malaffare che ha travolto l’amministrazione Pd di Roma; i brogli nelle primarie di Napoli per designare il candidato sindaco del Pd: la guerra incessante tra le correnti del partito hanno fatto dire a D’Alema che Renzi ne ha reciso le fondamenta, mettendolo in mano a servi e ad arroganti. In parallelo, la cosiddetta “democrazia diretta” dei 5 Stelle sta finendo in farsa: i candidati a sindaco per Milano, Roma e Napoli sono stati votati da meno di 3mila iscritti; l’eletta a Milano (con 47 voti) si è dimessa perché nel movimento hanno detto che è grassa e brutta. Infine si è scoperto che Casaleggio controllava – a loro insaputa – i siti dei parlamentari. Nel centro-destra la preparazione (si fa per dire) alle amministrative sta confermando profonde divisioni tra Fi, Lega e Fratelli d’Italia e altre micro-formazioni, per poche idee e mediocri capi. Gli stessi fatti caratterizzano il pulviscolo di formazioni dell’ultrasinistra.

Le vicende degli ultimi mesi, dunque, spingono sempre più in basso la stima dei cittadini per i politici, le cui cause di fondo riguardano soprattutto: 1) Uso del danaro pubblico da incompetenti, da demagoghi o da disonesti di molti eletti nelle istituzioni, di dirigenti di partito e di funzionari pubblici fisiologicamente collegati ai partiti. 2) Mediocre funzionamento del parlamento, della maggior parte dei consigli regionali e di molte amministrazioni comunali; fatto che impedisce di affrontare in modi adeguati vecchi e nuovi problemi della società e delle istituzioni. Per esempio: le disfunzioni nei trasporti pubblici; le carenze in ferrovie, strade, porti, reti energetiche e informatiche; le insufficienze di indirizzi e di risorse per ridurre la disoccupazione, per accrescere la funzionalità e la qualità dei servizi sanitario, previdenziale, fiscale, scolastico. Indirizzi e interventi oggi resi più difficili dalle grave crisi economica, finanziaria e sociale che ha investito soprattutto l’Europa e la Cina; dalle guerre, dal terrorismo islamico e dalle migrazioni di massa dal sud al nord del mondo.

Ridare prestigio e dignità alla politica e ai partiti (fattori ineliminabili nei sistemi democratici) richiede che si parta dalla presa d’atto delle ragioni per cui sono falliti i tentativi di colmare il vuoto creato dalla fine dei grandi partiti popolari e di quelli di élite. Partiti che dal 1948 al 1989 erano stati tra i protagonisti della trasformazione dell’Italia da un paese agricolo-industriale in uno tra quelli economicamente e socialmente più avanzati del mondo. Pur avendo commesso errori, com’era però naturale che avvenisse in un così lungo e complesso ciclo storico. Tentati-vi falliti di colmare quel vuoto compiuti dagli eredi del Pci (prima da soli, poi con l’Ulivo, infine col Pd); dal centro sinistra (laico-cattolico) con la Margherita; dal centro destra con Fi, Lega, Alleanza nazionale, Pdl; dall’ultra sinistra, con nascita e morte rapidissima di Rifondazione comunista e altri micro partiti; infine dai 5Stelle, segnati da pulsioni tecnocratiche, anarco-comuniste e parafasciste.

Per colmare questo vuoto, i politici di partito e di governo che abbiano fallito nel tentativo, e anche i loro eredi diretti, è necessario che lascino spazio a nuovi soggetti. Questi a loro volta oltre ad essere di alta moralità e competenza, non dovranno promettere di corrispondere in un lampo a tutte le esigenze dei cittadini e dovranno invece indicare con chiarezza i tempi e le risorse necessarie per farlo, e come, equamente, reperirle. Ad essi dunque occorreranno doti eccezionali di preparazione, intelligenza dei fatti e, in pari misura, di grande coraggio.

L'ECO di San Gabriele
Panoramica privacy

Questo sito utilizza cookies per migliorare l'esperienza di navigazione.

I cookies sono piccoli files di testo salvati nel tuo browser per facilitare alcune operazioni. Grazie ai cookies, se torni a visitare il sito potrai essere riconosciuto non dovendo dare nuovamente il consenso al trattamento dei dati personali e saranno ricordale le preferenze già espresse.

Per gli sviluppatori, i cookies indicano le pagine più apprezzate dai visitatori al fine di un ulteriore sviluppo del sito.