CHE TRIPPA RAGAZZI!

La specialità, tipica della città di Penne che ha ricevuto un’importante onorificenza, propone la frattaglia di vitellone cucinata in una salsa di pomodoro densa e arricchita da una miriade di aromi Una specialità identitaria servita su un “piatto d’argento”, simile al metallo dell’onorificenza al merito civile conferita alla città di Penne (Pe). Infatti, tante le opportunità offerte agli occhi e al cuore del visitatore del centro vestino. Sul piatto fumiga la profumata e squisita Trippa alla pennese. Una frattaglia di vitellone cucinata in una salsa di pomodoro densa e arricchita da una miriade di aromi. La materia viene prima lavata con cura, tre passaggi in acqua calda e due in quella fredda; poi tagliata a piccole strisce e messa a soffriggere in poco olio con cipolla e sedano finemente tritati, a rosolatura ottenuta si aggiungono gli odori (prezzemolo, alloro, maggiorana, mentuccia e peperoncino), il pomodoro diluito in un poco d’acqua e il tutto lasciato cuocere a fuoco lento per almeno due ore. La prelibatezza, che può essere servita con una spolverata di pecorino o parmigiano, si esalta abbinandoci un bicchiere di Montepulciano o di Cerasuolo d’Abruzzo Doc. È una storia antica quella della trippa alla pennese perché risale al XVIII secolo ed è legata a periodi di forte povertà dove la carenza di cibo portava uomini affamati, nei fine settimana in occasione della macellazione dei vitelli, nei pressi dei fondaci dei numerosi palazzi nobiliari i cui proprietari, destinatari della pregiata carne, ordinavano ai garzoni di lasciare che la trippa riempisse in modo sostanzioso stomaci mezzi vuoti da giorni.

A Penne, che rientra nel club dei Borghi più belli d’Italia, vengono prodotti specialità di estrema qualità: tra tutti vino, olio, formaggi, insaccati e arrosticini, ma anche un’infinità di preparazioni gastronomiche tradizionali sia casalinghe che artigianali, con in testa la pasta fatta in casa e contorni di verdure dell’orto. Non mancano certo i dolci legati alle feste come la pizza dolce, le neole, i bocconotti serviti con un bicchierino di vino cotto, ratafia e genziana. Inoltre si cerca di tenere in vita antiche e belle usanze come quella della cummara a fiure (madrina di fiori), peraltro diffusa in altre contrade d’Abruzzo, nella ricorrenza della festività di san Giovanni Battista (solstizio d’estate), notte magica ideale per consolidare, attraverso lo scambio di una coroncina o mazzetto di fiori, amicizie o crearne di nuove, legami che possono essere avvertiti addirittura più forti di quelli parentali. A suggellare l’accordo di comparatico la recita di queste significative parole: “Cummare e cumpare nin gi diciome male e si mmale ci diciome a l’umberne ci ni jome, ci mittome na macina ‘ngolle e ci ruppome la noce di lu colle”.

Penne, cittadina bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, è molto antica, fondata dai Vestini e fiorente in epoca romana, è ricca di vestigia e monumenti ben conservati. Tra questi: la cattedrale di Santa Maria degli Angeli, costruita nell’anno mille sui ruderi del tempio dedicato alla dea Vesta, custodisce il sepolcro e i resti del santo vescovo Anastasio; le chiese di Sant’Agostino, dell’Annunziata, San Giovanni Battista, di San Domenico con annesso convento, San Giovanni Evangelista, Santa Maria in Colleromano e altre ancora. Nell’interessante Museo diocesano di arte sacra sono raccolte le opere d’arte più importanti e gli oggetti sacri più significativi provenienti da tutte le chiese della vetusta Pinna, presente una sezione archeologica che ha incamerato reperti anche del territorio di Loreto Aprutino. E poi ancora, resti di ville romane e palazzi signorili, il centro storico propone edifici di varie epoche. L’occhio viene colpito da incantevoli scorci, cortili e porticati, finestre e balconi, inferriate, fregi scolpiti e nicchie votive. Non si possono, infine, non apprezzare le realizzazioni dei numerosi laboratori di artigianato artistico: ferro battuto e smaltato, oreficeria e mobili in stile, ricamo e tessitura.  Riconoscimenti prestigiosi a livello mondiale sono pervenuti alla sartoria pennese che ha vestito personalità del mondo politico e dello spettacolo, capi raffinati riservati a pochi. L’eccellente trippa alla pennese, invece, è alla portata di tutti. La generosità della gente vestina non trascura davvero nessuno.