PICCOLE GOCCE DI LUCE

Nell’era di internet è diventato sempre più necessario collegare le varie parti del mondo con connessioni veloci ed efficaci. Tutti noi abbiamo visto (o stiamo vedendo) la trasformazione delle linee di comunicazione del cosiddetto ultimo miglio (il tratto che separa la nostra abitazione dalla ex-centralina telefonica…) che prima era fatto con il doppino telefonico in rame, oggi con la fibra ottica (la nuova parola d’ordine nelle offerte commerciali degli operatori telefonici).

Negli anni 80 era più o meno un lusso in Italia avere a casa il telefono a rotella, e anche un buon televisore a colori. Fortunati erano coloro che avevano il “fisso” con i tasti a toni, e il televisore con tanti pollici. Oggi tutto si è evoluto e il fisso è quasi scomparso dalle abitazioni (insieme alla numerazione dei prefissi di zona, mentre rimangono i prefissi degli operatori mobili), poi lo schermo del computer e quello del televisore sono praticamente la stessa cosa, display LCD con pollici a non finire. Ma in poco tempo lo smartphone potrebbe sostituire tutto.

Nel mondo che verrà avremo sempre più bisogno di comunicare e “consumare informazione”, avremo sempre più necessità di “gocce” di luce che escono e entrano dai nostri dispositivi elettronici, modem, computer, televisore, WiFi, smartphone e rete domotica per rimanere connessi e onlife.

Cosa sta succedendo in effetti? Stiamo assistendo ai primi passi della rivoluzione della luce che potremmo dire segue a quella dell’elettricità. O meglio le due sono collegate. La fibra ottica è diventata il nuovo sentiero delle informazioni, e come negli anni 80 con il rame abbiamo viaggiato dai kilobit ai megabit, con le “gocce di luce” che passano nei nuovi circuiti digitali alzeremo la velocità di download e upload dal Gigabit al Terabit.

Ma anche di più: se abbiamo visto prosperare il transistor e il silicio per la produzione in massa mondiale di chip per computer e in genere anche per i dispositivi mobili come tablet e smartphone, il futuro che ci aspetta, sempre più necessitante di batterie ad alta capacità e bassi consumi, ingloberà le gocce di luce non solo per la comunicazione sulla fibra ottica, ma anche per la computazione interna dei processori. Ossia non sarà più la logica binaria elettrica quella a muovere il “cervello” dei nostri dispositivi, ma nuovi e più esotici calcolatori che avranno alla loro base la luce.

Siamo ancora agli inizi e i nuovi dispositivi sono macchinari sperimentali per comprendere la natura microscopica di queste comunicazioni e calcoli fatti attraverso dispositivi ottici. In pratica è come se combinando lenti microscopiche in maniera differente, fossimo in grado di fare addizioni, moltiplicazioni ed esponenti, cose oggi assolte dal transistor al silicio.

In definitiva la rivoluzione della luce è la “rivoluzione del fotone”, come nelle comunicazioni elettriche il protagonista era l’elettrone. Sarà interessante che oltre agli ingegneri meccanici, informatici, elettrici ed elettronici, avremo quelli fotonici. Certo il termine attualmente evoca nella nostra mente episodi di cartoni animati o di fantascienza, ma in effetti l’era “fotonica” è già iniziata nel 1964 con il premio Nobel per il Laser, e si è ampliata con il progressivo miglioramento delle fibre ottiche. Esse permettono comunicazioni a lunghissimo raggio con una perdita di energia minima rispetto ai cavi in rame. Se adesso riusciremo anche a far diventare la fibra o il vetro il nuovo substrato su cui far poggiare l’industria informatica (al posto del silicio) allora ne vedremo delle belle.

Intanto sta arrivando il periodo natalizio. A dicembre vedremo i nuovi alberelli di Natale con al posto delle foglie di plastica, i filamenti bianchi illuminati e colorati. Ricordiamoci che siamo di fronte a piccole gocce di luce: i fotoni.

marco.staffolani.stf@gmail.com

L'ECO di San Gabriele
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