UNA PENNA NERA IN PIÙ IN PARADISO

Valentino Di Franco, l’ultimo reduce della campagna di Russia della Seconda guerra mondiale, avrebbe compiuto 100 anni nel prossimo mese di novembre. Era un simbolo dell’essere alpino, fino allo scorso anno non perdeva una manifestazione per testimoniare la sua storia. Originario di San Pietro di Isola del Gran Sasso ma da tempo residente nel Lazio, a Monterotondo, aveva perso in guerra in Russia entrambi gli arti inferiori quando, dopo un attacco aereo nel quale morirono 3 commilitoni, a piedi rientrò alla base italiana. Mi raccontò: “Entrato nel fortino con le mie gambe mangiai 3 piatti di minestrone, avevo nello stomaco 3 gallette in 5 giorni. Poi il tenente medico mi invitò a una visita medica che ritenevo inutile poiché mi sentivo bene. Ma al momento di slacciare gli scarponi mi resi conto che i piedi erano attaccati agli stivali che non venivano via. Il medico, giovanissimo, mi amputò entrambi gli arti inferiori e poi con un treno fui trasportato all’ospedale di Rimini per la convalescenza”. Al suo funerale picchetto d’onore degli alpini. Valentino usava spesso ripetere ai giovani: “Godetevi questo benessere e questa democrazia passata dalla morte di tanti italiani e anche attraverso le mie gambe…che non ho più”.

L'ECO di San Gabriele
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