…per il grande giubileo della misericordia si apriranno in contemporanea porte sante in tutte le basiliche e diocesi del mondo…
Cari lettori, e soprattutto carissime famiglie abruzzesi e non, torno a scrivervi dopo una pausa durata qualche mese, e mentre lo faccio mi rendo conto che sono ormai quindici anni che ci facciamo compagnia dalle pagine di questo giornale.
Quante cose sono successe nella vostra vita, nella mia vita e nella vita del nostro paese! Buone, cattive, brutte, dolorose o appassionanti; ma certamente una delle notizie più belle è costituita dalla presenza sulla scena del mondo (ancor prima che in Italia), di questo papa venuto da lontano che con la sua presenza, con le sue parole, con i suoi gesti e con le sue straordinarie decisioni sta insegnandoci a progettare in modo finalmente diverso la nostra maniera di vivere il presente e di immaginare il futuro, attraverso percorsi che vadano nella direzione della vita buona.
Io vi scrivo da Roma, che, fra poco più di sei mesi ospiterà il grande Giubileo della Misericordia: la città è già in fibrillazione perché quello che aspetta noi romani e tutta l’Italia è un avvenimento straordinario che toccherà le coscienze in modo profondissimo.
Ma questo grande Giubileo non si svolgerà soltanto nella città del papa: in contemporanea si apriranno “porte sante” in tutte le basiliche e in tutte le diocesi del mondo.
Il Giubileo comincerà il prossimo 8 dicembre e si concluderà il 20 novembre 2016, ricordando nelle sue date l’anniversario del concilio Vaticano II e nei suoi obiettivi: misericordia e perdono le necessità più urgenti di tutti gli uomini. Attraverso questi due enormi temi si concretizzerà la vera comunicazione con le altre religioni monoteiste, ebraismo e islam. E qui la domanda: può un Giubileo cambiare la vita di tutti noi?
Quando ho letto il titolo di questo nuovo Giubileo straordinario me lo sono chiesto e credo proprio di poter dare una risposta affermativa. Sì, davvero, stavolta può essere possibile.
Nessun papa mai come Francesco, attraverso segnali politici fortissimi, può riuscire a mutare atteggiamenti internazionali incancreniti: per esempio attraverso la sua denuncia e condanna del genocidio armeno, cosa che fino ad oggi – con tale forza e nettezza – nessun leader politico aveva mai fatto! Avremo modo di verificare ancora quanta forza e determinazione Francesco userà per esercitare la difesa dei cristiani perseguitati nel mondo; e queste e molte altre azioni, ne sono certa, contribuiranno a cambiare tante percezioni internazionali nei confronti del ruolo che la chiesa cattolica deve e può avere nei confronti di tutto il mondo.
Ma per quello che riguarda la nostra vita quotidiana, la presenza dei “missionari della misericordia” in ogni città del mondo potrà far tornare alla pratica della religione milioni di persone che se ne sono allontanate perché non hanno trovato quella misericordia che si aspettavano di ottenere: penso ai divorziati e magari risposati cattolici che rappresentano, almeno in Italia, numericamente in modo assai triste, l’epilogo di un terzo dei matrimoni celebrati in chiesa (nutrito gruppo di cui anche io faccio parte) o a coloro che la vita ha portato lontano dall’ambito religioso.
Con Francesco dobbiamo abituarci quindi a verificare come le parole possano essere seguite dai fatti, in maniera addirittura immediata: magari il mondo della politica potesse prendere esempio dal santo padre!