Quando il 27 marzo 2012 Benedetto XVI visitò il santuario della Madonna del Cobre, disse: “Cari fratelli e sorelle! Sono venuto come pellegrino fino alla casa dell’immagine benedetta di nostra signora della carità la Mambisa, come la invocate affettuosamente. La sua presenza in questo paese di El Cobre è un regalo del cielo per i cubani”. Il santuario visitato da Benedetto XVI si trova a 16 chilometri da Santiago di Cuba presso il villaggio El Cobre, dove c’è una importante miniera di rame (cobre in spagnolo significa rame, ndr).
Un operatore pastorale del santuario, padre Jorge Enrique Palma Arrue, in una intervista rilasciata poco prima della visita del papa, con poche battute ha messo a fuoco la tipica devozione dei fedeli di Cuba: “Il novantanove per cento dei cubani è devoto alla Virgen de la caridad, anche se meno del dieci per cento di essi è cattolico praticante”. Mentre l’arcivescovo di Santiago di Cuba si esprime così: “La Madonna del Cobre è il cuore spirituale di tutti i cubani… ed è un simbolo della nazionalità e della cultura cubane, anche per i non credenti”.
Storici e sociologi concordano nel sostenere che nel 1898 Cuba guadagnò l’indipendenza nella guerra contro gli spagnoli grazie all’intercessione della Virgen de la caridad. Da allora la Madonna venne ribattezzata col nome di Mambisa, vocabolo coniato all’epoca dell’indipendenza (una sorta di nostri partigiani, ndr). La Virgen de la caridad è stata rifugio per i cristiani, soprattutto quando infuriò la sanguinosa repressione dei cristiani sotto il regime comunista di Fidel Castro.
Sull’origine del santuario esistono diverse versioni. Qui riportiamo quella che ci sembra la più accreditata e avvincente. Una mattina di fine 1612 tre ragazzi, Juan Moreno africano di dieci anni e due fratelli indios, Rodrigo e Juan de Hoyos, si stavano recando con la canoa alle saline della Bahía de Nipe per fare provvista di sale. A un certo punto avvistarono sulle onde del mare un oggetto bianco che galleggiava. A prima vista sembrava la sagoma di un uccello marino morto. Quando giunsero a pochi metri si accorsero che si trattava di una statuina della Madonna col Bambino sistemata su un piedistallo di legno. Moreno, il più piccolo del gruppo, dopo 70 anni dal rinvenimento – riferiscono le cronache – ricordava ancora con emozione il momento in cui tutti e tre, guardando la sacra immagine, esclamarono: “Sembra una bambina!”. La presero e la misero nella canoa. Osservandola da vicino notarono che il mantello era asciutto e alla base del piedistallo vi era questa iscrizione: “Io sono la Virgen de la caridad”. Sicuri di aver trovato qualcosa di prezioso, i ragazzi rinunciarono alle saline e fecero ritorno a Barajagua, dove la statua venne collocata sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale. Dopo un certo tempo, la Virgen de la caridad (alta 60 cm) fu trasferita al centro minerario di El Cobre, dove rimase stabilmente. Nel 1628 vennero edificati in suo onore un altare e una cappella. Ogni giorno mi-gliaia di pellegrini si recavano a visitarla, dando alla Madonna l’affettuoso nome di Cachita, diminutivo di carità.
Verso la fine del XIX secolo la cappella non era più sufficiente. Si dovette costruire un vero santuario. Ma anche questo non durò a lungo, perché nel 1906 fu distrutto dalle esplosioni delle vicine miniere di rame. Presto si edificò l’attuale santuario, che nel corso degli anni fu teatro di eventi straordinari. Nel 1916 ricevette il decreto con cui Benedetto XV proclamò Nostra Signora della carità patrona principale di Cuba. Nel 1927 avvenne la solenne inaugurazione. Nel 1977, il santuario, per volere di Paolo VI, venne elevato a basilica minore. Nel 1998 papa Giovanni Paolo II incoronò a L’Avana durante la messa la Virgen de la caridad chiamandola Regina di Cuba. Il 27 marzo 2012 Benedetto XVI si recò al santuario per sostare in preghiera davanti alla prodigiosa statua.
Tra le pitture che ornano il santuario, attirano particolare attenzione quelle che illustrano la storia dei tre ragazzi che trovarono la statua. Nel 2012 si celebrò il IV centenario di quello storico rinvenimento. La Virgen de la caridad in quell’occasione compì una peregrinatio per tutta l’isola, percorrendo circa tremila chilometri.
A questo punto è bene fare una riflessione. La visita di Giovanni Paolo II nel 1998 e quella di Benedetto XVI nel 2012, come anche gli incontri dei due pontefici con Fidel Castro, hanno contribuito al disgelo tra Cuba e Vaticano. Questo fa ben sperare per la chiesa cubana e per l’evangelizzazione di quell’isola. Lì, a motivo della popolazione eterogenea, la fede cristiana è una miscellanea di religioni che gli spagnoli spregiativamente chiamarono santeria. Questo vocabolo oggi viene usato per indicare la religione tradizionale fatta di folklore, ritualità, musiche e balli a essa dedicati. Ma la santeria necessita di attenta e sistematica catechesi. A Cuba tutti vanno al santuario della Mambisa. Lì si ritrovano insieme bianchi, meticci, indigeni, mulatti e afrocubani. La Virgen de la caridad accoglie tutti con immenso amore perché è la madre di tutti. La sua casa è sempre adornata di fiori.
Entrando nella basilica, il visitatore è attratto dalla statua della Madonna esposta con grande decoro sull’altare maggiore. Vi è poi la cappella dei miracoli con gli ex voto di coloro che hanno ottenuto grazie. Tra gli ex voto figura la medaglia del Premio Nobel per la letteratura consegnata a Ernest Hemingway. lancid@tiscali.it