UNA CARIE DI STATO?

SECONDO UN REPORT DI QUOTIDIANOSANITÀ.IT GLI ITALIANI SPENDONO 8 MILIARDI L’ANNO PER IMPIANTI, ORTODONZIA E ALTRE CURE. DI QUESTA GROSSA SOMMA, APPENA 85 MILIONI SONO L’IMPORTO IMPIEGATO PER LE CURE ODONTOIATRICHE PUBBLICHE…

Quanto è cara la mia carie! Un dolorino al dente, o una puntina nera, e cominciano i doloroni, fisici e non solo. All’orizzonte, infatti, si profila una serie di appuntamenti con il dentista, forse il dottore più traumatizzante per tutti. Spesso le nostre angosce cominciano proprio dalla carie; ci sono poi le estrazioni, gli interventi ortodontici e così via. È quindi importante andare subito dal dentista per salvaguardare il sorriso, la salute e… il portafoglio. Come capire se c’è una carie? Un dente che ne soffre è molto sensibile a sostanze acide e zuccheri; si sente un dolore improvviso, acuto, di breve durata. Il dente diventa sensibile quando la dentina è esposta, ossia non è più ricoperta da smalto, cemento e gengiva, come succede nel dente sano. La causa principale, se non vi sono altre patologie, è una scarsa igiene orale in quanto favorisce il deposito di placca. Ma il problema può derivare anche da altre condizioni, come disallineamento o la conformazione dei denti, dalla diminuzione della saliva o da un’alimentazione sbagliata. Ma ci penserà il dentista a spiegare le cose e a metterle a posto. Il costo? Varia in base alle condizioni del dente e dall’avanzamento del processo carioso. Si va da un minimo di 100 euro, per una otturazione semplice, o 100 euro per un intarsio dentale. Nel caso in cui si dovesse procedere con un impianto, i costi medi si aggirano intorno ai 1.000 euro. Tuttavia, questo è il meno, perché poi ci sarebbero tante di quelle cose che riguardano la dentatura, che ad elencarle tutte riempiono pagine e pagine di prontuari delle compagnie assicuratrici. Già, perché è tutto a pagamento e difficilmente si ottiene l’accesso gratuito alle cure. Così il dolorino, diventa… dolorone.

Una delle dicerie più famose in Italia è che i dentisti siano cari, nel senso di costosi. Beh, tutto è relativo, ma voce di popolo… Gli italiani – secondo un report di quotidianosanità.it – spendono 8 miliardi l’anno per carie, impianti, ortodonzia e altre cure. Il dato è riferito al 2019, ma – specifica la testata specialistica – dopo la significativa riduzione osservata negli anni successivi a causa del Covid, i dati più recenti mostrano un’immediata ripresa dei livelli pre-crisi. Di questa grossa somma, appena 85 milioni sono l’importo impiegato per le cure odontoiatriche pubbliche. Le voci più consistenti riguardano la fiscalità, il costo del lavoro per i collaboratori degli studi medici (58 per cento), il costo dei materiali di alta qualità impiegati dagli odontoiatri, i costi della locazione e quelli per rispettare i rigorosi protocolli igienico sanitari che esistono nel nostro Paese. In Italia il costo del materiale composito incide per 20 euro contro una media europea di 2. L’indagine è stata condotta monitorando i costi per una otturazione in amalgama e composito di un ragazzo di 12 anni. Un’indagine condotta dal quotidiano britannico The Independent su nove Paesi del Vecchio continente, indica che i nostri dentisti sarebbero secondi solo a quelli sudditi della Corona in quanto a costo delle cure: un’otturazione può costare dagli otto euro in Ungheria, ai 156 del Regno Unito. Da noi lo stesso trattamento si paga in media 135 euro, in Spagna 125, in Germania 67 e in Francia 46. La “medaglia d’oro” di nazione con le cure dentistiche meno care va appunto all’Ungheria, mentre quella d’argento alla Polonia, con 18 euro a otturazione.

Anche per questo negli ultimi anni si è sviluppato un fiorente “turismo dentale” che, ormai, viene pubblicizzato non solo sulle riviste, ma anche per telefono: uno squillo e, alla risposta, una voce suadente ci informa di prezzi convenienti in Albania, per esempio. Un “turismo” al quale ricorrono moltissimi italiani, dato che ben cinque milioni di essi rinuncia al dentista per via dei costi proibitivi. Le nazioni più popolari per il turismo dentale sono, oltre all’Albania e all’Ungheria, la Croazia, la Slovenia e la Moldavia. Se in Italia per una corona in ceramica servono almeno 700 euro, in Croazia il costo varia da 190 a 342 euro. Tra i motivi dei prezzi così bassi vi è anche quello che nelle strutture straniere si punta esclusivamente a mettere impianti e corone senza dare nient’altro, quindi quasi nessuna spesa è dedicata alla cura e alla bonifica dei tessuti prima della riabilitazione. Ovviamente c’è l’aspetto del costo dei materiali, inferiore a quanto li pagano i dentisti italiani, e soprattutto il fatto che all’estero il numero di sedute per riabilitare il paziente è inferiore a quello delle sedute svolte in Italia. C’è da dire, però, che questa concorrenza ha fatto svegliare molti odontoiatri iscritti all’Ordine: sempre più spesso, infatti, vengono reclamizzate sedute di otto ore. Si entra sdentati e si riesce con un sorriso alla Virna Lisi.

Prima di compiere una capatina oltre confine è opportuno, però, fare anche altre considerazioni. Una clinica dentistica estera che desideri attrarre clienti deve garantire e soddisfare una serie di requisiti essenziali. Innanzitutto, deve offrire cure dentali complete, fornendo al paziente un preventivo dettagliato e chiaro di tutti i costi che dovrà affrontare. Questo è importante per consentire al paziente di pianificare in anticipo ed evitare spiacevoli sorprese finanziarie. La qualità dell’assistenza sanitaria è un’altra questione critica. Sebbene risparmiare denaro sia importante, non deve mai essere compromessa la salute del paziente. È essenziale che la clinica offra una qualità medica eccellente, con specialisti professionisti e qualificati. I pazienti possono avere preoccupazioni riguardo alla igiene e alla sicurezza all’estero, quindi è fondamentale garantire un trattamento sanitario igienicamente sicuro.

Detto questo, fateci sopra un bel ragionamento. Ma come risolvere il vero problema, quello della paura, del terrore che si impossessa di tutti, grandi, piccini, uomini e donne? Il panico irrazionale del dentista può dipendere anche da un timore inspiegabile per odori e rumori dello studio, come il trapano. Un’altra motivazione può essere che la persona non vede quello che il medico sta facendo mentre interviene sulla cura dei denti. Non avere la possibilità di vedere, e quindi capire, rende più fragile il paziente. In più, l’intervento è in una parte del viso e questo porta ancora più agitazione. Oggi si può intervenire anche con l’anestesia totale o la sedazione cosciente, metodi anestesiologici che consentono di operare senza far sentire nessun dolore. La persona, infatti, viene addormentata e al suo risveglio si ritrova a sorridere di nuovo perché il suo problema è stato risolto. Sapere che oggi si può vincere questa paura è confortante e aiuta a vivere meglio il momento in cui bisogna pensare alla salute dei propri denti. Ora, resta il problema dei costi.

 

L'ECO di San Gabriele
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