Dopo il carcere può esserci una nuova vita, frutto di un percorso accompagnato e sostenuto: da trent’anni, la cooperativa Cidiesse lavora in questo senso, e in questo periodo i risultati le hanno dato ragione. Con Cidiesse 9 ragazzi su 10 (90% è la percentuale di successo dell’inserimento post-carcere raggiunta nel quinquennio 2011-2016) non cadono in recidiva di reato contro una media nazionale per gli ex-detenuti che si attesta al 70%. Dal 1989 Cidiesse ha seguito più di 200 inserimenti lavorativi con una media di 7 percorsi formativi all’anno attivati.
La storia nasce nel 1989, nel laboratorio della chiesa di Santa Croce di via Giuditta Sidoli a Milano. In trent’anni si è costruito un percorso formativo, efficace e strutturato che è riuscito, attraverso la dignità del lavoro, ad accompagnare tantissimi minori sottoposti a provvedimenti penali verso una nuova identità sociale di cittadini-lavoratori. Un metodo a tutti gli effetti in cui la produzione industriale di quadri elettrici altamente specializzati rappresenta il mezzo e non l’obiettivo finale. Cidiesse calibra i percorsi educativi sulla reale capacità delle persone e – citando Goethe – trattandole “come se fossero ciò che dovrebbero essere e aiutandole a diventare ciò che sono capaci di essere”. Qual è il metodo di lavoro? Cidiesse progetta e costruisce quadri elettrici nella convinzione che la realizzazione in ambito tecnologico di prodotti con standard di qualità spendibili sul mercato sia il contesto ideale per attuare programmi di formazione e riqualificazione delle persone che inseriamo nel mondo del lavoro.
La struttura è quella di una vera e propria azienda, al cui interno l’utente ha la possibilità di inserirsi e apprenderne tutte le reali dinamiche lavorative e relazionali tipiche di una realtà industriale. Il lavoro viene inteso come uno strumento di valorizzazione della persona e di promozione delle sue capacità di autonomia e socializzazione.
È proprio grazie alla professionalità che i ragazzi diventano buoni cittadini. Un pieno reinserimento sociale e lavorativo, basato su di un’esperienza concreta di vita e di lavoro e non su teoremi astratti. Dal 2013 la cooperativa ha aperto un suo laboratorio all’interno del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano dove accoglie i minori ancora carcerati iniziando da subito l’attività di recupero. Dopo un primo breve periodo, li assume con un regolare contratto di lavoro in qualità di soci-lavoratori e, come tali, dopo la loro scarcerazione continuano presso il Laboratorio esterno di Cidiesse il proprio percorso educativo fino al completamento. Nel 2018, Cidiesse, grazie ai finanziamenti avuti dalle Fondazioni Cariplo, Fondazione Peppino Visma-ra, e Fondazione S. Zeno ha acquisito il nuovo laboratorio di Viale Monza 338, una struttura di 1000 mq che consentirà di ospitare contemporaneamente fino a 10 ragazzi garantendo loro una maggiore efficienza nel lavoro e una più qualificata accoglienza.
“Lavoro, tecnologia, solidarietà e inclusione sociale – sottolinea Antonio Baldissarri, presidente di Cidiesse – sembrano parole in contraddizione tra loro, ma per noi rappresentano ancora oggi la chiave del successo in una società che tende ad emarginare anziché includere. Sono trent’anni che lottiamo affinché tanti giovani possano avere un’altra possibilità.
Questa è la nostra missione e questa resta sempre la nostra vera priorità. È una lotta fatta di contrasto ai pregiudizi, ai luoghi comuni, non solo della gente, ma spesso anche dei nostri stessi utenti che in qualche modo si sono rassegnati a vivere il ruolo di emarginati per sempre.
La nostra forza sta proprio in questo lottare a oltranza contro la rassegnazione e il perbenismo che ci circondano, perché una vita recuperata vale più di qualsiasi difficoltà. Il nostro progetto non ha come scopo solo la crescita della produzione e dei fatturati, ma ha ragion d’essere solo in funzione della creazione di più posti di lavoro per i ragazzi bisognosi della nostra palestra di vita e che desiderano incamminarsi sicuri nel mondo del lavoro e nella società. Questa è la priorità di fondo che muove il nostro operato oggi e negli anni a venire”, conclude Baldissarri.