UN PRIVILEGIO PER POCHI
Secondo uno studio di associazioni e sindacati almeno la metà degli italiani ne farà a meno (volente o nolente) mentre il rimanente passerà solo una settimana lontano da casa. La situazione lavorativa ha influenzato le scelte delle famiglie e il fenomeno è ancora più critico per i giovani
In fondo alla galleria si scorge una luce: stiamo finalmente uscendo dal tunnel delle ristrettezze? Non sappiamo, ma – dati i tempi – quella luce potrebbe essere il sole dell’estate. Puntuale come una bolletta, si ripresenta il periodo in cui dovremmo/vorremmo/potremmo andare a ritemprare la mente e le membra dopo mesi di duro lavoro e prima di altri mesi di altrettanto duro lavoro. O di disoccupazione o di precariato. Lo scrittore francese Maurice Toesca sosteneva che la civiltà si misura dai mesi di vacanza che i lavoratori strappano ai padroni. Sotto questo profilo dovremmo ritenerci contenti perché toccano quasi a tutti quattro settimane; il problema – aggiungiamo noi, parafrasando l’amico transalpino – è che il benessere economico si misura dal numero dei giorni di vacanze reali che si riescono a fare. E qui, purtroppo, non possiamo dirci soddisfatti. Se è vero che le vacanze sono un diritto di tutti, solo poco più della metà degli italiani riuscirà a godersele. La maggior parte sul patrio suolo – magari facendo una puntatina all’Expo – altri andando oltre confine (Spagna, Nordafrica e Turchia le mete più gettonate), ma quasi tutti con i giorni contati in base al budget disponibile. Lo confermano gli studi di associazioni e sindacati legati al turismo, secondo i quali almeno la metà degli italiani farà a meno (volente o nolente) delle vacanze e il rimanente passerà solo una settimana lontano o lontanissimo da casa. Insomma, un periodo misero se raffrontato a quelli di qualche anno fa.
Comunque sia, per quasi due italiani su tre la situazione lavorativa ha influenzato le scelte nelle proprie vacanze e il fenomeno è ancora più critico per i giovani. Viste le drammatiche condizioni delle famiglie costrette a fare i conti con un numero sempre più elevato di sacrifici e di rinunce (disoccupazione al 13%, quella giovanile al 43,1%) le associazioni di categoria ritengono che “le vacanze (almeno quelle tradizionali con pernottamento in albergo) sono sicuramente una delle prime voci sulle quali si operano dei tagli drastici”. Tuttavia, un italiano su due si aspetta un anno turistico 2015 migliore di quello precedente e solo l’11 per cento crede che sarà peggiore. Si denota una forte differenziazione regionale: l’indice di fiducia del viaggiatore raggiunge dei valori elevati (sopra 63 punti su 100) al nord-ovest e al nord-est, mentre al sud e nelle isole il valore è insufficiente (55 su 100). I giovani sono maggiormente propensi al viaggio, mentre i più anziani hanno un indice molto basso (47 su 100). La meta preferita è, ancora una volta, il mare, indicato da quasi un terzo degli intervistati per una ricerca del portale agriturismo.it: lo scelgono il 62,7% degli utenti, mentre si registra un leggero calo, rispetto al 2014, per la montagna. Il sud spopola: come destinazioni si prediligono le classiche, ma sempre gettonate Puglia (12,2%), Sardegna (8,2%) e Sicilia (7,3%). Chi opta per una vacanza fuori dal Belpaese sceglie le località mediterranee europee. Si partirà con tutta la famiglia (il 54,4%) o con il proprio partner (il 34,2%), ma c’è anche chi programma una fuga con gli amici (il 6,2%).
Per quanto riguarda i termini di prenotazione, scende il last minute: si preferisce organizzare le proprie vacanze estive in anticipo (da 4 a 2 mesi prima del viaggio) mentre solo il 12,9% si riduce all’ultimo momento e il 15,7% appena quando si presenta l’occasione di un’offerta imperdibile. Insomma, sembra che la logica del giocare in anticipo piaccia molto agli italiani, complici anche offerte più vantaggiose che privilegiano la prenotazione anticipata. Come si vede, nonostante la crisi, c’è una buona fetta di italiani che non intende rinunciare alle vacanze, forse anche a causa del meteo maligno che funestò l’estate 2014 e che in molti ha lasciato la sensazione di essere “a credito” di ferie. Ma sotto questo profilo è meglio non farsi tante illusioni: gli aggiornamenti del Weather Services International (Wsi) prevedono un’estate instabile in gran parte del centro Europa e bacino del Mediterraneo. Saranno colpite dal maltempo anche Spagna, Francia e Grecia, paesi tipicamente caldi scelti da molti italiani. Al contrario le zone notoriamente più fredde, come ad esempio la Russia occidentale e la Scandinavia, avranno un clima più stabile.
Ma l’importante è godersele, anche perché potrebbero essere le ultime vacanze lunghe degli studenti, visti tentativi di tenerli impegnati durante i mesi estivi, dato che i nostri ragazzi sono tra quelli che fanno più vacanze di tutti (forse per ritemprarsi dalle fatiche di scioperi, occupazioni, assemblee, ponti e autostrade festive accumulate nel corso dell’anno scolastico). L’importante, per chiunque si muova, è essere educati e rispettare l’ambiente, senza ritenere quei pochi giorni il momento per sfogare gli istinti più bassi e le rabbie più represse. “Il turismo – diceva Jean Mistler – è un’industria che consiste nel trasportare delle persone che starebbero meglio a casa loro, in posti che sarebbero migliori senza di loro”.
Cerchiamo di non dargli ragione.