S’inaugura il 27 febbraio, festa liturgica di san Gabriele, per celebrare il primo centenario della canonizzazione del santo. Tema: “I giovani (di tutte le età!) protagonisti della storia”. Il Giubileo è un’offerta straordinaria di misericordia e di grazia del Signore per una vita cristiana in pienezza e bellezza
Lieto annuncio…anno di grazia del Signore». Sono parole di Gesù Cristo e la definizione più bella e completa del Giubileo. “Lieto annuncio”, cioè la buona notizia di un gesto straordinario della misericordia di Dio che cancella la colpa e la pena dei nostri peccati e dona un supplemento di grazia per vivere da figli di Dio in pienezza, bellezza e gioia.
Ed è proprio un Giubileo l’evento che, il 27 febbraio prossimo, s’inaugura al santuario di san Gabriele in ricordo del primo centenario della canonizzazione del santo. Doveva iniziare il 13 maggio dell’anno scorso, il Covid l’ha fatto scivolare al 27 febbraio 2021, festa liturgica di san Gabriele, anniversario della sua morte 159 anni fa. Un Giubileo all’insegna del santo dei giovani sul tema “I giovani protagonisti della storia”.
Nella Sacra Scrittura (Lev 25, 8-15) si legge che il Giubileo si celebrava ogni 50 anni e era una sorta di rivoluzione religiosa e sociale. Infatti comportava la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi, la liberazione dei prigionieri, la restituzione delle terre agli antichi proprietari e addirittura coinvolgeva la terra perché per un anno non la si doveva coltivare ma vivere di quello che spontaneamente produceva.
Un progetto religioso e sociale straordinario che prevedeva il rinnovamento radicale dei rapporti nei confronti del prossimo e della natura; la restaurazione della giustizia e della uguaglianza sociale e il consolidamento di una solidarietà non solo tra le persone, ma anche nei confronti della natura. In definitiva il Giubileo svecchiava la società, le ridava uno slancio giovanile, offriva, soprattutto ai più sfortunati, una nuova possibilità, l’opportunità di un nuovo inizio.
Il Giubileo cristiano, inaugurato da papa Bonifacio VIII nel 1300, assume dal Giubileo ebraico sia l’azione di liberazione/amnistia operata da Dio nei confronti dell’uomo sia la radicalità del cambiamento che comporta, ma concentrando il tutto sulla lotta contro quello che è la radice di ogni male, il peccato. Questo, in definitiva, è il significato di “indulgenza plenaria”, che non è altro che questa sovrabbondanza della misericordia e grazia di Dio che perdona, purifica, sana, consolida e spinge al rinnovamento della vita, offrendo nuove opportunità. Il tutto confermato anche dal rito della “Porta Santa” che non è l’acquisto automatico dell’indulgenza giubilare, ma un segno per ricordare che il Giubileo è impegno a entrare in un cammino di conversione e rinnovamento.
Infatti, non c’è nulla di magico o di automatico nel Giubileo: da una parte c’è una profusione della misericordia e della grazia di Dio cui deve corrispondere l’impegno di ognuno. In definitiva il Giubileo non è altro che una chiamata solenne, un richiamo straordinario alla conversione e quindi alla santità. Uno stimolo per una vita cristiana, sociale, lavorativa più impegnata. Provvidenziale, perciò, questo Giubileo per riprendersi dal Covid 19, per rinnovarsi, per scrollarsi di dosso rassegnazione e paura e darsi un nuovo inizio. Per ritrovare slancio ed entusiasmo giovanile nella vita di ogni giorno.
Non è un Giubileo settoriale, per una fascia di età, solo per i giovani. È per tutti, un giubileo per ringiovanire. Mi piace il detto che vale per giovani e meno giovani anagrafici. Dopo tutto, bisogna avere una giovinezza, poco importa l’età alla quale si decide di essere giovani. È un Giubileo per chi, a ogni età, vuole avere un cuore giovanile capace di sognare un mondo migliore e di lavorare per realizzarlo, cominciando da se stessi. E chi meglio del santo dei giovani può aiutarci in questa giovanile avventura giubilare?
Buon Giubileo!