Un genio “Universale”

550 anni fa nasceva Michelangelo Buonarroti.

Tra i grandi maestri del Rinascimento, portano la sua firma alcuni tra gli esempi più alti dell’arte italiana: dal David al “ciclo di affreschi nella Cappella Sistina”.

Nato a Caprese nel 1475, in provincia di Arezzo e morto a Roma nel febbraio del 1564, Michelangelo Buonarroti è considerato un artista inquieto e geniale. Operò come scultore, pittore, architetto e poeta, alla costante ricerca dell’ideale di bellezza e di armonia. Formatosi alla bottega di Domenico Ghirlandaio, se ne distaccò per ottenere una maggiore libertà creativa, approfondendo lo studio della scultura quattrocentesca fiorentina.

Dopo un soggiorno a Firenze, si trasferì a Ro-ma, dove sfornò il primo capolavoro, l’unico che ne reca la firma: la Pietà Vaticana. Tornato nel capoluogo toscano, qui nel 1504 produsse la sua massima prova scultorea: da un blocco di marmo, modificato e fragile in alcuni punti, trasse fuori il David, destinato a diventare l’ideale perfetto di bellezza maschile nell’arte. Nello stesso periodo realizzò anche il Tondo Doni (nella foto) e il Tondo Pitti.

Richiamato a Roma da papa Giulio II della Rovere per affrescare la volta della Cappella Sistina, con il Giudizio Universale diede vita agli ideali artistici del Rinascimento. La sua arte fu da esempio per le generazioni future ispirando la scuola manieristica, che faceva arte “alla maniera” del Buonarroti.

Nella scultura fu il primo a evitare il colore; non coloriva né decorava alcune parti delle statue, preferendo il “morbido fulgore” della pietra e il chiaroscuro. Per quanto riguarda la pittura, l’artista considerava migliore quella che più si avvicina alla scultura, ossia, con il maggiore grado di plasticità possibile.

L'ECO di San Gabriele
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