di Roberto Bolano,
Traduzione di Barbara Bertoni, Ilide Carmignani,
Adelphi – pp. 652, euro 18,00
Stando a quanto raccontato da lui stesso, Bolaño era da pochi giorni n Cile quando nel 1973 il colpo di Stato di Augusto Pinochet cacciò la nazione nel caos. Fu arrestato e scarcerato nel giro di una settimana, salvato da un improbabile gioco del caso: i suoi sorveglianti erano amici di gioventù. La vicenda è alla base de I detective, uno degli oltre cinquanta, preziosi racconti riuniti nell’edizione completa di Adelphi; un’immersione nella prosa breve di una delle penne più amate della letteratura sudamericana, aperta da un’inedita sezione di racconti postumi intitolata Il segreto del male: diciassette testi salvati dalla memoria del computer che ripresentano il fascino ipnotico e disordinato della scrittura di Bolaño. Tra questi serpeggia, fantasma di materia organica, la figura di Ulises Lima – alter ego del poeta e amico Mario Santiago Papasquiaro – guida spirituale dell’autore e già protagonista de I detective selvaggi, romanzo-manifesto dell’infrarealismo.
Questi racconti sembrano quindi appartenere tanto all’origine quanto all’epilogo dell’opera bolaniana: possono esserne una soglia d’accesso e, allo stesso tempo un ultimo, malinconico, commiato.