Esiste un luogo comune nel nostro Paese che afferma, giustamente, che il settore del turismo sia la nostra più grande ricchezza, come per altri il petrolio o le materie prime di cui dispongono. È la sacrosanta verità, visto che incide nel nostro Prodotto interno lordo per il 13%, dando occupazione al 25% della forza lavoro e procurando un giro di affari per centinaia di miliardi di euro.
Ma i flussi turistici non sono solo legati ai tanti magnifici posti da visitare, sia paesaggistici, sia artistici. C’è, infatti, anche il discorso dell’accoglienza, nel senso più generale del termine. In questa direzione, dunque, cosa si fa per migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza? Tali requisiti, infatti, devono essere sempre e comunque collegati a fattori molto concreti, quali la migliore fruibilità dei servizi e i loro costi. Se allora, ad esempio, per raggiungere la Calabria, la Puglia o la Sicilia ci vogliono interminabili ore di treno, oppure per pernottare o mangiare in ristoranti e alberghi si devono affrontare costi elevati e in continuo aumento, si fa un bene o un male al settore turismo? E ancora: se per trascorrere una giornata al mare paghiamo tariffe di balneazione tra le più alte al mondo e la possibilità di usufruire di spiagge libere è quasi nulla, è un bene o un male per l’industria turistica, oltre che per il nostro portamonete? Queste considerazioni, pertanto, non si riferiscono solo ai bilanci delle nostre famiglie che desidererebbero trascorrere qualche giorno di piacevole vacanza, nonostante un potere di acquisto affaticato e corroso da una situazione di forte negatività economica. Ma anche all’intercettazione di flussi turistici stranieri, sempre più ammaliati da una concorrenza internazionale.
Accoglienza, inoltre, significa preservare sempre di più e meglio il nostro territorio. A tal proposito è bene ricordare che l’Italia è stata la prima nazione al mondo a inserire nella propria Costituzione la tutela del paesaggio, del patrimonio artistico e culturale. L’articolo 9 cita testualmente: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Dobbiamo inoltre anche sostenere il fondamentale contributo che la nostra agricoltura ci offre da sempre, regalandoci splendidi prodotti che hanno reso grande e famoso nel mondo il made in Italy e la nostra dieta Mediterranea.
Fondamentali, però, sono anche i nostri comportamenti individuali e collettivi, attraverso lo sforzo quotidiano per muoversi verso valori come l’eco-compatibilità e l’eco-sostenibilità. Insomma, non deturpiamo quello che il buon Dio ci ha donato con eccezionale generosità. Come ci ha ricordato splendidamente papa Francesco nell’Enciclica Laudato sì’ dedicata alla cura “della casa comune”. Ossia la Terra.