TROVARE L’ALBA DENTRO ALL’IMBRUNIRE

Mai nella mia vita ho ceduto al pessimismo. Un pizzico di fiducia nel buon Dio e una certa innata inclinazione all’ironia mi hanno sempre consentito serenità interiore, anche di fronte ad eventi catastrofici. Nella peggiore delle ipotesi sono stato realista, conservando almeno un velato sorriso. Giorni fa tuttavia durante il consulto medico in ospedale un cordialissimo dottore mi ha più volte ripetuto: “Pierino dai, fai un bel sorriso”. Dal che capisco d’avere una faccia da sopravvissuto che non sempre fa emergere il sorriso che mi porto dentro.

Però. Quanto è difficile esercitare ogni giorno il necessario ottimismo. Me lo ripeto la mattina leggendo i giornali e durante il giorno ascoltando i notiziari che sembrano bollettini di guerra. Faccio ogni tentativo di cogliere il lato buono anche in un pessimo evento, poi il giorno dopo ecco un fatto nuovo a impantanare la situazione, si tratti di corruzione, di violenza, di ingiustizia, di veleni vaticani, di gioventù bruciate. Insisto tuttavia a praticare quel difficile esercizio con cui Franco Battiato conclude una delle sue più belle canzoni: “Trovare l’alba dentro all’imbrunire”.

A proposito di gioventù bruciate. Il premier Renzi dice che “la felicità è l’orizzonte da dare agli italiani”. Ottima idea. Ma da un sondaggio dell’istituto Demopolis risulta che i millennials, cioè gli adolescenti nati tra la fine del novecento e l’inizio del nuovo secolo, sono sfiduciati e lontani dalla politica, sognano un futuro all’estero e ammirano Ma-ria De Filippi e Valentino Rossi. Generazione tutta social e poca società, questi 14-18enni. Nella loro prospettiva i politici sono addirittura i ladri della felicità senza distinzione di colore, destra o sinistra poco differiscono.

Nell’indice di gradimento Matteo Renzi con l’omonimo leghista e il pentastellato Beppe sono quasi alla pari, ma tutti e tre distanziati, anzi doppiati, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Segno che il silenzio è d’oro per le orecchie di una generazione perennemente connessa con il proprio smartphone. Al confronto con un simile sondaggio di 30 anni fa, quando correva la stagione fonziana di Happy days ricca di ottimismo e spensieratezza, il gap è dirompente. Il 40 per cento degli intervistati di oggi non sa rispondere su cosa gli capiterà da qui in avanti, stretto nell’incertezza del presente più ancora che del futuro. La cattiva politica fa poi il resto.

Ma io sto con Jovanotti che continua a pensare positivo e ribadisce: “La musica è una forma di resistenza a tutto ciò che è negativo, è un inno alla vita”. Beh certamente meglio di Jess Glynne, la 26enne star londinese arrivata con fragoroso entusiasmo nelle classifiche italiane, che dice: “Canto per non piangere”, I cry when I laugh.

Quanto a me, posso assicurare il mio gentile dottore che alla prossima visita di controllo mi presenterò a lui con un largo sorriso. Tuttavia si ricordi che anche lo psicanalista ordinò al clown di prendere la vita con un po’ più di ironia.         pierinodieugenio@yahoo.it

 

 

L'ECO di San Gabriele
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