La strada della Chiesa odierna è segnata dal completamento del cammino sinodale in vista del Giubileo del 2025. Nello stile del dialogo, dell’accoglienza e del discernimento la comunità cristiana vive la propria missione con fedeltà al Vangelo. Per approfondire tale dimensione, si offre nella rubrica biblica della nostra rivista un percorso progressivo degli Atti degli Apostoli in cui si presenta la vita e la missione dei credenti attraverso la lettura di alcune tappe del racconto lucano.
La testimonianza di Luca
Tra le figure che raccolgono le prime testimonianze della vita ecclesiale, spicca senza dubbio Luca, proveniente da Antiochia di Siria, prezioso compagno e collaboratore di Paolo in alcuni viaggi missionari (2Tm 4,11; Fm 24). In Col 4,14 l’apostolo lo definisce il “caro medico” e lo presenta come un fedele servitore di Cristo. L’antica tradizione ecclesiale attribuisce a Luca l’elaborazione dei racconti evangelici (terzo Vangelo) e la composizione del secondo libro, che narra della vita della prima comunità cristiana (Atti degli Apostoli). Sussiste una profonda continuità tra l’esperienza dei primi discepoli alla sequela di Gesù e lo stile dei primi credenti che incarnano la prassi evangelica nel periodo post-pasquale. La caratteristica dell’opera lucana consiste nel coniugare la memoria degli insegnamenti di Gesù con lo stile ecclesiale, che diventa testimonianza salvifica per il mondo. Ricordi, discorsi, avvenimenti e figure compongono il libro degli Atti, che rappresenta un autentico “racconto di vita”.
La memoria del battesimo
L’episodio dell’Ascensione di Gesù collega il terzo Vangelo (Lc 24,50-53) con gli Atti degli Apostoli. Esso è preceduto dal prologo (At 1,1-5) nel quale l’evangelista si rivolge a Teofilo, dichiarando la continuità tra gli avvenimenti della vita di Gesù e i fatti dopo l’Ascensione al cielo. Il Risorto apparve ai discepoli nel corso di quaranta giorni dopo la Pasqua, mostrando loro segni e parlando del Regno di Dio. I discepoli riuniti nel cenacolo a Gerusalemme sono in attesa del dono che il Padre aveva promesso: “Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo” (1,5). Come i racconti evangelici introducono la figura del Battista che predica e battezza al Giordano (Lc 3,1-18), così nell’esordio del libro degli Atti si richiama il battesimo di Giovanni per annunciare il dono dello Spirito che avverrà nel giorno di Pentecoste. L’avvenimento del “battesimo dello Spirito” rappresenta l’inizio della missione della Chiesa.
Discernere i tempi
Riprendendo il filo del racconto di Lc 24,49, l’evangelista ritrae i discepoli che condividono la Cena con il Risorto e domandano: “Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?” (At 1,6). La questione riguarda il futuro compimento escatologico che evoca un’antica promessa divina. I discepoli attendono la restaurazione di quel “regno messianico” di Israele, secondo la promessa fatta a Davide e alla sua discendenza (cf. 2Sam 7). La risposta di Cristo contiene una rivelazione “programmatica” che segna la vita e il futuro dei credenti. Anzitutto essi non hanno la conoscenza dei “tempi” e dei “momenti” (cf. Dn 2,21) perché questo appartiene al disegno misterioso di Dio (1,7). I “tempi” alludono al naturale avvicendarsi dei giorni, mentre i “momenti” si riferiscono alle tappe della storia della salvezza che Dio realizza a favore dell’umanità. In questa prima parte della risposta si coglie il valore profondo del “tempo” di cui solo Dio è “signore”.
La forza dello Spirito Santo
La parte finale della risposta di Cristo include una seconda rivelazione: “Riceverete la forza (= dynamin) dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (1,8). In tale affermazione si coglie il motivo teologico dominante del libro degli Atti. Esso è fondato sull’azione trinitaria dello Spirito Santo (“il Vangelo dello Spirito Santo”) che scende a Pentecoste nel cuore dei discepoli, illumina la loro identità, li rende testimoni e produce in loro la spinta missionaria per portare il vangelo della salvezza in Giudea, in Samaria e fino ai confini della terra (cf. Mt 28,19). Pertanto il dinamismo “in uscita” della comunità cristiana non nasce per impulso umano, né per volontà di conquista, ma è frutto dell’azione interiore di vita e di novità prodotta dalla grazia di Dio. Come Gesù è mosso dallo Spirito (Lc 4,1) così i discepoli saranno sostenuti dall’azione liberante dello Spirito lungo il cammino della predicazione.
Fu elevato in alto
Le ultime parole rivelatrici del Risorto introducono la scena dell’Ascensione. Mentre il Signore è al cospetto dei discepoli, viene elevato in alto e una nube lo sottrae ai loro occhi (1,9). Senza forme spettacolari l’evangelista descrive il passaggio dalla terra al cielo del Figlio amato, che porta con sé la realtà umana segnata dalla sofferenza della croce e trasfigurata dal mistero dell’amore divino. Testimoni di questo “passaggio”, gli Undici restano uniti nel fissare il cielo. Due angeli in bianche vesti si presentano a loro e annunciano che un giorno egli verrà allo stesso modo in cui è stato visto andare in cielo (1,11). L’evangelista non sembra sottolineare il distacco e l’assenza, ma evidenziare il ruolo e la responsabilità affidata ai discepoli. Nel corso della storia essi sono chiamati a essere testimoni sulla terra, annunciando le cose del cielo (cf. Gv 3,12-13).
In preghiera con la Madre
La strada del cielo s’incrocia con quella dei discepoli che ritornano a Gerusalemme. Dal monte degli Ulivi gli Undici si ritirano nel Cenacolo. Riuniti in quella stanza superiore (1,13) dove Gesù prima di morire ha celebrato la sua ultima Pasqua, essi restano in attesa del dono dello Spirito. Insieme ad alcune donne, gli Undici perseverano concordi in preghiera con Maria, la madre di Gesù e i fratelli di lui. È la comunità che si prepara a vivere la sfida della testimonianza. Da quel piano superiore caratterizzato dalla memoria eucaristica, i discepoli riceveranno la forza di annunciare la novità del Regno, uscendo da quella casa per seguire le vie dello Spirito e mettersi a servizio della sua Parola di salvezza.