SPERIAMO SIA SOLO UN GIORNO IN PIù…

By Stefano Pallotta
Pubblicato il 2 Gennaio 2016

Anno bisesto anno funesto. Il 2016 sarà dunque un anno sfortunato perché bisestile? Oddio, non è che in questi ultimi anni le cose ci siano andate così bene. Lasciamo stare gli anni passati: prendiamo in considerazione l’anno appena trascorso. Si potrebbe fare peggio del 2015? Sarà molto improbabile, non impossibile, ovviamente. Non consideriamo le vicende che lo hanno caratterizzato a livello europeo e internazionale, limitiamo l’orizzonte ai confine della nostra regione.

Da dove vogliamo cominciare: dalla fine? Va bene: fine novembre 2015 (quando stiamo scrivendo non possiamo prevedere se dicembre ci riserverà ulteriori sgradite sorprese, speriamo di no). La Cassazione mette fine alla vicenda della Commissione grandi rischi che arrivò all’Aquila, alla vigilia del tragico terremoto del 6 aprile del 2009, con lo scopo di rassicurare la cittadinanza sullo sciame sismico che procedeva imperterrito da alcuni mesi. Scienziati tutti assolti, tranne uno: il vicedirettore della Protezione Civile. L’asservimento della scienza alla politica, insomma, non è un reato perseguibile penalmente. Come lo giudicate: positivamente o negativamente? Domanda retorica.

Sempre fine novembre, stesso giorno, il 20 per la precisione: la Corte d’Appello dell’Aquila dimezza la condanna all’ex presidente della Giunta regionale, Ottaviano del Turco, accusato di concussione e altri reati. Il suo grande accusatore, Vincenzo Angelini, colui che sostiene di avergli versato tangenti milionarie per ottenere favori per la sua attività di imprenditore della sanità, viene assolto. C’è stato qualcuno che ha azzardato, con sofisticate argomentazioni da azzeccagarbugli d’accatto, che il dimezzamento della pena all’ex governatore sia stato un fatto positivo. Nove o quattro anni sempre di condanna si tratta. Ve-dremo cosa deciderà la Cassazione.

Procediamo a ritroso. An-cora L’Aquila e il terremoto, anzi L’Aquila e la ricostruzione. Arresti di amministratori ed ex amministratori anche in questo caso per reati di corruzione. Per non parlare dell’anatema scagliato dal prefetto Alecci contro una parte della comunità aquilana “marcia”, con “morti di fame che delinquono per reati di poche migliaia di euro”. Insomma, un “sistema L’Aquila” che si fonda sulla corruzione e che coinvolge non solo i livelli alti, ma addirittura amministratori di condomini, imprese, tecnici e faccendieri. C’è solo il sindaco Cialente a sostenere che se di “sistema L’Aquila” di può parlare esso deve essere valutato positivamente per la capacità dimostrata di saper fare fronte all’emergenza e di saper spendere le risorse per la ricostruzione: il resto sono minuzie che i giornalisti (sempre loro) mettono strumentalmente in risalto per danneggiare l’amministrazione comunale e fermiamoci qui.

L’estate dovrebbe essere il periodo del riposo della tranquillità e invece niente: bufere su bufere ma non meteorologiche perché sotto questo profilo è stata un’estate bollente. No, c’è di mezzo sempre la politica. Inquinamenti del mare Adriatico incautamente taciuti dalle autorità amministrative e fuga dei turisti dalle spiagge. Fuggono dall’Abruzzo anche gli editori dei giornali, come il quotidiano Il Tempo, che ha chiuso la storica redazione abruzzese dopo oltre mezzo secolo. Anche nel settore del credito scandali e inchieste. Nessun segno di ripresa dell’occupazione, anzi declino d’interi comparti produttivi. Potremmo andare ancora avanti, anzi indietro fino alla primavera e parte dell’inverno, ma non ne vale la pena. Potrà essere il 2016 peggio del 2015, allora? Il fondo del barile lo abbiamo abbondantemente raschiato: male che potrà andarci sarà di trascorrere una giornata in più del… solito.

Comments are closed.