Ciò che sorprende di più nel comportamento di quanti compiono delitti efferati, soprattutto se giovani, è l’impassibilità con cui si comportano dopo il delitto. Nessun pentimento o senso di colpa. Questi giovani omicidi sembrano avere in comune l’incapacità di distinguere il bene dal male e la mancanza di empatia. Ciò dipenderebbe dal fatto che essi non si sono mai esercitati, insieme a un educatore, nella lettura dei propri stati d’animo. Infatti, la capacità di gioire e di soffrire con gli altri deve essere verificata e sviluppata nel corso dell’età evolutiva.
“Gli psicopatici – nota Umberto Galimberti – sono un caso limite dell’umano, ma la psicopatia come tonalità dell’anima a bassa emotività e a scarso sentimento è qualcosa che si va diffondendo tra i giovani d’oggi che, nella loro crescita, acquisiscono valori d’intelligenza, prestazione, efficienza, arrivismo, quando non addirittura cinismo, nel silenzio del cuore. Quando il cuore tace e più non registra le cadenze del sentimento, il terribile è già accaduto anche se non approda a una strage”.
Una domanda. Siamo consapevoli che i ragazzi di oggi sono sottoposti ad un bombardamento di messaggi violenti nei media e persino nella musica che ascoltano? Ormai è assodato che esistono sostanze stupefacenti che annebbiano la coscienza, riducendo a zero la consapevolezza morale. Ma, non viene mai detto, ad esempio, che un film porno può inquinare più della diossina che si sprigiona dalle fiamme della spazzatura. Che una scena hard può essere più destabilizzante del petrolio in mare. Che emozioni derivanti da scene di sesso violento, poiché coniugano pulsioni opposte (spinta simbiotica e spinta distruttiva), sono ingestibili anche dalla mente di un adulto e letali per un adolescente, specie se povero di retroterra educativo. Noi assomigliamo, spesso, a quei muratori che costruiscono il terzo piano di una casa, ignari che qualcuno sta demolendo le fondamenta.
Ma che possiamo fare? Innanzitutto, aprire gli occhi. Sulle pagine di internet, siamo bombardati da pubblicità senza veli che, attraverso un semplice clic, ti collegano con siti porno, gratuiti o a pagamento. Se non sarà creato, nel breve termine, un nuovo codice valoriale, essenziale ed universale, accettabile da tutti, succederà che gli uomini riverseranno, gli uni sugli altri, la violenza più radicale che possa esserci. Quella di non riuscire a dare un senso globale positivo alla loro vita.
E allora? Torniamo a credere nell’educazione. Educare non è un semplice atto intellettuale. I valori, più che da una mente all’altra, passano da una vita all’altra. Nascono dall’esperienza e si pongono con la testimonianza. Un educatore è credibile solo se si coinvolge di persona, se si fa compagno di viaggio, se sceglie la pedagogia della vicinanza, divenendo mediatore tra il vecchio e il nuovo.
La via maestra dell’educazione efficace è sempre quella del dialogo coscientizzatore. Esso consiste nell’aiutare gli altri a prendere coscienza del senso e delle conseguenze di ciò che fanno. In particolare, è necessario discutere con i nostri ragazzi sul fondamento che sta alla base della nostra cultura. Il valore dell’uomo. Chiediamolo spesso. Perché un uomo vale sempre? Perché dobbiamo rispettarlo? Cosa fa di lui un assoluto? Il pensiero, la libertà, l’infinità della sua mente e del suo cuore.
Dopo l’attenzione per l’ambiente, scopriremo anche il primato dell’uomo? Giustamente papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, parla di “ecologia integrale”, riferendosi a quella che comprende non solo l’ambiente naturale, ma anche l’uomo e la cultura. Perché occorre difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria, come doni della creazione appartenenti a tutti, ma proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso.