PROTAGONISTI ORDINARI DI STORIE STRAORDINARIE

Quando il bene diventa un fattore straordinario allora bisogna cominciare interrogarsi sul futuro della civile convivenza. Quando delle buone azioni si fanno narrazioni retoriche allora significa che nell’immaginario collettivo ha preso il sopravvento una visione pessimistica della vita. Un grande drammaturgo metteva in guardia le genti nei confronti degli eroi: quanto meno ce n’è bisogno tanto più la vita scorre sui binari della solidarietà, della reciprocità, dell’inclusione e della non discriminazione. Insomma, una dimensione comunitaria, dell’umanità e della cura con cui dovremmo trattare il prossimo.

Un pistolotto a mo’ di premessa per dire una cosa molto semplice. Se nel nostro Paese e nel nostro Abruzzo non ci fossero le associazioni di volontariato le cose andrebbero di gran lunga peggio di quelle che, invece, grazie a loro, possiamo rappresentare. Chi sono i volontari delle molte associazioni che nei casi di emergenza (e noi la stiamo vivendo da almeno due anni, solo a considerare la pandemia ed escludendo terremoti e cataclismi vari) si prodigano per aiutare le persone anziane, quelle con fragilità, i giovani disorientati e tutti coloro che versano in stato di povertà assoluta? Sono donne e uomini coraggiosi che, nonostante le insidie della società, obbediscono all’istinto di umanità che dovrebbe essere naturale in ciascuno di noi, ma che è stato anestetizzato soprattutto dalle difficoltà della sopravvivenza quotidiana. Qualcuno dice dalla corsa frenata al successo e al denaro. Discutibile. Oggi si lotta soprattutto per sbarcare il lunario.

Il tempo delle vacche grasse (ammesso che ci sia mai stato per la maggioranza delle persone) è finito anni fa. Ma allora i volontari sono persone che se la passano bene e che non hanno niente altro da fare? No, sono persone come tutti noi, immersi nella media delle possibilità offerteci dalla vita. Per questo sono da considerare straordinarie, perché non si arrendono alle difficoltà quotidiane. Anzi, rilanciano facendosi carico anche di quelle degli altri. Come sarebbe andata con le vaccinazioni di massa senza i volontari della Protezione Civile e delle altre associazioni? Probabilmente le vaccinazioni si sarebbero fatte ugualmente, ma con tante disfunzioni e contrattempi in più. Anche le persone anziane e sole, prigioniere in casa per via delle quarantene, come avrebbero risolto il problema della sopravvivenza quotidiana senza i volontari che mattina e sera hanno depositato dinanzi alle loro porte di casa i beni alimentari per campare? Sarebbero sicuramente sopravvissute lo stesso, ma con quale qualità della vita e con quali sofferenze e patimenti in più?

Allora, in attesa che il mondo diventi più umano e che non ci sia più bisogno di esaltare l’esemplarità dei comportamenti ispirati alla solidarietà e al bene comune, celebriamo anche noi questi protagonisti ordinari di storie straordinarie.

st.pallotta@gmail.com

L'ECO di San Gabriele
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