Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Est e Singapore. Ormai il Papa, 87 anni, non lo ferma più nessuno. Vuole essere accanto a una dimensione “locale” e globale della cristianità, spesso tenuta ai margini, che chiede di essere ascoltata, guidata, incoraggiata…
Ormai non lo ferma più nessuno. Papa Francesco è in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Est e Singapore dal 2 al 13 settembre per un viaggio apostolico. Undici giorni per un pontefice che ha i suoi 87 anni e che ogni tanto è costretto a fermarsi per gli acciacchi dell’età. Per lui, viaggiare e incontrare la gente in giro per il mondo, è consolidare il suo magistero. Non si tratta solo di verificare e aggiornare i rapporti diplomatici con i governi locali – come tradizione della diplomazia vaticana -, ma anche di stare accanto a una dimensione “locale” e globale della cristianità, spesso tenuta ai margini, che chiede di essere ascoltata, guidata, incoraggiata. Un viaggio, dunque, lungo e anche articolato: quattro Stati su due continenti. Con una grande attenzione per l’Asia, considerata da Bergoglio l’anima di una spiritualità diffusa da capire, se non addirittura da condividere. Un viaggio che Francesco avrebbe voluto fare già nel 2020, se non fosse stato cancellato a causa della pandemia. Ora si è aggiunto Singapore, grande crocevia del Sud-Est asiatico che parla anche alla cultura cinese.
L’Indonesia ha una storia privilegiata con le visite dei pontefici. Il primo papa a recarsi nell’arcipelago fu infatti Paolo VI il 3 dicembre 1970. Poi proseguì Giovanni Paolo II dall’8 al 12 ottobre 1989. Oggi arriva Francesco, toccando terra pure a Timor Est, insieme alle Filippine, l’unico a maggioranza cattolica in Asia.
Fede, preghiera, compassione, fraternità, armonia, speranza. Sono i temi che compaiono nei motti e nei loghi del viaggio apostolico. Così riferisce Paskalis Bruno Syukur OFM, vescovo di Bogor, Segretario generale della Conferenza episcopale dell’Indonesia, all’Agenzia Fides. “La comunità cattolica indonesiana, vescovi, preti, religiosi, laici vede e ama il Papa come una figura che porta e testimonia la fraternità, la compassione, la forte fede in Gesù. Il nostro auspicio e la nostra speranza è che l’arrivo di Francesco ispiri la nazione a garantire e mantenere prosperità e pace”. E ancora: la fraternità umana. “Più volte Francesco ha apprezzato l’Indonesia, per come coesistono diversità etniche e culturali, espresse nel motto nazionale unità nella diversità”. Il suo arrivo in Indonesia sarà un’occasione per rafforzare lo spirito di fraternità e di pluralismo che, a causa di varie regioni, per vari problemi sociali e politici, può indebolirsi o affievolirsi. Crediamo che la presenza del papa sarà apprezzata dai credenti delle varie comunità religiose, musulmani cristiani, buddisti, induisti, in quanto il Papa è una figura che ispira l’unità, accoglienza e amore per il prossimo, che promuove il dialogo e l’inclusione, è un uomo di pace di speranza che abbraccia tutti”. E sulla compassione “il Papa viene a dirci che Cristo è presente in coloro che sono piccoli e indifesi. Vogliamo cogliere l’opportunità per proporre a tutte le comunità cattoliche indonesiane, nelle varie regioni, di rinnovare o spirito di compassione verso le comunità piccole, povere e remote, verso le persone indigenti, sofferenti e vulnerabili. La Chiesa è chiamata a uscire, andando verso i poveri e i sofferenti, con la ricchezza e la gioia del Vangelo”.
Non solo Asia e Oceania. Appena tornato da questo viaggio apostolico importante, giusto il tempo di rifiatare e la prossima metà sarà Belgio e Lussemburgo, che il Papa visiterà dal 26 al 29 settembre. Bruxelles, Leuven e Louvain-la-Neuve, ultime tappe di un intenso mese dedicato ai viaggi apostolici e che termineranno appena in tempo per iniziare la fase finale del Sinodo dei vescovi, per tutto il mese di ottobre. Di un viaggio in Belgio era stato il Papa stesso a parlarne durante l’intervista con l’emittente messicana N+ del dicembre 2023. Parlando del viaggio annullato a Dubai a causa della bronchite e delle future possibili trasferte, Francesco spiegava che, mentre gli altri viaggi sono ancora allo studio, quello in Belgio era invece “sicuro”.
Un’agenda importante, dunque, quella di papa Francesco per il mese di settembre. Tra udienze pubbliche e private, catechesi del mercoledì, incontro con i parroci romani – i parroci della sua diocesi – e l’imminente Sinodo dei vescovi, non c’è un giorno di riposo. In più, mancano pochi mesi all’inizio del Giubileo che inizierà il 24 dicembre 2024, alle ore 16:30, con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro. L’Anno Santo si concluderà il 24 dicembre 2025, con la chiusura sempre della Porta Santa della basilica di San Pietro. Oltre alla Porta Santa della Basilica di San Pietro, saranno aperte anche le altre Porte Sante di Roma: Basilica di San Paolo fuori le mura, Basilica di San Giovanni in Laterano, Basilica di Santa Maria Maggiore.
Un momento di perdono e riconciliazione voluto fortemente da Bergoglio e offerto a tutta la cristianità nel mondo. L’attraversamento della Porta santa significa riconciliare il proprio cuore con Dio e rimettere a Lui i propri peccati. Ma il Giubileo 2025 è anche un’occasione unica per Roma capitale e Roma centro della cristianità. La folla di fedeli che si attende conoscerà la Roma religiosa ma anche la Roma dove povertà e fragilità convivono allo stesso modo.
Gli impegni non mancheranno per papa Francesco. E la sua agenda crescerà ogni giorno che passa. Ma papa Francesco è lì, sotto lo sguardo benedicente del popolo dei fedeli, al timone di una barca – la Chiesa – che vuole navigare e attraversare i luoghi della fragilità e delle domande di senso con passione vera per l’umanità e per l’annuncio del Vangelo che salva.