ORA SI CHIAMA IL CROCIFISSO-RISORTO

L’evento-boom della religione cristiana è la risurrezione di Gesù Cristo. Non solo in quanto tale, ma in quanto susseguente alla morte di croce, a cui le autorità religiose e civili l’avevano condannato. In questo evento storico e metastorico si radica la fede cristiana, che se ne appropria e ne scopre e continua a scoprirne i significati lungo i secoli. Dopo aver percorso con questa pagina mensile i racconti evangelici della passione di Gesù, occorre approfondire la riflessione sull’importanza della risurrezione, che ne è culmine e glorificazione eterna. Meditare la passione di Gesù a prescindere dalla risurrezione, com’è stato fatto per secoli anche nella spiritualità passionista, non è più possibile nella coscienza teologica e biblica dei nostri giorni.

Per generare e confermare la fede dei primi discepoli e di tutti i futuri seguaci nella storia, il Risorto si occupa personalmente facendosi presente all’esperienza umana degli interessati. Sono i fatti che chiamiamo apparizioni, le quali non sono suoi arrivi improvvisi provenendo chissà da dove, ma mostrarsi, farsi vedere nella nuova forma di presenza assunta come risorto. Di questi episodi, ogni evangelista racconta solo quelli che ritiene significativi per la comunità per cui scrive. Matteo ne riporta due, alle donne al sepolcro e ai discepoli in Galilea. Luca ne descrive tre, ai discepoli di Emmaus, alla comunità in Gerusalemme e a Betania con la partenza verso il cielo. Giovanni ne riferisce quattro, ma per sottolineare la trasformazione dei discepoli piuttosto che la manifestazione del Risorto. Per lui la risurrezione è già evidente dal modo in cui racconta la passione. I casi da lui segnalati sono incontri indimenticabili. Con la Maddalena al sepolcro, coi discepoli senza Tommaso, coi discepoli compreso Tommaso, con i discepoli in riva al lago di Tiberiade.

Prima ancora degli evangelisti, un elenco delle apparizioni del Risorto è riportato da Paolo nella prima lettera ai Corinzi, riferite a persone o a gruppi in circostanze diverse, inclusa quella capitata a lui sulla via di Damasco, e una a più di cinquecento persone (cfr. 1Cor 15,5-8). Mettendo insieme quelle descritte o accennate nei testi se ne possono contare una dozzina, ma potrebbero essere molte di più. Non possiamo immaginare quante persone il Risorto abbia deciso di incontrare nei quaranta giorni di questa forma speciale di presenza nel mondo, per assicurare una testimonianza efficace alla perdurata della fede lungo i secoli. Oltre alle manifestazioni con questa finalità, non è da escludere che il Risorto abbia incontrato altre persone per la gioia dei legami affettivi che come uomo aveva coltivato, a esempio con sua Madre e altre persone amiche.

Al di là dei possibili aspetti fisici e delle reazioni emotive, queste manifestazioni di Gesù e incontri con lui sono soprattutto esperienze carismatiche, cioè nella luce dello Spirito Santo, produttive della certezza di fede in una presenza indiscutibile. Hanno un carattere particolare perché destinate a una testimonianza che fa da fondamento alla fede della Chiesa. Ma oltre a questo aspetto esclusivo hanno anche un aspetto tipico ed esemplare, perché in ogni credente la fede nascerà dalla manifestazione di Gesù e dall’incontro con lui, suscitati dalla testimonianza nella comunità dei credenti. Oltre all’ambito della struttura catechetica e sacramentale, il Risorto si fa incontrare nella testimonianza dei genitori e familiari, nella comunità educativa, in ogni persona che vive in comunione con lui. Soprattutto egli raggiunge il cuore del credente che medita la Parola di Dio, partecipa all’Eucaristia, si apre ai bisogni degli altri, vive nella fede l’impegno quotidiano. Inoltre il Risorto, nella potenza del suo Spirito, si fa presente ad ogni essere umano capace di silenzio e di ascolto della propria interiorità. Ovviamente anche a te e a me. La sua condizione di Risorto gli consente di essere nel mondo in ogni luogo e accanto a tutti, perché la sua umanità ha assunto le proprietà divine. Quand’era tra noi come noi poteva essere solo in un luogo e accanto poche persone. Ora è tra noi, oltre che come Dio Figlio, nella sua umanità nuova, elevata a dimensione divina e onnipresente, preludio e primizia della nostra condizione futura.

La strada per Emmaus,

Altobello Melone

L'ECO di San Gabriele
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