“NON TEMETE FIGLI MIEI”

Parliamo del santuario di Marija Bistrica, il più conosciuto santuario mariano croato situato a 40 km dalla capitale Zagabria. Si venera una statua miracolosa della Madonna con il Bambino Gesù 

Questa volta ci portiamo in Croazia. Un Paese dell’Europa orientale che si affaccia sull’Adriatico con una lunga fascia costiera di circa 4.000 chilometri, con un mare costellato di isole. È uno Stato prevalentemente cattolico, con una spiccata devozione alla Madre di Dio. Basti dire che vi sono 222 santuari, in gran parte dedicati alla Madonna. Quello che visitiamo noi si chiama santuario di Marija Bistrica. Appartiene alla storia croata fin dal 1334. Nel XIV secolo, esistevano in quella località, il castello feudale del conte Vratislav e la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. In quello stesso sito, intorno al 1500 fiorì una forte devozione verso una statua in legno della Madonna col Bambino, che si trovava in una cappella a 3 chilometri sulla collina detta del vino.

Nel 1545, in quella zona irruppero violentemente i Turchi, che dovunque arrivavano, distruggevano e saccheggiavano. Il parroco, per non lasciar profanare la statua, la prese e la murò sotto il coro della chiesa. Dopo breve tempo, lui morì senza aver informato nessuno del nascondimento dell’effige.

Alcuni decenni dopo, nel 1588, un suo successore, padre Lukac, mentre stava in chiesa, osservò una misteriosa luce che proveniva dal coro. Con alcuni parrocchiani andò sul punto dove sorgeva quel bagliore. Si misero a scavare. A un certo punto, scoprirono la statua della Madonna, ben custodita. La presero e la collocarono su un piedistallo presso l’altare. Molti fedeli corsero in chiesa per vedere e pregare davanti alla “Madonna rinvenuta”.

Nel 1650 si ripeté un’altra brutale incursione dei Turchi. Il nuovo parroco, edotto dal suo predecessore, fece murare il prezioso simulacro dietro il coro. Trascorsi 34 anni, il 16 luglio 1684, il successivo parroco, Pietro Brezaric, vide dal presbiterio, “una donna vestita di azzurro avanzare verso di sé, con in mano una candela accesa, la quale gli disse: “Prega con tutto il popolo perché io possa ricuperare la vista”. Tale richiesta apparentemente strana trova la risposta nell’episodio seguente: “Nella fortezza di Kaniza, occupata dai Turchi, vi erano tenuti prigionieri sette cristiani. Questi videro in sogno la Madonna che si rivolse a loro dicendo: “Non temete, figli miei, ma abbiate fiducia, poiché io ho riacquistato la vista a Bistrica dove ero stata cieca per oltre 40 anni. Fate il voto di recarvi laggiù in pellegrinaggio e riavrete la libertà. Non appena essi ebbero fatto il voto, caddero le loro catene, si aprì la porta della prigione e poterono uscirne. Senza alcuna difficoltà varcarono le porte della città e con immensa gioia si recarono a Bistrica per ringraziare la loro liberatrice”.

A seguito di questo miracolo di sapore biblico, il Parlamento croato decise all’unanimità di costruire un altare come “ex voto” in Bistrica. L’antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo si trasformò in santuario. Anche il paese assunse il nome di Marija Bistrica. Gli esperti hanno voluto studiare l’origine e la fattura della statua. Essi sono giunti alle seguenti conclusioni: “La statua della Madonna di Bistrica risale alla fine del XV secolo e appartiene alla serie di Madonne nere. Durante il restauro si scoprì però che il suo colore originale non era scuro. La statua è opera di un maestro anonimo”. Marija Bistrica si trova a 40 chilometri a Nord-Est di Zagabria.

Col crescente flusso di pellegrini, l’antica chiesa si rese inadeguata. Allora, una Commissione, costituita dal parroco Zerjavié e il ministro Iso Krsnjavi, affidò il restauro all’architetto franco-tedesco Hermann Bollé. Questi, dal 1878 al 1883, portò a compimento il suo progetto in stile neo-rinascimentale. Qui, va notificato un fatto spiacevole. La notte precedente la festa dell’Assunta, il 14 agosto 1880, scoppiò un incendio che distrusse tutto l’interno dell’edificio, “risparmiando inspiegabilmente l’Altare maggiore e la statua della Madonna”. Questo particolare contribuì ad accrescere ulteriormente la devozione dei fedeli. Riparati i danni causati dall’incendio, i lavori continuarono fino al termine: “La vecchia chiesa fu ampliata e rialzata, il campanile allungato, furono costruite nuove arcate e su di esse costruite stanze per ospitare sacerdoti, pellegrini e confessori”.

Citiamo alcune date memorabili che danno lustro al santuario. Benedetto XIV concesse la facoltà di lucrare l’indulgenza plenaria ai pellegrini. Leone XIII in occasione del proprio giubileo donò al santuario di Marija Bistrica un piedistallo dorato e riccamente ornato per la statua. Clemente XIII nel 1763, accordò importanti privilegi al santuario. Pio XI concesse al santuario il titolo di “Basilica Minore” e, nel 1935, fece incoronare la statua dal Capitolo Vaticano. Nel 1935, la Conferenza Episcopale Croata dichiarò la basilica “santuario nazionale”. Il 3 ottobre 1998, Giovanni Paolo II, davanti ad una folla di mezzo milione di fedeli, procedette alla beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac. In quella occasione, disse tra l’altro: “Da tempo desideravo venire a visitare il noto santuario di Marija Bistrica. La Provvidenza ha voluto che questo desiderio si realizzasse in occasione della beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac”.

Sulla collina presso il santuario è stata realizzata, nella metà del secolo scorso, una bellissima Via Crucis, con personaggi a grandezza naturale. L’iniziativa fu dell’arcivescovo di Zagabria e del suo coadiutore Monsignor Alojzije Stepinac.

Mi piace concludere il servizio con un voto espresso dal beato cardinale Alojzije Stepinac, in cui traspare tutto il suo amore verso la Madre di Dio. Lo pronunciò davanti alla statua della Madonna di Bistrica, insieme al pellegrinaggio da lui stesso guidato: “Promettiamo di rimanere Tuoi veneratori fedeli e sinceri! Fedeli finché gorgoglieranno i nostri ruscelli, finché mormoreggeranno i nostri fiumi, finché spumeggerà il nostro azzurro mare! Fedeli finché verdeggeranno i nostri prati, finché s’indoreranno i nostri campi, finché ombreggeranno i nostri boschi oscuri, finché profumeranno i fiori della nostra Patria”.

(lancid@tiscali.it)

 

L'ECO di San Gabriele
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