NESSUNO HA AVUTO PIETÀ DI JUAN CARRITO

Era diventato l’idolo dei bambini. Sui giornalini di classe gli alunni delle primarie si cimentavano a costruire titoli a effetto per esaltarne le caratteristiche “umane”. Comitive di turisti della domenica organizzavano gite con la speranza che lui incrociasse il loro cammino. Tutti lo cercavano, tutti volevano vederlo questo orso errante: buono con tutti, uomini e cani. Con i cani si divertiva un mondo a insultarli per farsi rincorrere e poi scartare a destra o a sinistra per disorientarli. Loro, i cani, non capivano che stava scherzando. Lo prendevano seriamente. Ma lui, Juan Carrito, era un buontempone. Intelligente. Tanto cognitivamente capace di imparare che gli esperti del Parco Nazionale d’Abruzzo avevano trovato per lui una nuova classificazione. Non più animale confidente, ma condizionato. Capace cioè di capire dove trovare il cibo buono e non la spazzatura dei cassonetti. Allora si fermava dinanzi ai forni per il pane, sulle porte delle pasticcerie per i maritozzi con la panna. Non disdegnava, anzi, le arnie degli apicoltori. Qualche piccola incursione nei pollai. E poi la frutta. Aveva ripreso dalla madre “Amarena”, altra orsa confidente, così chiamata per la sua passione per le ciliegie.

Se c’è stato un animale che più di altri ha legato il proprio nome al destino del Parco Nazionale d’Abruzzo, questo sicuramente è stato e sarà Juan Carrito, l’orso molto, troppo umano, per sopravvivere agli umani. è morto sulla strada, la statale 17, investito da un’auto. Come tanti altri animali, per i quali non ci saranno croci e fiori a ricordarne il sacrificio. Lo abbiamo visto in agonia sui social, sui giornali on line. Nessuno ha avuto pietà per questo stupendo animale. Per il piacere di avere tanti like sono stati postati minuti e minuti di filmato con la lenta e implacabile sofferenza di Juan Carrito che si spegneva dignitosamente ai piedi di un guardrail. Si è voluto spettacolarizzare la sua morte. Lo avremmo fatto con una persona? Spero di no. E comunque non lo avrebbero potuto fare i giornali on line per un dettato preciso della deontologia dei giornalisti. E se il buon senso manca allora bisogna aggiornare questa carta deontologica in nome di Juan Carrito.

L'ECO di San Gabriele
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