Gli evangelisti Matteo e Luca descrivono diversi particolari della nascita e dei primi anni della vita di Gesù, l’uno accentuando il ruolo di Giuseppe, l’altro nella prospettiva della madre Maria. Questi racconti si chiamano vangeli dell’infanzia, ma hanno un altro contenuto essenziale che in genere sfugge alla nostra attenzione. Sono anche annunci del mistero pasquale. Preludono alla morte e risurrezione di Gesù e ne presentano riverberi già in attuazione.
Mentre torna il periodo natalizio, e la preghiera della Chiesa ci invita a rivivere l’incanto del Verbo che si fa carne, vogliamo anche riflettere che egli nasce tra noi per donare la vita per la nostra salvezza, lo attuerà nella sua morte e risurrezione e lo prolungherà nella storia per la potenza dello Spirito. Lo facciamo rilevandolo dalle parole del vangelo, senza estensivo commento.
L’annuncio a Maria
Ecco, concepirai un figlio… Sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine, Lc 1,31-33.
Non sarà un regno per discendenza dinastica. Essendo uomo morirà, ma regnerà per sempre, quindi risorgerà. Questa certezza sosterrà per sempre la fede di Maria, fin sotto la croce.
L’annuncio a Giuseppe
Non temere di prendere Maria tua sposa. Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù. Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati, Mt 1,20-21. Missione che egli compirà nella sua morte e risurrezione.
Il saluto di Elisabetta
Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Lc 1,42-43. Attraverso l’anziana cugina, lo Spirito Santo benedice il Figlio che diviene uomo e salverà l’umanità nella sua morte e risurrezione, tanto che Elisabetta lo chiama subito mio Signore, che è il titolo proprio del Risorto.
Il Magnificat di Maria
È la profezia non solo della risurrezione, ma anche della presenza del Risorto nella storia per la promozione di ogni essere umano, specialmente dei poveri e dei più deboli. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gi affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote, Lc 1,51-53. La madre proclama come già avvenuto quanto è ancora in gestazione nel suo grembo.
La nascita di Gesù
L’evangelista avvolge Gesù nel mistero della morte e risurrezione fin dalla nascita. A Betlemme, tra la grotta e dintorni, è già presente la pasqua di morte e di gloria. La madre lo avvolse nelle fasce e lo depose in una mangiatoia è detto con le stesse parole della morte e sepoltura, quando Giuseppe di Arimatea lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba.
La gloria del Signore che risplende sui pastori, è la stessa delle vesti sfolgoranti degli angeli apparsi alle donne al sepolcro, la mattina di pasqua. Cfr. Lc 2,7.13-14.
La presentazione al tempio
Simeone li benedisse e a Maria sua madre disse: Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l’anima, Lc 2,34-35. Le parole preconizzano non solo la passione di Gesù ma anche il coinvolgimento della madre. Giovanni Paolo II chiama questo evento la seconda annunciazione a Maria. Nella prima ella apprese che sarà madre di un figlio che nasce. Nella seconda comprende che sarà madre di un figlio che muore per la salvezza di molti, ed ella ne soffrirà da morire. Al tempio Maria offre il Figlio neonato al Padre, come glielo offrirà morente sulla croce.
La trama di Erode
Appreso che la nascita del re dei Giudei dovrebbe essere a Betlemme, Erode fu molto turbato e indirizzò colà i Magi dicendo: Andate e informatevi accuratamente del bambino, e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo, Mt 2,8. Un angelo avverte Giuseppe che Erode vuole cercare il bambino per ucciderlo, e lo invita a fuggire in Egitto col bimbo e la madre, mentre il re ordinerà la strage degli innocenti. Ancora premonizioni di opposizione e rifiuto, di passione e morte, verso cui Gesù si avvia fin dalla nascita.
Che il Verbo incarnato abbia chiara questa consapevolezza fin all’inizio ci è rivelato dalla Lettera agli Ebrei che afferma: Entrando in questo mondo Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo mi hai preparato. Allora ho detto: Eco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà, Eb 10,5.
Così a Natale possiamo contemplare e adorare il Bambino nella comprensione piena dell’orizzonte del suo amore per noi.